Capitolo 34

25 1 0
                                    


<<Chiariamo subito il fatto che io quì non ci volevo venire, né ho intenzione di tornare...quindi non si faccia strane illusioni, perché questa sarà la prima ed ultima volta che mi vedrà>>

Ma guarda un po' tu..adesso che ho scoperto che Alessia e Riccardo sono i miei veri genitori, con il fatto che non parlo con loro da più di una settimana, per non parlare del fatto che sembro un'anima in pena.. hanno ben pensato di portarmi dallo psicologo. E lo sanno bene quanto io odi gli strizzacervelli...

<<Piacere mio Vanessa, chiariamoci, non ho intenzione di mollare il tuo caso, mi stai simpatica, soprattutto da come sei entrata quì dentro, mi chiamo Luke e diamoci del tu per favore, non sono così vecchio>> mi risponde ridendo, un ragazzo, o almeno credo... avrà come massimo trent'anni...

Lo guardo scioccata, sbuffo e mi siedo, rassegnandomi...

<<Bene, Vanessa, iniziamo subito...chi sei tu?>>

Pensa già di aver vinto? Oh.. beh ...non sa con chi ha a che fare...

<<Uh...si si...questa la so..sono Vanessa, una ragazza>> ammetto guardandolo con sfida..

<<Quì risulta che beh si...sei una ragazza, una ragazza che ha subito parecchi traumi, ha scarsa autostima, è depressa... Tutto in ordine giusto?>>

Cazzo...colpita e affondata. Due a uno per lui..

Deglutisco e senza guardarlo negli occhi, con sguardo del tutto assente e apatico, le parole escono senza che io me ne renda conto...

<<Non so piú cosa fare, non so cosa voglio, non so di cosa ho paura. Forse di tutto. Non so da che parte andare. Non so di chi fidarmi. Io che non mi fido neanche di me stessa. Non so piú cosa dire. Non so più nemmeno sfogarmi e finisco sempre per ferire le persone a cui tengo di piú. Non so gestire lo stress, e ultimamente ce n'è davvero troppo. Non so più neanche da che parte scappare, ma in un modo o nell'altro scappo sempre. Non so piú se ridere o piangere, io che di solito faccio tutte e due le cose insieme. Non so più chi sono. Non so più cosa ripetermi per dirmi che vada tutto bene, mentre in realtá sta cadendo tutto a pezzi. Sono bugiarda, egoista e debole. E niente, c'è che mi sto perdendo e non mi trovo piú.

Sono una bugia, una bugia mascherata da buon senso.>>

<<Che intendi?>>

<<A volte mi sento appesa, ad un filo sottile, inerme, con la faccia da stronza e il cuore in mille pezzi; a volte mi sento appesa, sospesa nel vuoto, priva di coraggio e di voglia di chiedere aiuto, perché io posso farcela, nonostante tutto, nonostante il resto, nonostante me.

Sono una maschera, travestita da persona umana.

Sono umana, senza umanità; sono fedele al mio principio, senza alcuna fedeltà alla mia persona.

A volte mi sento stanca, stremata, distante, sofferente; a volte sogno di cadere dal quinto piano di un palazzo, senza cadere mai.

Sono una vita apparente, poco usata, che urla a tutti di essere oramai una vita consumata.

A volte mi sembra di camminare tra la gente, con una busta sulla faccia: non sento nulla, non vedo niente, non cerco cose, non ammiro il paesaggio, ho solo voglia di tornare a casa.

Dov'è casa mia, però?

"Dove tu sei, quella è casa" ha ragione Emily Dickinson lo sai?: dov'è che sono finita?

A volte mi sento ferma, in un angolo, con la busta sulla faccia, a guardare la gente vivere: dov'è che state andando tutti quanti?

A volte mi sento una bugia, mascherata da buon senso: fermate tutto quanto, io voglio scendere!

Heartbreak GirlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora