gusto pistacchio

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Rientrai a casa e trovai mamma e papà che discutevano. ''Che succede? perchè litigate?'' mi intromessi.'' ''andiamo in camera tua.'' disse mio padre in tono piuttosto autoritario.

''E' passato Dominic, il tuo professore.'' mi informò ''che cosa?'' chiesi sbalordita ''aspetta, prima di arrivare a conclusioni sbagliate.. aspetta. Ci ha spiegato tutto.'' cercò di temporeggiare mia madre ''tutto cosa?'' ''tutto quello che hai passato in questi mesi e che stai passando ora. Io gli credo, io credo che Riccardo sia capace di una cosa del genere, sono d'accordo con Dom. E' Lui che ha messo in giro quella voce.'' ''Io penso che avrebbe dovuto denunciare quell'uomo.'' ''allora sei cocciuto, eh? se lo avesse denunciato ci sarebbe andata di mezzo anche la nostra bambina!'' ''andatevene.'' Mio padre non proferì alcuna parola ed uscì, ma mia madre non lo fece ''vale anche per te.''

''Come ti sei permesso? come ti sei permesso di venire a casa mia e parlare con i miei genitori?'' dalll'altra parte del telefono Dominic non disse nulla ''sto per attaccare.'' lo minacciai ''non vedevo altra soluzione!'' ''parlarne con me ti sembrava troppo stupido?'' ''io ti parlo, sei tu che non mi parli!'' gli attaccai in faccia, mi aspettavo che mi avrebbe cercata almeno attraverso un messaggio, ma non lo fece. Mi buttai sul letto, aprì il comodino e senza alzarmi, sporgendo semplicemente il braccio, andai alla ricerca del mio ipod. Ci trovai un post it: non importa se tu abbia fame o meno, ci passi per sfizio. Butti la borsa sulla panchina e controlli di avere 4 euro, se ne hai uno in meno ti piange il cuore. Oggi non ci andrai prima delle 7 e mezza. Puntai la sveglia per le 7 e mi misi a dormire. 

Una volta alla pasticceria siciliana il cameriere mi diede la mia solita granita al pistacchio con lo scrontrino. ''Nulla ti calma più di un paesaggio pacifico ed armonio, ti aspetto là dove la pace e l'armonia si incontrano.'' lessi mentalmente. Andai verso il tempio, ma mi fermai prima, percorsi il ponte che portava alla fontana e mi sedetti. Un bellissimo bimbo dagli occhi noccciola  mi si avvicinò ''sei tu Ginseng?'' risi ''si, sono io.'' mi porse la mano, io mi alzai e presi la sua mano ''dove andiamo?'' ''il suo cavaliere mi aveva avvertita che lo avrebbe chiesto, non posso dirglielo.'' Ad un certo punto si fermò e mi chiese di abbassarmi, mi bendò e mi condusse fino alle mani di Dominic, che non mi tolsero la benda, ma mi afferrarono saldamente. ''Grazie, ecco i i tuoi 25 euro e le tue caramelle.'' Capì di essere su una piccola barca quando Dominic accese il motore. ''Posso togliermi la benda?'' urlai ''No.'' me la tolsi ugualmente e, con mia grande sorpresa, trovai la tavola imbandita. ''Nooo! Non dovevi vederla!'' ''No? avevi intenzione di lasciarmi bendata tutta la sera?'' ''quello era il piano.. ma devi sempre improvvisare e rompere gli schemi, tu..'' osservai ciò che c'era in tavola ''ma dimmi un po'.. hai intenzione di conquistarmi con dei gamberetti?'' ''con dei gamberetti?'' rise ''vuoi scherzare?'' ''vieni a lavarti le mani che ti faccio vedere. Banali gamberetti, ma guarda te questa..'' si alzò ''aspetta, non ho finito la granita!'' ''che ti importa? tanto l'ho pagata io!'' ''non importa Dom, va mangiata tutta! l'hai mai assaggiata?'' ''no.'' ''ecco, si spiega tutto.'' gli porsi la granita e Lui l'afferrò, con l'altra mano afferrò me, appoggiò la granita sul tavolino e mi attirò a sè ''voglio assaggiare il pistacchio dalle tue labbra. Dammi un bacio.'' lo fulminai con lo sguardo ''tanto per fine serata mi vorrai far assaggiare tutto il tuo corpo, tanto vale che mi baci adesso. E dopo.''


A letto con FreudDove le storie prendono vita. Scoprilo ora