22.

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Amore è anche migliorare per una persona che si ama.

Quella frase l'aveva letta da qualche parte in passato, forse in uno dei tanti forum che girava quando ancora era ragazzino, alla ricerca dell'amore che poi trovò da tutt'altra parte (galeotto fu l'Open Day di facoltà).

Gli tornò in mente quella frase mentre era dal tabaccaio, che lo guardava con un'espressione a metà tra il perplesso e lo spazientito.

- Allora, ha deciso? Ci sono altri che devo servire dopo di lei. – lo redarguì.

- Due, per favore – disse finalmente Brian riavendosi dalla sua trance, e il tabaccaio gli prese un altro pacchetto di Winston e glielo mise sul vassoietto concavo lì vicino. Brian le afferrò come se fossero una medicina portentosa in grado di guarirlo o almeno farlo stare meglio.

I giorni in cui comprava così tante sigarette erano finiti più o meno quando aveva spento ventidue candeline sulla torta, aveva tagliato i lunghi capelli rossi (che ormai gli arrivavano quasi alla base della schiena) ed erano circa quattro anni che era insieme a Corrado. Lui non gliel'aveva nemmeno chiesto. Corrado l'aveva accettato così com'era, coi suoi capelli lunghi e rossi e le sue innumerevoli efelidi sulla pelle, e ovviamente con il vizio del fumo. Però un certo punto della sua vita e della loro relazione, Brian aveva pensato che forse poteva essere meglio di com'era, magari aggiustando qualcosa qua e là. E tra le cose da aggiustare rientrò anche la decisione di smettere di fumare.

Così l'aveva fatto: un bel giorno aveva fumato l'ultima sigaretta e poi, semplicemente, non ne aveva comprate più. Ogni tanto Carlo aveva tentato di offrirgliene, ma lui non le accettava più. Perché? Gli domandava Carlo. Brian gli rispondeva semplicemente che non ne aveva voglia. Non diceva nemmeno "sto cercando di smettere", perché sarebbe stato come dire che aveva voglia di fumare ma non poteva farlo, mentre invece non era così: allora non sentiva per niente il bisogno di fumare, perché sapeva che lo stava facendo per apparire migliore agli occhi del suo fidanzato Corrado.

E così, da circa sei anni aveva smesso con il fumo. Ora, dopo tutto quel tempo, la voglia di migliorarsi era stata soddisfatta, ma al suo posto aveva incominciato ad avvertire una strana sensazione, che una buona sigaretta avrebbe aiutato a far passare o quantomeno attenuato.

L'episodio era fresco di giornata, ed era stato talmente devastante da spingerlo a scendere giù e prendere il metrò fino alla tabaccheria più vicina, dove aveva preso appunto i due pacchetti di sigarette.

La mattina era cominciata normalmente, come tante altre da due mesi a quella parte. Nonostante la primavera alle porte, il cielo fuori dalla finestra del loft era ancora color piombo.

Tutto il contrario era Brian, che si era svegliato di buon mattino per provare a fare una ricetta che gli riusciva particolarmente bene: i pancakes. Corrado adorava trovarli a colazione ogni tanto, anche se Brian li faceva poco spesso perché erano abbastanza calorici, specialmente per come Corrado li farciva (se lui aveva deciso di smettere di fumare, di certo Corrado non aveva mai rinunciato ai piaceri della gola da quando lo conosceva, ma a lui piaceva anche così, coi suoi chili di troppo e la pancia morbida). Gli venne in mente di farglieli dopo una serata passata particolarmente bene. Una serata indimenticabile, poiché Riccardo gli aveva prospettato una vita insieme, ma in più uniti in un'unione civile.

Lì per lì Brian non si era fermato a pensare che forse Riccardo stava correndo troppo, né tantomeno che non fosse una cosa perfettamente voluta. Si era solo sentito sovraeccitato e si era goduto il dopocena bollente sotto le coperte quella notte. Questa volta Riccardo, bontà sua, aveva avuto il buon gusto di aspettare che fosse soddisfatto anche lui.

Pancakes a colazioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora