Capitolo 10

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Salve piccoli amici, come state?
Io tutto bene. Strano ma vero. La vostra Didi se n'è rimasta tranquilla in questi due giorni.
Non ha costretto il suo amico ad accompagnarla a feste e non ha cercato di uccidere lo stronzo.
Voi come avete passato il weekend?
Baciato nessuno?
Fatto l'amore?
Dai, voglio sapere. Sono curiosa.

Premo invio e aspetto che la scritta si carichi.
Free to be myself non ha ancora risposto al messaggio, ho ricontrollato la chat innumerevoli volte.

Domani dovrò ritornare a scuola e la prospettiva di rivedere la moretta tutta tette non mi piace per niente. In questi giorni, Danny ha avuto la bontà di farsela da un'altra parte, ma non so quanto durerà la cosa.
Fra due giorni i suoi genitori partiranno per una vacanza, e i fratellini avranno carta bianca.
I miei, ovviamente, per non rimanere indietro, hanno deciso di aggregarsi alla vacanza degli Owen.
Mi toccherà passare una settimana con quei due, la prospettiva non mi piace per niente.

Come farò a contenere i danni nel caso decidessero di incendiare tutto?
Ahimè, ci sarà da divertirsi.

"Savannah, scendi. Abbiamo visite." la voce soave di mamma mi richiama dal piano terra.
Ultimamente, passa più tempo sotto che in casa sua.

Controvoglia, appoggio il pc sul letto ed eseguo l'ordine.
Al mio arrivo in salotto, non mi stupisco di trovare l'allegra famigliola al completo con l'aggiunta di una strana signora vestita di giallo.

Tweety, sei tu?

"Emh...salve." Il suo cappotto è più giallo del sole, mi sarei dovuta portare dietro gli occhiali da sole.

"Ciao tesoro, sono la zia Teodora e resterò con voi per tutta la settimana."

Oh. Due stronzi e una guardia solare? Andiamo bene, davvero.

"Non sei contenta, Savannah?" mi chiede Danny. "Zia Teodora è la sorella di papà, una donna affidabile ed istruita."

Certo, e pure gialla. Troppo gialla per i miei gusti.

"Ma...certo, sarà un vero piacere per me trascorrere il mio tempo libero con vostra zia." abbozzo un sorriso forzato.

Sarà una vera tortura, questa donna rispecchia il mio esatto opposto. Veste colorata, ha una personalità esuberante e...ho già detto che somiglia al sole?

Tipo dieci volte...

"Allora, Savannah, raccontami un po' di te. Ti piace andare al parco?" La gialla signora inizia l'interrogatorio che tanto ho temuto.

Al parco? Ma cosa sono..una bambina di due anni? Ma sta scherzando? Mi ribello, inventerò tutte le scuse del mondo pur di evitare questa donna. Non passerò nemmeno un secondo della mia vita in compagnia di un girasole umano.

"Mamma, ho molti compiti da fare, posso tornare in camera?" la supplico.

Mamma, dopo attimi di esitazione, acconsente, ed io ne approfitto. Afferro una fetta di torta dal tavolo e corro al piano di sopra, dove effettivamente si trova casa mia. Questa cosa della casa bifamiliare senza divisione interna sta iniziando a pesarmi. Vorrei poter gridare a squarciagola, cantare fino allo sfinimento le colonne sonore delle mie serie tv preferite. E invece non posso, perché viviamo in una stramaledetta casa comunicante.

Quando arrivo in camera, estraggo il telefono dalla tasca e digito il numero di Lawrence. Il mio amichetto, risponde dopo un'eternità.

"Pronto?"

"Dov'eri finito?" rispondo.

"Vuoi davvero saperlo?" ridacchia. Se solo potesse vedere la mia faccia... Immagini di un Lawrence in bagno, sotto la doccia o altrove, iniziano a riempimi la testa.

Il mio adorabile vicino di casaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora