Prologo

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Entro nell'atrio e con calma mi avvicino all'ingresso. Sull'insegna si legge a caratteri cubitali "gioielleria da Franco".
Un piccolo negozio di quartiere che non avrei mai preso in considerazione se non fosse stato per un particolare che a tutti era sfuggito, la collana da trentamila dollari che conservano all'interno del loro magazzino.

Mi servivano a tutti costi quei soldi, avrei tirato mio padre fuori dai guai.
Siamo una famiglia di ladri ed è ovvio che spesso qualcuno di noi finisca nei casini e in tal caso ci aiutiamo sempre a vicenda.
Mia madre non può più far nulla a causa di una malattia, la sta pian piano distruggendo anche se non lo da mai a vedere. Non possiamo permetterci un dottore perciò ci affidiamo ad un amico che ha studiato medicina e, anche se poco, ci può aiutare. Ha detto che mia madre finge di stare bene per non farci preoccupare ma è palese il fatto che non sia vero.
È questa la principale ragione per la quale rubo, pagare le cure a mia mamma così che possa tornare ad aiutarci a trovare i soldi per sopravvivere.
Non è semplice portare avanti una famiglia con un bambino piccolo di solo un anno avendo così pochi soldi, siamo praticamente al verde.

Arrivo sul retro del negozio e controllo l'orologio, sono le 2:30 di mattino precise, a quest'ora Doug dovrebbe aver disattivato le telecamere e gli allarmi da un pezzo.

Mi soffermo difronte ad una pozzanghera e osservo il mio riflesso all'interno, il mio completo in latex e la mia maschera mi rendono irriconoscibile agli occhi degli altri ma anche molto visibile agli occhi della polizia, sono diventati il mio simbolo ormai.
La maschera è sempre stata la mia migliore amica, sempre al mio fianco a proteggere la mia identità.
Fin da bambina mi piaceva rubare con una maschera addosso al posto di un semplice passamontagna, mi rendeva diversa dalle altre, speciale.
Ricordo ancora la prima volta che rubai qualcosa, avevo preso una collana in oro giallo del valore di tremila euro da regalare alla mia mamma.
Già da piccola avevo buon gusto in fatto di gioielli.

Prendo il piede di porco e forzo la serratura del portone davanti ai miei occhi, tiro un calcio provocando un forte tonfo e spalanco la porta.
Entro nell'edificio titubante e tiro un sospiro di sollievo appena mi accorgo che l'allarme non è scattato.
Devo ricordarmi di ringraziare Doug per tutto quello che fa per me.

Sorpasso parecchi scatoloni e mi infilo in tasca qualche piccolo bracciale che spunta fuori dai sacchettini di plastica riposti con cura in un cassetto.
Scavalco il bancone e mi ritrovo all'interno della gioielleria vera e propria.
Intorno a me vedo solo lunghe file di vetrate colme di accessori che solo una persona ricca potrebbe mai mettersi.

"I ricchi sono proprio stupidi." Sussurro tra me e me guardando degli orecchini del valore di duemila euro bruttissimi. Chi cavolo li comprerebbe?
Scuoto la testa e mi concentro sul mio compito, rubare la collana.

Corro verso le scale e scendo per due piani fino ad arrivare al seminterrato.
Forzo la serratura anche di quella porta e lancio via il piede di porco appena la porta si spalanca.
Entro nella stanza buia e mi dirigo al centro, verso la cassaforte.
Non avendo gli attrezzi giusti qui con me per aprirla decido di portarla via, non sarà difficile date le sue dimensioni minute.

È stato fin troppo semplice, sono entrata normalmente e l'ho presa, non mi ha vista nessuno e non è suonata nessun allarme. Più tranquillo di così...

Alzo la cassaforte, la prendo in braccio e mi giro verso la porta non trovandola più.
Okay...
Al suo posto sono scese delle barre di ferro che mi tengono intrappolata all'interno della stanza.
Cazzo, adesso si mette male.
Lascio cadere la cassaforte e corro verso la porta ormai bloccata a cercare qualche via di uscita.
Niente da fare, non riesco a passare in mezzo alle sbarre, sono troppo strette.

Cerco di allungare il braccio verso il piede di porco, ne sfioro la punta con l'indice ma non riesco a prenderlo.
Dalla rabbia lancio la cassaforte contro le sbarre facendo scattare un'allarme.
"Ci mancava solo questa!" Grido mettendomi le mani in testa, ci sarà pur un modo per scappare.
Mi guardò intorno cercando qualche via di uscita, la stanza è completamente vuota a parte per il piccolo piedistallo al centro che sorreggeva la cassaforte.

Raggiungo la mia giacca di pelle e una volta preso in mano il telefono, cerco di chiamare Doug, magari riesce a tirarmi fuori da qui.

Niente campo.
Dovevo immaginarlo, sono nel seminterrato, diversi metri sotto terra e non c'è nemmeno una tacca.
Questa volta sono davvero nei guai.

Sbuffo e mi avvicino alla cassaforte, forse se riesco a prendere la collana posso barattare la mia libertà con un poliziotto, non si sa mai.
Appoggio l'orecchio al ferro freddo e rigido cercando di sentire il rumore della serratura ma le sirene della polizia mi distraggono non facendomi più sentire nulla.

Sono completamente fregata, non mi resta altro da fare che farmi arrestare, non ho vie di scampo.

Sospiro pesantemente e mi accascio a terra.
Della polvere mi entra nelle narici facendomi starnutire parecchie volte, mi abbraccio da sola cercando di confortarmi inutilmente, dovrò scontare almeno cinque anni per tutti i furti che ho commesso e tutte le evasioni.
Sono abbastanza ricercata in questo paese a causa di tutte le volte che ho rubato e poi venduto cose di valore sul mercato nero.

Nonostante sono già stata arrestata mi sento parecchio affranta, stava andando tutto così bene eppure per un piccolo errore sono nella merda, avrei dovuto stare più attenta.

Sento dei rumori e alzo la testa trovandomi davanti un intera armata della polizia.

"Guardate chi si vede, Dangerous Woman. Questa volta sei fottuta." Sputa l'agente come se già non lo sapessi.

"Forza, alzati che ti portiamo in riformatorio."
Una volta in piedi le guardie mi ammanettano e mi conducono sulle scale.
"Questa volta non riuscirai ad evadere, ti portiamo carcere di massima sicurezza Dangerous." Dice non appena entriamo in macchina.
Sbuffo e mi accascio sul sedile posteriore.

Cerchiamo di infilarci con la macchina tra file chilometriche di giornalisti che bussano sui vetri dell'auto e finalmente partiamo verso il carcere.

Dopo un'ora circa inizio ad intravedere un edificio circondato da grosse mura ingiallite e centinaia di guardie che fanno il cambio del turno per sorvegliare i prigionieri.

Scendiamo dall'auto e mi accompagnano all'interno della struttura schivando diversi giornalisti venuti lì per chiedere informazioni sul mio conto.

Se potessi li avrei già uccisi tutti.

Mi conducono fino all'ingresso e, dopo aver superato un paio di cancelli controllati da una decina di sbirri, percorriamo un sentiero all'interno del giardino che porta dritto all'entrata principale.

Appena superiamo il portone mi fanno entrare in una stanza assieme ad una ragazza che mi toglie le manette e mi fa spogliare di tutti i vestiti per controllare se posseggo armi. Controvoglia lascio su un tavolo i miei coltelli e le altre armi che mi ero portata dietro per la rapina, mi rivesto e esco da quel luogo.

Sbuffando vengo condotta all'interno di un corridoio da una guardia di mezza età che stringe i miei polsi tanto forte da farli arrossare.

L'odore di marcio inebria le mie narici facendomi storcere sgradevolmente il naso e un urlo proveniente da una cella mi fa rabbrividire, che sia la fine della mia carriera?

Appena arriviamo alla cella vengo sbattuta dentro con tale forza da farmi cadere a terra, mi rialzo di scatto cercando di uscire ma mi viene chiusa la porta in faccia.
Nulla da fare, ormai sono dentro.

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Nuova storia! Ovviamente jariana, come potrei scrivere su altri?
Vi ringrazio per la lettura e fatemi sapere se è stata di vostro gradimento, al prossimo capitolo 🖖🏻
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MASK [JARIANA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora