3. (Revisionato)

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Il vento fece rabbrividire la ragazza mentre le scompigliava i capelli neri. Il ragazzo si voltò a guardarla, se stava pensando di ammalarsi quello era il modo migliore.
Non disse nulla, non voleva farla innervosire più di quanto già lo era.

I suoi occhi blu, che di solito vedeva accesi, in quel momento erano lucidi e si vedeva quanto cercasse di trattenersi, avrebbe voluto chiederle cosa fosse successo durante l'intervento, se era andato storto qualcosa, ma riusciva a capire dal suo volto che non era pronta.
Matthew fece per parlare ma fu interrotto dalla sua suoneria. La ragazza sbloccò il telefono e se lo portò all'orecchio.
«Mike...» disse la ragazza per poi alzarsi dalla panchina e rientrare al caldo.
Il dottore la guardò andarsene, rimanedoci, anche se non voleva ammetterlo, male per il fatto che non lo avesse salutato.
Ma cosa si aspettava? Era offesa o forse arrabbiata con lui.

La ragazza dagli occhi blu chiamava l'ascensore mentre ascoltava Mike che cercava di consolarla, probabilmente il suo ragazzo era stato informato da Joe della cattiva notizia.
Appena si aprirono le porte dell'ascensore vi entrò dentro, mentre cercava di trattenere le lacrime. Non avrebbe mai imparato a non sentirsi in colpa a ogni perdita dei suoi pazienti.
Schiacciò il pulsante per arrivare al terzo piano, mentre si affrettava a chiudere la conversazione con Mike, non perché non volesse parlare con lui, ma perché non voleva mettersi a piangere in mezzo all'ospedale, chiuse la chiamata per poi rimettere il proprio telefono all'interno della tasta del camice.
«Hayley Elisabeth Johnson, ti voglio nel mio ufficio. Ora.»  la richiamò Emma, dal suo volto a dottoressa capì che ciò che l'aspettava non sarebbe stato affatto bello.

Entrò nel suo ufficio, trovando il dottor Williams seduto a una delle due poltrone davanti alla scrivania dell'enorme stanza, mentre Emma si posizionava sulla sua poltrona guardando sia la sua migliore amica che il rinomato chirurgo con delusione.
Hayley per quanto si sforzasse captava solo parte delle frasi del discorso di Emma. Voleva solo andarsene a casa e dormire. O almeno dimenticare quel giorno.

«Mi dispiace che le cose tra voi due non siano andate per il meglio, ma dovete presentarlo assieme il progetto, ne consegue che uno dei due deve rinunciare.» affermo il capo dell'ospedale, guardando in modo particolare la sua amica, che sebbene non avesse seguito molto del discorso di Emma non aveva intenzione di darla vinta all'altro chirurgo, Hayley guardò Matthew «Non rinuncerò mai al mio progetto, sappilo.» il dottore alzò gli occhi al cielo.
«Rinuncio io.» sospirò quest'ultimo, glielo doveva in fondo no? Lei aveva dedicato durante tutta la sua carriera al suo progetto, era più suo che di Matthew, glielo doveva.
Il chirurgo, infastidito, si congedò, ritenendo ormai conclusa la questione.

Hayley si affrettò a seguirlo, non si aspettava che lui rinunciasse, non era quello che voleva, lei sperava, in fondo, in una loro collaborazione.

«Sono felice che tu abbia rinunciato. Era il minimo che tu potessi fare.» disse Hayley appena gli fu accanto.
«Non parlarmi okay?»
Hayley lo guardò alzando le sopracciglia, ora il dottor Williams voleva giocare a fare i bambini, non lo aveva di certo obbligato ad rinunciare.
«Wow mi sembra un po' esagerato.»
«A te non frega niente di questo progetto, niente, che cosa ti costava rinunciare al tuo? Niente.»
«No, ma va, ci ho solo lavorato una vita.» rispose la ragazza scocciata, faceva sul serio? Solo perché a lui non fregava del suo progetto non significava che anche per Hayley dovesse essere lo stesso.
«Certo... In ogni caso mi sembra giusto avvisarti che presenterò la richiesta di lavorare dal solo al mio progetto, e nel caso in cui ne sceglieranno uno fra il mio e il tuo, che vinca il migliore.» disse Matthew per poi superare Hayley andadole addosso con la spalla.

***

I giorni per preparare il progetto arrivarono al termine. Matthew era riuscito a convincere Emma a presentare un progetto da solo, allo stesso modo fece anche Hayley.
Entrambi si evitarono per tutto il periodo della progettazione, ovvero per ben un mese, Matthew passava tutte le ore a lavorare al progetto, mentre Hayley passava dalla sala operatoria, al laboratorio a Mike, anche se la maggior parte delle volte era costretta a rinunciare a quest'ultimo.

***

Hayley rimase di fronte a quelle analisi per più di tre giorni, le avevano tolto il sonno, la voglia di vedere chiunque, voleva solo trovare una soluzione, voleva solo salvare il suo paziente.
Non credeva che lo avrebbe mai fatto ma bussò al laboratorio di Matthew, e aspettò che lui andasse ad aprirle.
«Che ci fai qui?» disse il dottore guardandola, aveva due occhi gonfi e rossi, i suoi capelli neri erano arruffati e non era sicuro che stesse bene, anzi era sicuro che non fosse tutto a posto.
«Ho bisogno del tuo aiuto.» affermò la ragazza sedendosi nella poltrona accanto a lui, la seguì con lo sguardo mentre lei maneggiava col computer,  per poi proiettare le analisi di un suo paziente.

«È un casino.» disse Matthew guardando la dottoressa accanto a lui «Al massimo avrà due mesi. Hayley, mi dispiace. Ma non resta quasi nulla di sano.»
Hayley continuava a guardare le radiografie appese al muro, era visibilmente distrutta, gli era venuta quasi voglia di abbracciarla ma non poteva farlo, e si affrettò a scacciare quel pensiero dalla sua testa.
«Ci deve essere una soluzione, non posso perdere un altro paziente.» sospirò lei.
Matthew non disse, la soluzione lui la stava cercando ma lei si era rifiutata di trovare assieme a lui una cura.
«Ha solo quindici anni Matt.» disse Hayley, e il dottore fu sorpreso del soprannome da lei assegnato, nessuno lo chiamava così da anni.
«So che non mi sopporti ma ci deve essere una soluzione.»
Matthew alzò gli occhi al cielo.
«Puoi provare a passare dall'unica zona ancora intatta, ma io non rischierei. Ora capirai perché non ho rinunciato al mio progetto. Se solo fossi stata meno orgogliosa Hayley.»
Hayley si girò verso Matthew.
«Vattene.»

Hayley entrò in casa alle quattro di mattina, salì in camera dei genitori e aprì tutte le luci che trovava.
«Ho bisogno di voi.» Hayley si mise tra sua madre e suo padre, e stese le radiografie sul letto.
«Non ho idea di cosa fare, qualsiasi cosa la ucciderebbe.»
«Ley ci pensiamo domani.» disse suo padre.
«Non posso aspettare.» sospirò Hayley.

***

«Hayley...» Hayley si svegliò di colpo, alzando la testa dalle radiografie sul tavolo del suo laboratorio.
«Cosa ci fai qui Mike?» disse Hayley alzandosi e andando a sciacquarsi il viso, consumato dalle ore di sonno perse.
«Mi hanno chiamato i tuoi genitori, sono preoccupati. Hayley non c'è nulla che tu possa fare.» disse Mike scuotendo la testa e abbracciando da dietro la ragazza, impegnata a pettinarsi.
«Si invece, c'è una soluzione e io la devo trovare... Mike tu non capisci... Io non posso permettere che accada. Non è giusto.»
«Lo so Ley... Ma tuo padre ha detto...»
«Lo so.» lo interruppe la dottoressa «So cosa ha detto.» sospirò Hayley.
La ragazza si affrettò a salutare il suo ragazzo per poi immergersi al lavoro, quando sentì cadere sul tavolo del laboratorio un blocco di fogli.
«Ho trovato una soluzione.» disse Matthew «È già stata testata, ma l'intervento funziona una volta su trenta. È un intervento ha ultra suoni.»
«Non posso, devo darle la garanzia che viva, non vogliono più far nulla. Se ho una possibilità su trenta di farla morire, io di sicuro rientro nelle trenta dottor Williams.»
«Invece, io l'ho vista al lavoro Dottoressa Johnson e per me lei potrebbe essere l'unica possibilità di farla vivere. Ci pensi, non costa nulla.» disse Matthew lasciando il laboratorio.

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