- A Perugia?!? – aveva esclamato Carlo quando Brian gli aveva comunicato ciò che aveva appena saputo dalla portinaia, mentre si asciugava le lacrime e tirava su col naso.
- Sì... la signora Visentin ha detto così. – Sospirò, cercando di dominare un nuovo accesso di pianto, senza successo. Quindi esplose nuovamente in un pianto strozzato, singhiozzante. Disperato.
Accanto a lui, Carlo rimase con le mani sul volante, tamburellando con le dita. Poi tirò fuori il pacchetto di sigarette che teneva nel taschino della giacca e se ne accese una. Non fece il gesto di offrirne una a Brian perché era l'ultima, però in compenso gli disse qualcosa di utile.
- Brian...? –
Ma l'amico non l'ascoltò, continuando a piangere ed a scartare fazzoletti.
- Brian...? – richiamò, con tono più dolce. Nemmeno questo servì.
Allora Carlo gli fece un fischio con le dita, talmente acuto che Brian saltò sul sedile. Si asciugò le lacrime e si massaggiò l'orecchio lacerato dal suono acuto di poco prima.
- Ma che... sei diventato scemo? Cazzo ti fischi? –
- Devo fischiare per forza! Ti chiamo e non mi ascolti...! Voglio dirti una cosa: continua a piangere così e vedrai che prima o poi torna, il tuo Corrado. –
Cogliendo l'ironia, Brian lo guardò seccato - E cosa dovrei fare, secondo te? –
- Semplice: Prendi e vai da lui. Che ci vuole? –
- Una macchina, forse? E prima ancora di quella, la patente? – tirò su col naso – E poi da quando in qua sei un esperto in rotture sentimentali? –
- Bimba, sono esperto d'amore e rotture sentimentali da quando tu ancora non sapevi come infilarti le mutandine – disse Carlo, scrollando la cenere della sigaretta fuori dal finestrino – E poi non serve necessariamente una macchina, per arrivare fino a Perugia. Basta un biglietto, un treno e il gioco è fatto. –
- Ma... -
Buttato il mozzicone fuori dal finestrino, Carlo prese la faccia di Brian tra le sue mani, avvicinandosi e guardandolo negli occhi come un innamorato.
- Ehi, ma che stai facendo? – Brian cercò di divincolarsi, ma Carlo lo trattenne dandogli uno schiaffetto sulla guancia destra e intimandogli di stare tranquillo, che voleva solo parlare.
- Voglio farti una domanda. Che cosa provi in questo momento? Pensaci bene, non voglio una risposta buttata lì. –
- Tristezza – rispose Brian, velocemente.
- Perché? –
Ci pensò su. Carlo lo vide chiudere gli occhi per un secondo, per poi riaprirli – Mi manca Corrado, e penso che se ne sia andato perché non voglia più rivedermi. –
- Perché pensi che non vorrebbe più rivederti? –
- Perché ho fatto una cazzata. Un'enorme cazzata. E lui adesso se n'è andato... Ho rovinato tutto... Tutto. –
Carlo fece un sorrisetto compiaciuto, tanto che Brian sentì il suo fiato puzzolente di sigaretta uscirgli dal naso e colpirgli il labbro superiore.
- Ascoltami bene, cucciolotta mia – gli disse, parlandogli molto vicino alle sue labbra, i suoi occhi riflessi in quelli di Brian – Quando fai una cazzata, hai due scelte possibili: Uno, fare finta di niente sperando che cada nel silenzio; due, assumerti le tue responsabilità e fare del tuo meglio per cercare di rimediare. Pillola blu o pillola rossa, zero o uno. A te la scelta. È semplice. Tu vuoi cercare di rimediare? –
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Pancakes a colazione
RomanceBrian è fidanzato da dieci anni insieme a Corrado. La loro sembrerebbe un'unione felice, almeno dal lato di Corrado: ha un lavoro che gli piace, vive in un bell'appartamento e ama il suo ragazzo. Purtroppo da parte di Brian invece, qualcosa non va:...