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- Allora che dici? Hai intenzione di dirmelo?- Domandai tenendo ancora stretta la sua mano nella mia. Prese un respiro profondo e, finalmente, parlò.

- Non so onestamente come sia successo, non so nulla dell'inizio, semplicemente un giorno tornai prima a casa da scuola e vidi mio padre picchiare Jennie. Non Dissi nulla, rimasi completamente immobile e fu Jennie, dopo un paio di minuti, ad accorgersi di me. Mi disse che non era niente e andava tutto bene e che non dovevo parlarne con nessuno. Io l'ascoltai e me lo tenni per me, ma iniziava ad avere lividi più visibili e strane ferite per tutto il corpo. Le cose peggiorarono quando...- Si interruppe. Sbarrò gli occhi. Iniziava davvero a farmi paura. Restò immobile con la bocca parte e le lacrime che gli rigavano le guance.

- Che è successo Tae?- Domandai avvicinandomi di più a lui.

- Quando... notai le stesse ferite sulla pelle di mia madre.- Il suo sguardo era ancora fisso a pavimento.- Venerdì ci sarà l'anniversario della sua morte e non sono stato invitato.-

- Come hanno potuto non invitarti?-

- Devo spiegare tutta la storia?- Domandò battendo le mani sulle sue cosce.- Scoprii che mio padre picchiava mia sorella 4 anni fa. Jennie fece di tutto per ottenere una borsa di studio e andò in Nuove Zelanda per completare gli studi. Fu allora che mi accorsi delle ferite della mamma ma avevo promesso di non parlarne a nessuno quindi mi tenni tutti i dubbi per me. Dopo due anni, avevo quasi finito il liceo, mia madre morí. Nostro padre ci disse per colpa di un ladro che l'aveva accoltellata allora chiamammo Jennie per venire al funerale e, quando arrivò quel giorno, si mise a urlare davanti a tutti che era stato lui ad ucciderla e scoprirono la verità: era davvero stato lui ad accoltellarla. Dopo di ciò ci fecero delle domande a tutti e tre e scoprirono che io sapevo tutto, sia di mia madre che di mia sorella e lo dissero a mio fratello maggiore. Mi disse chiaramente che ero stato io ad uccidere la mamma e che non dovevo più rivolgergli la parola. Si iscrisse all'università e mia sorella di traferì definitivamente qui in Corea. Eravamo piccoli e la famiglia Min ci accolse con loro essendo stretti amici di mia madre. Mi sentivo di troppo e, appena finii la scuola mi iscrissi nell'università più famosa di Seoul, non sapevo ci fosse anche Nam perché avevano chiuso tutti i rapporti. Appena Jennie si diplomò venne anche lei qui per restare con entrambi ma, appena divide Nam, smise di parlarmi senza motivo. Mi sentii maledettamente solo e fu allora che conobbi Kim Seokjin. Era il mio compagno di stanza e mi aiutò parecchio, iniziavo a sentirmi finalmente amico di qualcuno. Tramite Yoongi conobbi anche HOSEOK e JIMIN e iniziammo ad uscire tutte le sere. SEOKJIN poi fece amicizia con Nam e scoprí che eravamo fratelli ma non ci parlavamo più. Voleva per forza farci risolvere ed una sera gli tirai un pugno in pieno volto. Pensi sia null, vero? Un semplice pugno... invece no. Gli ho deviato il setto nasale ed ha ancora difficoltà a respirare. Si è fatto tre interventi ma ancora oggi ha qualche problema. Nam non mi perdonerà mai...-

- E tu ti saresti tenuto dentro tutto questo da 4 anni??- Domandai scioccato.

- Non avevo un JEON Jungkook prima.-

Pacify her - v k o o k Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora