2. (Revisionato)

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Quella mattina la neve a Chicago scendeva ancora incessantemente, Hayley dopo aver lasciato l'ospedale era tornata a casa con l'amaro in bocca.

Aveva capito fin da subito che tipo di persona fosse il Dottor Williams, ma non credeva avesse così tanta arroganza in corpo da screditare altri suoi colleghi.
O per lo meno, una collega che  conosceva da nemmeno  un'ora.

Si mise a dormite quasi subito, anche se il sonno non voleva arrivare.

Quando la sua sveglia suonò, qualche ora dopo, si sentiva stordita, aveva un mal di testa che non aveva mai avuto nemmeno nei post sbornia peggiore. Si alzò già stanca e facendo il conto alla rovescia per poter risdraiarsi nel suo letto. 
Quando varcò l'ingresso dell'ospedale, si sentì percorrere da un senso di nausea che la portò ad affrettarsi a dirigersi verso lo spogliatoio.

Matthew aveva aspettavo per due ore che Hayley arrivasse in laboratorio, ma di lei non c'era nessuna traccia, quando ormai il tempo di attesa arrivò alla terza ora, il medico si alzò innervosito e uscì dal laboratorio, odiava quando le persone tardavano.
Uscì dal laboratorio, per trovare Hayley seduta al computer, quel giorno a legare i suoi capelli neri non era una treccia, come il giorno precedente, ma uno chignon spettinato.
«Ti ho aspettata per tre ore. Che cavolo fai?» disse Matthew guardandola, la ragazza fece una smorfia di dolore, la voce alta di Matthew era stata peggio di un colpo alla testa.

Matthew la guardò, non aveva una bella cera, ma era troppo infastidito per chiederle se stesse bene, la voce della ragazza di fronte a lui lo richiamò alla realtà.
«Andiamo, non vorrai perdere tempo col mio stupido progetto? Come mi hai definita ieri, aspetta che ci penso.» disse Hayley facendo finta di pensarci, la sua voce era debole, come se avesse male a parlare ad alta voce, «Ah già stupida orgogliosa che crede di sapere tutto sulla chirurgia. Beh caro Williams, ti auguro il meglio col tuo progetto, perché ho intenzione di lavorarci da sola a questo, dato che per te è stupido.», solo a quel punto la dottoressa alzò lo sguardo verso  il dottore che la guardava senza sapere cosa dire, spiazzato, quando aveva definito il suo progetto stupido, mentre parlava con Christian non aveva la più pallida idea che lei potesse sentirlo, altrimenti non lo avrebbe mai fatto.

«Come hai fatto?» si limitò a dire.
«Ha importanza? Ho di meglio da fare io.» Hayley non lo degnò di uno sguardo, tornò a guardare il suo computer mentre Matthew mantenne lo sguardo sulla ragazza ancora per qualche secondo prima di andarsene.

«Hayley, ti avevo chiesto di essere gentile, perché fai così?» sospirò Emma sedendosi accanto a Hayley.
«Capisco quanto tu ci tenga Emma, ma non é colpa mia, si è comportato da stronzo.» rispose la ragazza mentre stava sdraiata sul divanetto in pelle dell'ufficio della sua migliore amica.
«Mi dispiace, vedrò di fare qualcosa. Ma tu dovresti andare a casa.» affermò Emma guardando Hayley, non l'aveva mai vista così sciupata, o almeno non la vedeva così dalla sua rottura con Jackson, il suo primo e ultimo fidanzato. Anche se in questo caso il suo malessere non era dovuto a una pena d'amore, ma molto probabilmente solamente all'influenza.

«C'era una cosa di cui ti volevo parlare in questi giorni...» ammise Hayley guardando Emma, evitando completamente il suo consiglio, la quale annuì facendole segno di andare avanti.
«Sai Mike?» quando vide l'amica annuire Hayley continuò «Stiamo insieme da qualche settimana.» Hayley guardò l'amica per capire che cosa pensava, non che il suo parere avrebbe cambiato la situazione, ma il suo parere molte volte era più importante di quello di sua mamma.
Emma, sapeva quanto Mike fosse stato dietro a Hayley, si conoscevano da una vita e da una vita a Micheal piaceva la sua migliore amica, ma la ragazza, testarda, aveva sempre declinato le advances dell'amico per non rovinare la loro longeva amicizia. E questo Emma lo capiva, ma dall'altro lato sapeva che non c'era nessuno di più perfetto di Mike per Hayley.

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