31.

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«No aspetta, non ho capito. Lei è incinta di due settimane? È impossibile sia tuo Matthew.» disse Hayley accigliandosi e prendendo il frullato di frutta recentemente ordinato.
«È quello che penso anche io, ma perché dovrebbe fingere di essere incinta di me Hay?»
«Perchè è psicopatica Matt.» disse Hayley alzando gli occhi al cielo e prendendo un altro frullato per Jackson.
«Non è psicopatica. Se fosse veramente mio? Io non ho mai progettato di avere figli, non è nei miei piani, non ora e soprattutto non avevo progettato di avere figli con una persona che non amo.» sospirò Matthew.
«Falle fare un test genetico.» disse Hayley facendo spallucce.
«Si può fare solo dal terzo mese.»  Matthew sospirò sedendosi.
Hayley chiuse gli occhi e cercò di appoggiarsi a qualcosa per non cadere.
«Hayley?» chiese Matthew e si alzò per aiutarla.
«Mi gira solo la testa.» disse Hayley sedendosi. Matthew scosse la testa «È da una settimana che...» iniziò Matthew ma venne interrotto da Hayley «Ho già fissato la visita oggi.» fece spallucce.
Matthew annuì. «Io farei una tac, posso fartela io.»
«Sì meglio, non voglio chiedere a Jackson.» Hayley sospirò.

Hayley e Matthew si diressero verso la sala per fare la tac.
Hayley avrebbe dovuto aspettare una settimana per avere i risultati, ma Matthew fece di tutto per portarglieli il giorno stesso.
«Le hai già guardate?» chiese Hayley e Matthew scosse la testa in segno negativo e lei annuì «Okay.» disse per poi aprire la busta e sospirò.
«Allora?»
«È divertente davvero. Ho passato la vita a togliere tumori e ora ne ho uno.» disse scuotendo la testa, Matthew che nella sua testa rielaborava le parole della ragazza non riusciva a crederci, avrebbe voluto strapparle i fogli dalla mano e dirle che era tutto uno scherzo di cattivo gusto, ma sapeva che Hayley non stava scherzando, non scherzava mai su queste cose, era solo la triste realtà.
«Posso vedere? Ci sarà una soluzione...» disse Matthew quasi in sussurro.
«Devo trovare Jackson.» Hayley alzò gli occhi al cielo cercando di non piangere.

***

Matthew aveva passato tutto il pomeriggio a cercare una soluzione, qualsiasi cosa gli venisse in mente era troppo invasiva.
La porta del suo studio si aprì velocemente e Jackson entrò dentro e si sedette vicino a Matthew.
«È il tumore di Hayley?» chiese lui sperando che non lo fosse, Matthew annuì e Jackson di risposta abbassò la testa sospirando e si passò la mano sul volto.
«Mi dispiace.» sospirò anche Matthew.
«Qualsiasi cosa facciamo è invasiva e troppo rischiosa.» sospirò «E ogni secondo diventa otto volte più grande, più aspettiamo più peggiora...» voleva aggiungere altro ma venne interrotto da Derek.
«Ho già fatto interventi del genere, prenotate una sala operatoria.»
«È troppo pericoloso...» disse Matthew contraddicendo il padre di Hayley.
«Eh beh? In chirurgia anche un banale singhiozzo può essere mortale, e quindi? Preferisci non far niente? Devi pur far qualcosa, potrebbe andare male, hai ragione, come potrebbe andare bene, e se io ho la possibilità di salvare la vita a mia figlia lo faccio, ho dedicato tutta la mia vita a prepararmi a salvarle la vita. Io vi aspetto in sala operatoria, decidete voi se provare con me a salvarle la vita o se oppure preferite guardarla morire.» disse Derek uscendo dallo studio lasciando i due chirurghi a contemplare cosa fare.
Jackson esistò qualche secondo ma poi si alzò immediatamente e seguì Derek.
Hayley nel mentre aveva dovuto fare tutto di corsa per essere pronta per l'intervento.
È strana la vita, un attimo prima stai benissimo, l'attimo dopo stai per morire.

***

Matthew dalla galleria seguiva l'operazione passo per passo, non pregava spesso, ma quel giorno aveva detto più preghiere possibili.
A un certo punto sembrò fermarsi per tutti.
Matthew col cuore spezzato scese in sala operatoria, e disperato, non poteva credere che stesse finendo così.
Jackson si era allontanato dal corpo di Hayley, le sue braccia cedettero cadendo a peso morto lungo i fianchi lasciando cadere gli strumenti, Derek accanto a lui era rimasto pietrificato.
Questa, purtroppo per quanto cruda, è la vita.
E col tempo avrebbero imparato a convivere con tutto questo dolore che in quel momento pareva distruggerli.

Chicago HospitalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora