Capitolo 43

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Justin's pov.
"Grazie mille dottore, le sono molto grato." Dico prendendo Dangerous per mano e varcando la soglia della piccola stanza dell'ospedale.
Le bacio dolcemente la guancia mentre ci dirigiamo verso la macchina dove la aiuto ad entrare, ha appena disinfettato i punti e fa fatica a muoversi.
Sono passati sei giorni dal momento in cui siamo evasi, ora ci troviamo in Canada, a Vancouver.
Mentre scappavamo ero talmente in ansia che non riuscivo a pensare, a respirare. Dangerous stava malissimo e aveva perso i sensi ma non potevo fermarmi in un ospedale all'interno dello stato, ci avrebbero trovati immediatamente.
A dir la verità è stato il mio cervello a guidarmi qui, ho seguito la strada inconsciamente senza esitare un secondo.
Da bambino visitavo i miei nonni che vivevano qui, mi hanno mostrato ogni angolo della città e me ne sono innamorato, poi quando sono morti ho smesso di venire a trovarli e, di conseguenza, non ci sono più tornato.
Mi ricordo tutto, ogni abitazione, ogni strada e la posizione di ogni singola panchina, tutto è rimasto com'era un tempo.
Sorrido e parcheggio l'auto al di fuori dell'hotel in cui alloggeremo per un paio di giorni.
Staremo qui poco per poi cambiare hotel e andremo avanti così per un po', quando lei si rimetterà in sesto, prenderemo un volo per la Corea e vivremo lì così da non essere mai più scoperti e poter stare in tranquillità come una normale coppia.
"Dangerous vieni qui." Dico prendendole delicatamente il viso e lasciando un piccolo bacio sulla punta del suo naso.
Prendo in mano un grande velo e glielo avvolgo attorno alla testa per nascondere la maschera, in questo modo non potrà essere riconosciuta.
Devo ammettere che la sua testardaggine mi è stata molto di intralcio.
Non voleva togliersi la maschera a nessun costo e, dato che sarebbe stata troppo evidente con due orecchie da coniglio sul capo, ho dovuto escogitare un altro metodo per far sì che non attirasse troppo l'attenzione.
Tolgo le chiavi dalla macchina e porgo una mano verso Dangerous per aiutarla ad uscire, stringe le dita attorno alle mie e allunga le gambe perché io possa prenderla in braccio e metterla in piedi al di fuori dell'auto.
"Ci siamo A, ricordati solo di essere naturale." Annuisce e mi segue titubante attraverso un sentiero illuminato dalla luce fioca dei lampioni, fino ad arrivare all'ingresso dell'hotel, Dangerous è abbastanza nervosa, sta stritolando la mia mano senza nemmeno rendersene conto.
Arriviamo davanti al bancone della reception dove troviamo una signora sulla quarantina intenta a chattare, tossisco per farmi notare e sento le mie mani iniziare a sudare.
Non so quanto bene riuscirò a mentire e non so nemmeno se sarò credibile, prendo un grosso respiro e mi concentro.
"Salve signori, come posso esservi utile?" Dice la donna masticando una gomma.
"Ecco, noi avremmo una prenotazione per due a nome-..."
"Choi, Mark Choi. Prenotazione per due notti, camera matrimoniale con bagno e colazione e cena inclusi, giusto?"
"Esattamente." Confermo sorridendo lievemente.
Dangerous spalanca gli occhi e mi guarda confusa mentre le faccio spallucce.
"Carte di identità, grazie."
Apro la tasca destra della mia giacca e tiro fuori i documenti mentre sento Dangerous aumentare la stretta sul mio braccio.
Mi tira forte la manica e mi lancia uno sguardo preoccupato.
Le faccio cenno di rilassarsi e la prendo tra le mie braccia, porto la mando di Dangerous alla bocca per baciarla e consegno le carte alla donna che ci guarda dolcemente.
"Dunque," dice spostando lo sguardo dai documenti allo schermo del pc.
"Lei, il signor Mark Choi, e sua moglie Jennie Kim Choi siete residenti a Daegu, in Corea, giusto?"
"Giusto." Confermo cercando di tenere il tono di voce stabile così da sembrare il più credibile possibile.
"Rispettivamente di 32 e 35 anni, sposati dal 2016."
"Esatto."
"Signori Choi, vi chiedo di lasciarmi l'impronta dell'indice sinistro per questioni di sicurezza." Ci porge un foglio bianco e una spugna imbevuta di inchiostro rosso dove appoggio il pollice per poi premerlo sulla carta seguito dalle mani tremanti di Dangerous.
"Perfetto signori, queste sono le vostre chiavi. Vi auguro un buon soggiorno." Dice la donna appoggiando un paio di chiavi sul bancone.
Prendo in mano le chiavi e seguo un signore che mi porta gentilmente il borsone  fino ad un ascensore.
"Terzo piano, appena si aprono le porte a sinistra, lì dovreste trovare la vostra camera." Annuisco e prendo per mano Dangerous mentre l'ascensore inizia la sua salita.
Mi tira un pugno nello stomaco facendomi accasciare leggermente.
"Ma che cazzo, Justin! Vuoi per caso farci arrestare entrambi?" Grida furiosa.
"Ho pensato a tutto, ho cambiato le nostre carte di identità grazie ad un amico di vecchia data, non te ne sei accorta ma siamo in un altro stato ora e sto trasferendo tutti i miei soldi in Corea, andremo a vivere lì. Ho fatto in modo che non possano trovarci, ho persino cambiato cellulare."
"E le impronte digitali? Se le trovano tutto ciò che hai fatto sarà inutile." Sbotta.
"Domani sfrutteremo un po' le tue abilità da ladra e le cambieremo con quelle di qualcun altro, devi stare tranquilla, ho pianificato ogni cosa."
Rido della sua espressione sorpresa ricevendo un altro pugno.
Mi accascio a terra e fingo di essermi fatto male, gemo e scoppio in un finto pianto. Alzo lo sguardo, scorgo un sorriso fare capolino tra le sue labbra e non esito un secondo ad alzarmi e baciarla dolcemente.
Penso di amarla.
Credo che lei sia l'unica per me, ciò che mi fa provare con solo il suo tocco sulla mia pelle è indescrivibile, è qualcosa di troppo forte perché sia semplice attrazione.
Usciamo dall'ascensore e mentre prendo in mano il borsone, porgo le chiavi a Dangerous così che possa aprire la porta, entriamo in una piccola stanza arredata con pochi mobili e chiudo la porta trovando finalmente un attimo di pace.
"Justin non ti facevo così intelligente," dice lasciandosi cadere a peso morto sul letto per poi strozzare un piccolo gemito di dolore.
Non so se prenderlo come un complimento o meno...
"Non mi dire che hai anche cambiato auto e hai cancellato del tutto le nostre tracce."
"S-si, certo."
La verità? Non l'ho fatto.
Ero talmente agitato che ho percorso la maggior parte della strada con l'auto della polizia, che ha anche il localizzatole incluso, senza accorgermi dell'enorme errore che avevo fatto a prenderla.
A pochi chilometri dal confine me ne sono reso conto e ho comprato un auto usata da un tipo che praticamente la stava regalando ai passanti, sembrava così felice di liberarsene.
Sospiro e mi stendo delicatamente sopra Dangerous, facendo attenzione a non toccarle la ferita.
Grazie a dio il dottore dove l'ho portata non ha fatto domande.
Alzo il viso incontrando quello angelico della mia ragazza, mi perdo nei suoi occhi e sorrido avvicinandomi sempre di più alle sue labbra, attratto da lei e il suo inconfondibile profumo.
"Che cosa dicevi prima sulla Corea? Non ho capito bene." Dice staccandosi improvvisamente dalle mie labbra.
"Sto trasferendo lì tutti i miei soldi, ho affittato un appartamento lì così possiamo trasferirci e vivere una vita normale insieme." Deglutisce e annuisce poco convinta.
"Cosa c'è? Non ti piace la Corea?" Chiedo affondando il viso nel suo collo.
"No, mi piacciono molto i paesi orientali. È solo che stai usando i tuoi soldi per fare un favore a me, insomma, se non mi avessi incontrata non saresti in questo guaio."
Ridacchio e le mordo la pelle del collo.
"Non mi interessa, se non ti avessi incontrata ora mi sentirei vuoto e, se ti da tanto fastidio che io usi i miei soldi, un giorno troveremo un modo perché tu mi possa ripagare. Anche se la tua presenza è già abbastanza." Annuisce.
Inizio a baciarle lentamente il collo fino a scendere verso la scollatura della sua maglietta, bacio l'incavo dei seni e alzo lo sguardo verso di lei che sembra capire all'istante.
Rotea gli occhi e sorride.
"Justin sono stanca." Grugnisco e continuo con i miei movimenti, sempre più sensuali.
"Justin..." sospira facendomi staccare immediatamente la bocca dalla sua pelle.
"Era un gemito quello?" Rotea di nuovo gli occhi e mette le mani ai lati della mia faccia allontanandola dal suo corpo.
"Davvero Justin, non mi va."
Sporgo in avanti il labbro inferiore e faccio gli occhi dolci, le bacio il naso strusciando la punta del mio contro la sua guancia.
"Ti prego." Sussurro in modo sensuale.
Dangerous sbuffa e porta lentamente una mano sul cavallo dei miei pantaloni facendomi sorridere.
"Se non la smetti, queste," dice stringendo e spezzandomi il respiro.
"Te le stacco e le uso come portachiavi." Torno immediatamente serio, mi sposto lasciandomi cadere al suo fianco e sbuffo.
"Però quando tu hai voglia dobbiamo farlo sempre eh."
Metto il broncio e incrocio le braccia al petto, sbuffo e sposto lo sguardo sui suoi occhi che mi fissano trucidi, se avesse avuto dei raggi laser al posto degli occhi, probabilmente ora sarei polvere.
"È anche passato tanto tempo dall'ultima volta che l'abbiamo fatto." Dico lamentandomi.
In realtà mi diverto molto a darle fastidio.
"Justin..." La interrompo appoggiandole un dito sulle labbra.
"Potresti anche farmi un regalo perché ti ho fatta evadere, se mi vuoi ripagare questo è il miglior mod-..." Sposta bruscamente la mano da sopra le sue labbra e mi interrompe alzando il tono di voce.
"Justin ho il ciclo."
"Non c'è problema, lascia fare a me." Ribatto prendendole i fianchi per metterla a pancia in giù.
"Justin cazzo!" Grida arrabbiata.
Le accarezzo delicatamente con il pollice una guancia, sfiorandole la pelle lentamente per calmarla il più possibile, le do un bacio e la guardo negli occhi capendo dal suo sguardo che sto riuscendo nella mia impresa, i suoi muscoli sembrano rilassarsi sempre più.
"E io cosa ci faccio con questa adesso?" Chiedo indicando con un dito il rigonfiamento all'interno del cavallo dei miei pantaloni.
"Hai due mani, usa quelle." Apro la bocca per ribattere ma lei mi precede schiacciando l'interruttore sopra le nostre teste e spegnendo la luce.
"Buonanotte."

Ariana's pov.
Non ho chiuso occhio per tutta la notte, un po' per i crampi alla pancia e un po' per tutti i pensieri che mi frullano in testa.
È stato un errore portarmi dietro Justin, posso capire che sia stato lui a farmi evadere e gli sono grata ma non penso che abbia capito le mie intenzioni, non voglio andare in Corea e nemmeno passare la mia cazzo di vita con lui.
Sono consapevole che ciò che c'è tra di noi non è altro che attrazione fisica, non credo che l'amore esista e, se così fosse, so per certo di non essere innamorata di Justin.
Volevo solo evadere e continuare a vivere come avevo sempre fatto, mi piace essere una ladra.
Il mio unico obbiettivo era evadere.
Ora sono nella merda fino al collo, come posso dirglielo?

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bruh I literally want to give up with this story.
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