49.

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A Chicago quel giorno il caldo era diventato insopportabile, Hayley era seduta dietro lo studio di Emma a cercare di riprendere aria, sarebbe stato il suo ultimo giorno di lavoro e non perché lo volesse ma perché aveva promesso a Matthew che avrebbe passato almeno il mese prima del parto a casa a prendersi cura di sé stessa.
«Ho voglia di mare», disse Hayley facendosi aria con un pezzo di carta. Emma dif ronte a lei sistemava tutti i turni dei vari specializzandi.
«Siete appena tornati.» disse ridacchiando Emma mentre Hayley alla sua risposta fece spallucce.
Hayley sarebbe rimasta seduta anche tutto il giorno ma il suo cerca persona la richiamò al suo lavoro.
«Ho un intervento. Ci vediamo dopo.» sorrise Hayley cercando di fare il più in fretta possibile.
«Siamo in sala operatoria con te.» disse Matthew camminando accanto a Hayley  con Joe.
«Perché? Ce la faccio benissimo Matt.» rispose Hayley e Matthew annuì «Lo so, però non si sa mai, potresti avere le contrazioni o potrebbero rompersi le acque, non puoi saperlo.» Matthew fece spallucce.
«Manca ancora un mese Matt.»
«Non tutti nascono al nono mese Hay, io sono nato a fine settimo mese.»

***

Erano passate due ore dall'inizio dell'intervento e ancora Hayley non aveva finito, nonostante avesse iniziato ad avere dolori che non aveva mai sentito prima, Micheal continuava a scalciare, ma lei sapeva riconoscere la differenza tra un calcio di Micheal e un altro dolore.
Ma aveva cercato il più possibile di non darlo a vedere, mancava poco e avrebbe potuto richiudere la ferita e occuparsi di sé.
«Hayley tutto bene?» chiese Matthew guardandola, era probabilmente la ventesima volta che glielo chiedeva.
«Joe ho bisogno che tu mi sostituisca.» disse Hayley.
«Matt le contrazioni sono più regolari e frequenti.»

***

Hayley e Matthew avevamo sognato e immaginato come sarebbe potuto essere tenere tra le braccia un bambino, il loro bambino.
Le donne passano tutta la vita a immaginare di avere dei figli, a sognare di essere madri e si chiedono che tipo di madri sarebbero.
Matthew, che nella sua vita ne aveva passate tante, non sapeva che padre sarebbe stato, perché in fondo nessuno lo sa, si fanno dei progetti, ma poi una volta che ti trovi nel ruolo di genitore per la prima volta, non sempre tieni fede ai tuoi progetti, però Matthew sapeva benissimo che genitore non sarebbe mai stato, non sarebbe mai stato come i suoi genitori biologici.

Matthew si mise sdraiato accanto a Hayley, che era sudata, affaticata e stanca, ma che nonostante ciò teneva tra le braccia il loro bambino con il sorriso più bello che Matthew le avesse mai visto stampato in faccia.

Un anno dopo

«Matt, ti ho portato le cartelle che mi avevi chiesto.» disse Joe a Matthew passandogli il blocco di cartelle.
Matthew annuì prendendole in mano e dandoci un'occhiata in fretta.
«Quindi... Mia sorella è irremovibile?» chiese Joe mettendosi seduto dietro alla scrivania di Emma.
«Sì, non le vuole sapere. Ma va bene anche così.» fece spallucce Matthew.
Joe annuì per poi sorridere «Grazie al cielo tutti i suoi pazienti sono passati a te e non a me.» ridacchiò Joe.

***

Hayley entrò al Chicago Hospital, erano cambiate tante cose dall'ultima volta che c'era stata, in primo luogo i camici non erano più blu ma verdi, era stata una decisione di Emma, li definiva più allegri, Matthew non ne era molto convinto, ma alla fine un colore per lui ne valeva un altro, inoltre era stato restrutturato in quanto era un vecchio ospedale, ma cosa più importante lei non ci entrava più come dottoressa ma come paziente.
«Hayley.» urlò Emma dall'altra parte del corridoio per poi raggiungerla, «Che strano vederti qui.» sorrise per poi concentrarsi sul bambino in braccio a lei.
«Heei Mike, quanto sei cresciutoo!» disse Emma per poi allungare le braccia per prenderlo in braccio, ma il bambino si ritrasse aggrappandosi di più a sua madre.
«Si è appena svegliato è un po' scontroso.» sorrise Hayley per poi sistemare i capelli biondi, tutti spettinati del bambino.
«Hai visto Matt da qualche parte? Aveva detto che gli avrebbe fai lui la vaccinazione.» disse Hayley guardandosi in giro a cercare Matthew.
«Dovrebbe essere nel mio studio, ti accompagnerei ma devo stare dietro a dei nuovi specializzandi.» disse Emma alzando gli occhi al cielo e accarezzando una manina a Micheal, mentre il bambino teneva i suoi grandi occhi blu puntati su di lei.
«Tranquilla, mi ricordo ancora dov'è.»

***

Appena Hayley entrò nello studio di Emma, Matthew si alzò per prendere in braccio Micheal, gli diede ripetuti baci sulla guancia facendolo ridere a crepapelle e poi guardò Hayley sorridendo.
«Ti sei appena svegliata?» ridacchiò Matthew, da quando Hayley aveva smesso di lavorare dormiva fino a tardi.
«Puó darsi.» sorrise Hayley mettendosi seduta.

All'inizio avevano discusso molto sul fatto che Hayley volesse lasciare il lavoro, ma ora a distanza di un anno Matthew aveva capito che per Hayley non c'era niente di  più bello che stare a casa e passare le giornate con suo figlio.

Chicago HospitalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora