32.

258 9 0
                                    


Fiiii!

Seduto in panchina con una bottiglietta d'acqua in mano, Corrado osservava i bambini mentre si passavano la palla, fischiando di tanto in tanto se c'era da fare qualche ammonizione (oltre che allenatore, doveva fare da arbitro della sua squadra). Tutto sommato i suoi allievi se la cavavano bene, salvo qualche piccola intemperanza che si concedevano, ma nulla di eccezionale. In quel momento aveva fischiato perché uno dei bambini aveva fatto lo sgambetto all'altro.

Fiii!

- Mister, ma che ho fatto? – domandò Maicol, uno dei bambini. A dieci anni era alto già quasi un metro e settanta.

- Maicol, hai fatto lo sgambetto a Magdi, ti ho visto benissimo. –

Intanto Magdi, il bambino di origini egiziane, si stava rialzando.

- Ma non l'ho fatto apposta, dai Mister! –

- Confermo – disse Magdi – Sono io che sono inciampato, scusa Mister. -

- Va bene, ma cercate di stare attenti. Il comportamento corretto in campo è una regola da tenere sempre presente, d'accordo? Quindi niente sgambetti – disse, rivolgendosi a Maicol – e soprattutto niente finte. – concluse, parlando a Magdi.

- D'accordo. –

- Chiedigli scusa. –

- Scusa Magdi – disse il Maicol, poi i due si strinsero la mano.

- Ok, dai – disse poi Corrado battendo le mani – Riprendiamo, non è successo niente. State andando benissimo. –

Poco dopo la rimessa in gioco della palla, tuttavia, accadde un fatto che mai era successo prima: con ancora il fischietto in bocca, dalla porticina che dava sul sagrato, Corrado vide apparire prima sua sorella Paola, poi immediatamente dopo vide comparire un ragazzo con i capelli rossi e un po' di barbetta, che, appena lo vide, gli corse incontro, passando in mezzo ai bambini che giocavano. Questi protestarono, mentre la palla entrava nella porta sbagliata, facendo segnare un clamoroso autogol per la squadra di Corrado.

Nonostante i bambini si fossero messi a protestare, urlando all'invasione di campo! Invasione di campo! Mister! Fai qualcosa! Abbiamo fatto autogol! Corrado non sapeva cosa fare, nonostante avesse il fischietto in bocca. Non fischiò semplicemente perché aveva creduto di avere le traveggole. Quando il ragazzo venne vicino dopo aver invaso il campo e interrotto la partita con un clamoroso autogol, il fischietto scivolò fuori dalla bocca, ricadendogli sul petto.

Brian seguì la sorella di Corrado per una porticina che si apriva in un muro di mattoni. Quando la varcò, il suo cuore iniziò a martellargli nel petto dalla gioia.

Corrado era in panchina, in piedi con il fischietto in bocca e il cappellino calato sulla testa, a osservare il gioco dei bambini. Senza pensare minimamente che con il suo gesto avrebbe commesso un'infrazione, Brian era corso incontro a Corrado, tagliando in diagonale il campetto e causando l'autogol di una delle due squadre.

- Corrado! – aveva esclamato, sentendosi di nuovo il pianto che saliva in gola.

- Brian... ma... - Corrado si era guardato intorno, e aveva visto sua sorella Paola che sorrideva.

Poi era tornato a guardare il suo ragazzo. - ...ma che cosa ci fai tu, qui? –

A quella domanda, Brian gli si era gettato tra le braccia, incominciando a piangere per la seconda volta in quel giorno. Ormai la partita era stata interrotta, e i bambini avevano osservato tutta la scena. Corrado inizialmente si preoccupò di loro, ma poi si concentrò su Brian, che gli stava piangendo a dirotto sulla camicia.

Pancakes a colazioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora