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Seguire a piedi un treno in corsa sarebbe forse stato più facile che seguire i consigli del Dottor Pazzaglini. In quei giorni Brian continuò a peggiorare, al punto che ormai anche le medicine avevano consegnato le armi al nemico che lo stava divorando da dentro: le aspirine non servivano più a fargli passare il mal di testa, e la sensazione di ansia aumentava ogni giorno di più. Quand'anche avesse trovato qualcosa che gli piacesse, non avrebbe potuto svolgerla perché si sentiva troppo debole. Per la prima volta dopo tanti mesi, pensò a Corrado: a cosa stesse facendo; se avesse trovato un nuovo lavoro; come impiegasse il suo tempo in solitudine. Ripensò ai vecchi tempi e alle loro serate in tranquillità sul divano a guardare i film che piacevano a uno solo dei due; alle loro cenette insieme e alle colazioni (questi pancakes sono davvero ottimi, amore!); ai loro giri di rifornimento ai supermercati... tutte cose che con Riccardo non c'erano mai state, se non all'inizio.

Disteso sul divano, provò a immaginare cosa stesse facendo, ma ciò che vide non gli piacque.

Lo vide ricominciare una nuova vita in compagnia di un ragazzino più giovane, che viziava e curava. Poi lo vedeva che si faceva in quattro per cercare un lavoro mentre il ragazzino lo tradiva. Si morse il labbro, al pensiero che la stessa cosa l'aveva messa in atto lui... scosse la testa, pensando per la prima volta di aver sbagliato a voler andare con Riccardo a tutti i costi.

A proposito di Riccardo: quel giorno, incredibilmente era in casa. Gli aveva chiesto se stesse bene e gli aveva dato un bacio sulla fronte, ma poi si era rintanato a dipingere e successivamente Brian l'aveva sentito entrare in bagno per farsi una doccia. Era entrato da poco, ma da quel poco che lo conosceva, sapeva che sarebbe andato avanti ancora per molto. Così Brian si era messo tranquillo come al solito, cercando di "fare tempo": come al solito, si era messo a scorrere i post di Facebook sul suo cellulare. Carlo si era fatto sentire poco in quei giorni, forse preso da nuove avventure o perché troppo impegnato con il lavoro. Naturalmente Brian non l'aveva mai invitato a casa di Riccardo perché avvertiva da sé che se l'avesse fatto sarebbero stati guai grossi con il padrone di casa. Per cui si vedevano sempre fuori e comunicavano tramite Whatsapp.

Mentre stava scorrendo i vari post su Facebook, ricevette proprio un suo messaggio.

Ciao, sei solo?

Istintivamente, nonostante sapesse che Riccardo non rappresentava un pericolo attuale, Brian rispose: Riccardo è sotto la doccia. Dimmi pure.

Ho delle notizie che forse non ti piaceranno. Forse è meglio se ti chiamo o se ci incontriamo da qualche parte.

Non posso uscire, sto poco bene. Chiamami, rispose Brian, lanciando un'occhiata al bagno e pensando che forse poteva parlare insieme a Carlo prima che Riccardo uscisse dalla doccia.

Poco dopo il suo telefono si mise a vibrare. Rispose.

- Dimmi. –

- Roba grossa – disse Carlo, poi si fermò un attimo, forse per cercare le parole (era abbastanza incredibile pensarlo, proprio lui che aveva una sentenza per tutto) – ...Il tuo amico praticamente ha mandato in tilt buona parte dei ragazzi che sono amici comuni dei miei. –

- In che senso? –

- Nel senso che non sei il primo con cui si intrattiene e tratta male. Forse sei il primo che vive con lui, però. Come mi avevi detto tu, l'ultimo della sua lista è stato Gabriele Tedeschi. Ho parlato con sua sorella, che mi ha riferito le stesse cose che già dovresti sapere. A proposito, ti saluta e ti ricorda di lasciarlo al più presto senza dirgli nulla, ma non prima di aver dato un'occhiata al suo cellulare. –

- Dovrei guardare il suo cellulare? –

- Penso proprio che dovresti farlo. Guarda il suo Whatsapp, e dimmi cosa trovi. –

Pancakes a colazioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora