Capitolo 21

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Una Didi in vacanza, una Didi con la panza.
No, scherzo. Sono in vacanza, con amici, e devo dire di star passando uno dei peggiori momenti della mia vita.
La malinconia ha preso possesso del mio corpo, le ossa non smettono di vibrare e si, la mia bocca profuma di alcool.
Affogare i dispiaceri aiuta, provatelo.
Comunque, adoro le stelle, sono così belle. Non trovate che lo siano?
Voglio dire, brillano e illuminano la strada di casa.
E poi, avete mai provato attrazione nei confronti di un ragazzo privo di sentimenti?
Non si tratta del solito bad boy, molto peggio.
Un...ops, sorpresa.

Non sono ubriaca a tal punto da non riuscire a scrivere, però... bè, qualche strano pensiero ce l'ho anch'io.
E voi? Cosa state facendo? Fatemi sapere.

Premo invio, ripongo il telefono in tasca e ritorno a bere direttamente dalla bottiglia.
Adesso, credo proprio di potermi ubriacare come si deve.
Dopo questa notte, mi lascerò alle spalle Danny Owen ed il suo sguardo da ragazzo figo. Mi concentrerò su Jacob, e cercherò di far riaffiorare dentro di me i sentimenti per lui.

"Savannah." Il mio nome riecheggia per il bosco, mentre la consapevolezza di star per avere un attacco di cuore si impadronisce di me. Può una voce irritarmi tanto e allo stesso tempo farmi sentire la persona più felice del mondo?

"Savannah, dove diamine ti sei cacciata?"

"Sono qui." urlo affinché mi senta.

Il suo viso fa capolino da dietro un cespuglio, e i suoi occhi si incupiscono quando si soffermano ad osservare la bottiglia di tequila che tengo stretta tra le mani. D'istinto, la nascondo dietro la schiena. 

"Non nasconderla, ho già visto abbastanza." Si fa avanti, mi strappa la bottiglia di mano, per poi buttarla in un angolo. Sento i pezzi di vetro infrangersi, a contatto col suono producono lo stesso suono acuto e struggente di un cuore infranto. 

"Lasciami in pace, Danny. Per stasera credo tu hai già fatto abbastanza." 

Non ho intenzione di parlare con lui come se niente fosse, come se le sue parole non avessero innescato dentro di me un maledetto effetto domino. Ho bisogno di pace, di tranquillità, e non di un ragazzo complicato e privo di emozioni. 

"Bere non è la soluzione ai problemi, dovresti saperlo." Si siede a poca distanza da me, osservo ogni suo movimento per poi alzarmi in piedi. Preferisco rimanere in piedi, brilla e con poco equilibrio a disposizione, piuttosto che condividere il suo stesso spazio. 

"Vattene Daniel, non te lo ripeterò un'altra volta." Cerco di mantenere un tono di voce neutro, ma è più complicato del previsto. La sua vicinanza mi confonde, manda il mio cervello in tilt. 

"Perché ti ostini a non capire?" Sospira. " Baciarti è stato uno sbaglio, mi sono lasciato prendere la mano, ma ti prometto che non ricapiterà più. Odio illudere le ragazze, soprattutto quelle come te." 

"Continui a ripetere quella frase, cosa ho io che le altre non hanno? Aiutami a capire, perché da sola non riesco." 

Sospira una seconda volta, le mani poggiate sulle ginocchia e lo sguardo puntato verso l'alto. " Mi dispiace, non posso dirti altro. Per favore, d'ora in poi cerca di starmi lontano." Si alza, con la mano si sistema la maglia per poi voltarmi le spalle e raggiungere il sentiero alla nostra destra. 

Se n'è andato. Per l'ennesima volta ha deciso di voltarmi le spalle, decidendo per entrambi. Sto per lasciarmi andare ad un pianto liberatorio, quando il mio cellulare vibra. Lo afferro, sullo schermo è apparso un simbolo, una busta precisamente. La apro, con la speranza di ritrovarmi un messaggio da parte sua.

Il mio adorabile vicino di casaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora