33.

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Un mese prima.
Giorno dell'intervento di Hayley.

A un certo punto sembrò fermarsi per tutti.
Matthew col cuore spezzato scese in sala operatoria, e disperato, non poteva credere che stesse finendo così.
Jackson si era allontanato dal corpo di Hayley, le sue braccia cedettero cadendo a peso morto lungo i fianchi lasciando cadere gli strumenti, Derek accanto a lui era rimasto pietrificato.
Il rumore incessante del bip, che per la prima segnava il fallimento di Derek, per poi, forse per miracolo, o forse Dio aveva ascoltato le preghiere di Matthew, il battito cardiaco tornò normale, il che permise ai tre chirurghi di rimettersi al lavoro.
Riuscino a togliere il tumore a Hayley, ma nonostante ciò, dopo che l'effetto dell'anestesia terminò Hayley non si svegliò.
Rimase in coma per due settimane, per Joe, Jackson, Derek, Matthew, Kloe, Emma e Hilary furono le due settimane peggiori, a ogni telefonata che ricevevano rispondevano come se potesse essere la chiamata che segnava che Hayley non ce l'aveva fatta.
Jackson, che non aveva mai lasciato la stanza di Hayley, non riusciva a far altro che pensare alla loro storia.

Otto anni prima.
Una settimana dopo il loro primo incontro.

Hayley suonò al campanello della famiglia Smith e quasi subito Jackson le aprì, Hayley sorrise, lei aveva i capelli legati in uno chignon spettinato, indossava un vestito rosso a fiori, e in volto nemmeno un filo di trucco, non ne aveva bisogno, Jackson  aveva cercato di prepararsi al meglio a quell'appuntamento, eppure i suoi ricci non avevano intenzione di stare al loro posto, in dosso aveva una maglietta grigia larga e dei jeans neri stretti, ai piedi solo un paio di calze nere.
Hayley pensò che per tutta la settimana non lo aveva visto con indosso nemmeno una maglietta o maglione di un colore allegro.
Jackson salutò Hayley facendola entrare in casa, lei entrò guardandosi in giro.
«Jackson? Chi è?» disse una signora uscendo dalla cucina per poi guardare Hayley, la quale la salutò cordialmente e la signora sorrise come se non avesse mai visto una ragazza, poi un po' imbarazzata e un po' agitata, si asciugò le mani con uno straccio e la porse verso Hayley.
«Katherine, piacere.» sorrise la signora, uguale a Jackson, capelli neri scuri ricci lunghi, e occhi chiari, non era molto alta, perciò, Hayley, pensò che probabilmente l'altezza Jackson l'avesse ereditata da suo padre.
«Hayley Mongomery.» sorrise Hayley stringendo la mano alla madre di Jackson, il quale imbarazzato cercò una scusa per salire in camera.
«Mamma dobbiamo studiare, ora.» disse Jackson.
«Oh, certo. Buono studio allora.» disse per ritornare in cucina.
Hayley si voltò verso Jackson se la portò in camera sua.
«Siediti dove vuoi.» disse lui raccogliendo ancora dei vestiti da terra.
«E scusami per mia madre, lei non è abituata a vedere ragazze tipo te.» disse Jackson grattandosi imbarazzato il collo.
«Come me?» chiese accigliata Hayley e Jackson annuì. «Sì, le altre di solito indossano vestiti più corti, hanno un cerone in faccia e non danno neanche del voi.» disse Jackson scuotendo la testa.
«Perchè le frequenti se non ti piacciono?» chiese Hayley sedendosi ai piedi del letto, Jackson come riesposta scrollò le spalle.
«Non lo so.»
Hayley annuì.
«Posso farti una domanda?» chiese lui sedendosi accanto a lei, la quale lo guardò e annuì sorridendo.
«Perchè perdi tempo con me?» chiese Jackson guardandola.
«Non sto perdendo tempo.» Hayley fece spallucce e si alzò.
«La vuoi ancora sapere la mia storia?» chiese Jackson e la ragazza annuì risiedendosi accanto a lui.
Jackson le raccontò tutto per filo e per segno, e Hayley mentre raccontava si sedette sulle gambe di lui appoggiando la sua schiena al suo petto.
Jackson sorrise, era possibile perdere la testa per una ragazza in una sola settimana?

Nel presente.

Jackson entrò in casa sua, e senza nemmeno appoggiare le cose salì le scale entrando in camera sua e di Hayley, che dormiva con tutte le persiane chiuse.
Si mise accanto a lei e l'abbracciò da dietro.

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