La palestra era come al solito piena di gente. In mezzo al chiacchiericcio ovattato tipico dei luoghi di ritrovo, c'erano anche le voci di Brian e di Carlo, il suo migliore amico, che gli stava raccontando dell'ultimo incontro fatto con un ragazzo.
- ...Poi niente, la serata è finita – disse Carlo, tagliando corto un lungo discorso che lo vedeva protagonista insieme a un altro ragazzo.
- Finita? – domandò Brian – Ma perché? –
- Eh, sapessi...! –
- Dai dimmelo. –
Sospirando, Carlo scese dalla panca e prese fiato, controllando i muscoli per un momento. Poi guardò Brian.
- Sai cos'ha avuto il coraggio di chiedermi quando siamo usciti dal locale? –
- No, cosa? –
- A parte che era un locale di merda-piccolo e in periferia, quando siamo usciti ha avuto il coraggio di chiedermi la mia parte. Ma dico ti rendi conto? –
- Ahahah! Ma dai! – rise Brian, portandosi le mani ai capelli.
- Sì, sì! Non è una cazzata! – esclamò Carlo con gli occhi fuori dalle orbite.
- E tu cos'hai fatto? –
- Eh, niente... ho aperto il portafogli, gli ho dato la sua parte e poi gli ho detto che avevo sonno e che dovevo andare a casa. Dopodiché l'ho bloccato e cancellato da ogni possibile contatto. Ma ti pare? –
- Purtroppo alcuni sono così. –
- Già, peccato che ad essere così siano sempre i più scopabili... perché i cessi magari la cena te la pagano, però poi tu non glielo dai lo stesso. Eh...! È la grande contraddizione di noi zitelle, cara: non si avvicinano gli uccelli, ma solo gli spaventapasseri. –
Brian si alternò con lui a fare i pesi sulla panca, passando dal braccio sinistro al destro. – Quindi non ci sei andato a letto? –
- Ma sei fuori?! Certo che no! Ma tu ci saresti andato?! Con uno che ti chiede la tua parte della cena? –
Per quella che era la sua voglia di sesso in quel momento, Brian non solo avrebbe pagato la sua parte, ma una cena intera a chiunque gliene avesse offerto un po'. Ma una risposta del genere avrebbe inevitabilmente servito a Carlo un boccone prelibato su cui affondare le sue fauci pettegole e distruggere la sua relazione, insinuando che Corrado non lo toccava più e che quindi erano sull'orlo del baratro. Carlo faceva un po' lo stronzetto, però era una persona intelligente e sagace. Brian pensava che era proprio per quel suo carattere forte e deciso, che rifiutava di sottomettersi a certe dinamiche, che era single da più di dieci anni. Che ricordasse, era stato con un uomo molto più grande di lui quando aveva diciannove anni, ma poi l'aveva lasciato. Tuttora Carlo oscillava tra il desiderio di libertà e quello di fermarsi, senza accorgersi che l'uno alimentava l'altro.
- Tanto, figurati se per me è un problema trovare da scopare. Ho Whatsapp che esplode di messaggi. Se mai ho il problema opposto! –
- Coraggio, prima o poi capiterà anche a te quello giusto, com'è successo a me. –
- Be', mia cara... tu non fai testo – rispose Carlo con una risatina di sufficienza. – Tu hai messo il lucchetto al sederino già quando avevi diciotto anni e ti vedevi con "lo studente del politecnico". Ahahah! –
Brian gli fece una linguaccia scherzosa.
- Mentre io e le altre giovincelle rampanti saltavamo da un letto all'altro, ignare che saremmo un giorno diventate delle carampane arrapate. Ahhh, bei tempi quelli! – disse, con un'enfasi che tradiva a malapena il suo passato di attore teatrale.
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Pancakes a colazione
RomanceBrian è fidanzato da dieci anni insieme a Corrado. La loro sembrerebbe un'unione felice, almeno dal lato di Corrado: ha un lavoro che gli piace, vive in un bell'appartamento e ama il suo ragazzo. Purtroppo da parte di Brian invece, qualcosa non va:...