Capitolo 20

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Alla fine del film mi accorgo che sono solamente le 11 e mezza e abbiamo ancora mezza giornata per stare insieme.
Sinceramente sono ancora scioccata del fatto che mi ha rivelato il suo nome, non pensavo che cedesse così in fretta.
"Dangerous... no, non mi piace." Lo guardo stranita e gli faccio cenno di continuare la frase.
"Sai, non mi piace chiamarti Dangerous. Cioè non sto dicendo che sia un brutto nome, è solo che è un nome lungo e preferirei chiamarti con un soprannome o quant'altro però non sapendo il tuo nome non so come chiamarti, ecco." Dice lievemente imbarazzato.
"Pensavo di chiamarti A** dato che è l'unica lettera che so del tuo nome, però non so se ti può piacere." Aggiunge.
"Si, mi piace e puoi chiamarmi come vuoi, alla fine siamo amici, giusto?" Mi aspettavo una risposta del tipo "no, voglio qualcosa di più" oppure "io sento che tra noi non è solo amicizia" eppure la sua risposta mi ha spiazzata.
"Si, solamente amici." Tra di noi cala un silenzio imbarazzante che dura pochi minuti anche se mi sembrano ore.
Non so perché ho pensato che potesse dire quelle cose, non lo volevo nemmeno, eppure ci speravo con tutto il cuore. Non capisco, il mio unico scopo è solo quello di evadere da qui con il suo aiuto, invece non riesco nemmeno a pensare al piano mentre sono in sua compagnia. La sua presenza mi scalda il cuore, non ho mai provato nulla di simile e prima durante il film ad un tratto, senza fare apposta, mi ha sfiorato la pelle sotto la maglia con le sue mani calde e morbide. Questo contatto mi ha fatto provare un emozione strana che non era desiderio, ma era qualcosa di simile. Volevo che mi toccasse ancora, ma non in modo sensuale o eccitante, volevo che mi accarezzasse dolcemente. Non so che cosa mi sia preso, so solo che se questo sta accadendo è tutta colpa sua.
"A, alla fine non mi hai detto come stava tua mamma, quando l'hai chiamata l'ultima volta abbiamo litigato..." Dice interrompendo i miei pensieri.
"Non ci sono ne segni di miglioramento ne di peggioramento, il mio amico non riesce a capire dato che lei sembri star bene eppure si sa che non è la verità."
"Mi dispiace tanto." Dal suo tono sembrava sincero, può darsi che gli importi veramente di me?
"Non mi hai mai parlato dei tuoi invece."
"Si, insomma... mia madre non mi ricordo come si chiama, è scappata quando avevo tre anni." Wow, non pensavo.
"Poverino, e tuo padre? Avrai pur avuto qualcuno che ti ha cresciuto, no?"
"Si, mio padre c'è sempre stato finché non è stato ucciso quando avevo 14 anni." Sussurra la parte finale come se fosse un segreto e stringe forte i pugni, come se si stesse trattenendo dall'urlare.
Mi avvicino e lo abbraccio, lui ricambia e si accoccola dolcemente sulla mia spalla.
Mio padre, quando ero piccola, mi ha insegnato che piangere è bene, fa male trattenere le lacrime. Non fisicamente, certo, però moralmente. Io non l'ho mai fatto, trattenevo sempre le lacrime e il dolore dentro di me creando una barriera con il mondo esterno per non tralasciare alcun segno di debolezza e non venir giudicata, non voglio che lui stia male.
"Piangi Justin, sfogati." Lo guardo negli occhi e vedo una cosa mai vista prima, tanto dolore misto a rabbia represso che cerca di uscire ed è lì da tanto tempo.
"Io non piango, Justin è una persona forte."
"Guarda che non piangere non significa essere forti."
"Fa niente, io non voglio piangere." Dice cercando di farsi forza invano. Si alza dal divano e mi chiede che cosa voglio da mangiare, tanto per cambiare argomento presumo.
"Ti prego ordinami una pizza, non ce la faccio più a mangiare questo schifo che ci danno alla mensa!" Lui ridacchia e ordina la pizza mentre io inizio a gironzolare per casa sua. Mi piace com'è arredata questa casa, i mobili bianchi e neri con una parete bianca mi sono sempre piaciuti.
Sento dei passi alle mie spalle e nel giro di due secondi mi giro, gli salto addosso e lo faccio cadere in terra.
"Stronza! Non me lo aspettavo." Dice tornado a ridere. Ribalta la situazione e sono io questa volta a trovarmi sotto di lui che inizia a farmi il solletico ovunque. Rido fino a perdere il fiato e lui non si ferma finché non si stanca e si sdraia sopra di me schiacciandomi.
"Aiuto non respiro." Dico dimenandomi per sfuggire alla sua presa.
"Pazienza, così mi vendico per bene." Questo è scemo.
"Si ma io muoio soffocata così, puoi anche trovare un altro modo." Mi da ragione e finalmente si alza, faccio per alzarmi pure io ma una cosa sotto il suo letto attira la mia attenzione.
Mentre lui è distratto infilo una gamba sotto e con un calcio la tiro fuori e la prendo in mano. Wow, una pistola.
La prendo in mano e la maneggio prima con cura e poi sempre con meno cautela. Nella mia famiglia ne abbiamo quattro, una per mia madre, due per mio padre e una per me. Purtroppo non mi è mai stato permesso di usarne una di questo calibro anche perché quella che avevamo l'hanno venduta al mercato nero per pagare le cure alla mamma, quindi non l'ho mai usata.
La punto contro il muro e faccio finta di sparare a qualcuno facendo l'effetto sonoro con la bocca che richiama l'attenzione di Justin.
"Che cazzo fai! Lasciala giù immediatamente!" Grida spaventato.
"Perché dovrei? Tanto so come si usa, non c'è nessun rischio." Faccio un altro effetto sonoro con la bocca e soffio sulla canna come i cowboy nei film. Mi giro ridendo verso di Justin e scatto all'indietro vedendo che anche lui ha una pistola in mano puntata verso di me.
"Che cosa fai? Leva quella cosa dalla mia direzione grazie." Dico anch'io spaventandomi e puntando a mia volta la pistola contro di lui.
"Ti ho detto di lasciarla giù Dangerous, se non lo fai entro il cinque ti sparo, non puoi tenerla in mano e soprattutto senza sicura." Alzo gli occhi al cielo e lui inizia a contare mettendomi ansia.
"Uno..." Non ho intenzione di lasciarla, mi fido di lui ma non fino a questo punto, è armato ed è pur sempre una guardia.
"Due..." Non capisco tutta questa sua paura.
"Tre..." Gli tremano le dita sul grilletto, ha paura di sparare.
"Quattro..." Basta, adesso sparo io e scappo.
"Cinque." Lascio andare la pistola che appena atterra scatena un tonfo ma mai forte quanto lo sarebbe stato quello della pistola di Justin se mi avesse sparato.
Anche lui fa cadere la pistola, corre verso di me e mi bacia, quelle labbra ormai familiari giocano con le mie con passione, mentre le sue mani mi trattano come se fossi vetro e mi potessi rompere da un momento all'altro. Amo questa sensazione, questa sensazione di pieno e di conforto che si scatena ogni volta che congiungiamo le nostre labbra.
Non so perché non abbia sparato, probabilmente c'è qualcosa tra di noi che ci ha detto di non farlo, però non capisco cosa.
Il suono del campanello ci interrompe e, dopo aver messo le pistole di nuovo al loro posto, mi nascondo nel bagno mentre lui va ad aprire. Basta, scoprirò che cosa significa quello che provo nei suoi confronti .

** A= leggetelo "ei" come la lettera in inglese.
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Salveeee! Mi dispiace se posto poco, cercherò di scrivere tanto non appena avrò più tempo disponibile. Comunque pensavo che sarebbe bello se vi facessi delle domande alla fine del capitolo, che ne dite?
Quindi, siete mai andati a un concerto di Ariana? Io si, sia al dwt che al hmt 😍
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MASK [JARIANA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora