Capitolo 40

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Ariana's pov
Justin è tornato a casa dal processo ancora più incazzato di prima. Stavo tranquillamente giocando alla PlayStation quando lui è entrato dalla porta e si è messo ad urlarmi contro senza alcun motivo.
"Dangerous smettila di ignorarmi!" Urla di nuovo, mi sta fracassando i timpani.
Alzo gli occhi al cielo e non lo degno di uno sguardo, prima mi urla contro perché non gli dico niente di me, adesso invece perché sto giocando, che cosa farà dopo? Mi sgriderà perché sto respirando?
"Cazzo, sono sfinito." Dice lanciandosi a peso morto su di me, poi è lui quello che si deve lamentare.
Appoggia la testa sulle mie gambe e mi avvolge la vita con un braccio.
Ma quanto è lunatico questo ragazzo?
Mi prende una mano e se la appoggia in testa, chiude gli occhi e rilassa i muscoli delle spalle.
"Accarezzami i capelli."
"Io non sto ai tuoi ordini, soprattutto se mi devi delle scuse."
Alza la testa e mi guarda un misto tra arrabbiato e confuso.
"Io ti devo delle scuse?" Dice puntandosi il dito contro il petto e facendo il muso come un bambino.
Annuisco spostandogli la testa dal mio grembo.
"E perché mai ti dovrei delle scuse? Nemmeno ti conosco!" Grida correndo in camera sua.
Si lancia sul letto e mette la testa sotto un cuscino, caccia un urlo e tira un calcio al materasso.
Crescerà mai?
Sbuffo e mi avvicino con cautela a lui, mi siedo al suo fianco e gli accarezzo i capelli. So che gli piace quando lo faccio, ogni volta sembra entrare in un'altra dimensione.
Il biondo si toglie il cuscino dalla testa e apre gli occhi.
"Va bene, se vuoi ti dico quello che vuoi sapere, infondo ne hai in diritto."
Gli si illuminano gli occhi e si mette a sedere di scatto.
"Come ti chiami?" Chiede fremendo dall'eccitazione.
"Ehi, ehi, andiamo con calma." Dico mettendo le mani davanti a me come per parare un colpo. Lui sbuffa e appoggia la testa sulla mia spalla.
"Ti prego."
"No."
"Ti prego, ti prego, ti prego!"
Faccio cenno di no con la testa, lui sbuffa e si butta all'indietro sul letto, colgo l'occasione e mi siedo a cavalcioni su di lui.
"Quanti anni hai?" Chiede disinteressato.
"25."  Sbuffa di nuovo e caccia un urletto di disperazione, io chiudo gli occhi per un attimo infastidita e appena li riapro sussulto ritrovandomi a pochi centimetri dalla sua faccia.
"Dai, perché non mi vuoi dire come ti chiami?"
"Non posso Justin, chi mi conferma che tu non stai collaborando con qualche servizio segreto per farmi fuori?"
Justin serra la mascella infastidito e inclina la testa da un lato.
"Tu sei proprio un imbecille, io ho detto di fidarmi ciecamente di te senza nemmeno sapere il tuo nome, perché tu non dovresti!" Esclama arrabbiato.
"Mi dispiace ma qui sei tu l'imbecille, chi si fiderebbe mai di un ladro?"
Justin mi spinge via dalle sue gambe facendomi cadere all'indietro sul pavimento. Sbatto un gomito e gemo dal dolore appena lo appoggio per tornare in piedi.
"Hai ragione, vattene." Cosa?
"Justin ma che cosa ti prende!"
"Vattene, non ti voglio più vedere." Dice avvicinandosi minaccioso.
Indietreggio e Justin mi spinge facendomi cadere di nuovo. Mi rialzo velocemente cercando di spostarmi appena lui allunga le braccia verso di me, ma il tavolino me lo impedisce facendomi cadere di nuovo.
Justin si avvicina e mi prende per un braccio, mi trascina verso la porta facendomi male e mi ci lancia contro.
Avvicina il suo viso al mio con un espressione a dir poco agghiacciante, le sue labbra si fermano a pochi centimetri dalle mie e mi fissa negli occhi.
"Porta il tuo culo lontano da qui, devi sparire."
"Ma Justin..."
"Niente ma, mi chiedi scusa oppure sparisci."
Prende di nuovo il mio braccio destro e apre la porta, mi alza da terra e mi lancia violentemente fuori da casa sua chiudendomi la porta in faccia.
Io non gli chiedo scusa, è colpa sua mica mia.
Sono sicura che tra un paio di giorni tornerà da me strisciando e piangendo come un verme, ormai lo conosco.
Mi alzo tranquillamente, passo la mano sopra la divisa per pulirla e mi incammino verso la mia cella.
Certo che è proprio un bambino, avremmo benissimo potuto risolvere la questione da adulti, parlandone con calma. Invece no, deve fare tutto questo casino per non perdere il suo orgoglio.
Sbuffo e appena svolto l'angolo intravedo Kookie alla fine del corridoio che cammina nella mia stessa direzione.
"Kookie!" Lo chiamo e mi affretto per affiancarlo, finalmente qualcuno con un po' di contegno.
Il mio amico si paralizza sul posto e serra i pugni, si gira lentamente verso di me e fa un sorriso forzato.
Le sue spalle sono leggermente ricurve in avanti, i muscoli della faccia sono rigidi e solo adesso mi accorgo delle grandi occhiaie che gli contornano gli occhi, ha proprio una brutta cera, credo che non dorma da qualche giorno.
La sua espressione ha un qualcosa di strano, inquietante, mentre sei suoi occhi balena una strana luce.
Scuote la testa e mi avvolge le spalle con un braccio, lo guardo stranita in cerca di una spiegazione al suo comportamento ma l'unica cosa che ottengo è un altro sorriso forzato.
"È successo qualcosa?" Chiedo preoccupata. Lui scuote la testa di nuovo e alza le spalle.
"Tutto a posto, ora seguimi che ho una cosa da mostrarti."
Mi prende sottobraccio e mi conduce verso una cella aperta, sento la sua mano tremare ma non ci do peso, potrebbe essere un semplice eccesso di caffeina.
Entro nella stanza che si rivela vuota, non capisco perché mi abbia portata qui.
Mi giro verso di lui sorridente e noto che ha chiuso la porta.
"Che cosa stai facendo? Vuoi stuprarmi per caso?" Chiedo ridendo, divertita dalla strana situazione.
Kookie guarda verso il basso, si porta le mani nei capelli e inizia a sussurrare cose incomprensibili.
Ridacchio e mi avvicino a lui.
"Ci hai provato a farmi uno scherzo eh? Peccato che io sia più furba Jungkook, ti ho sgamato." Rido e gli appoggio una mano sulla spalla, alza la testa e mi guarda negli occhi.
Il suo volto è rigato dalle lacrime che non smettono di scendere sulle sue guance candide, cade in ginocchio e si tira i capelli, grida frustrato e si asciuga le lacrime.
Il suo corpo continua ad essere scosso da diversi singhiozzi mentre si rialza, lo affianco e cerco di abbracciarlo ma lui mi scansa via.
"Dovevi starmi lontana!" Grida talmente forte da mettere in evidenza le vene del suo collo. Il suo volto riprende a bagnarsi dalle lacrime che scendono ininterrottamente dai suoi occhi.
"Perché hai scelto me? Perché!" Urla di nuovo, mi spinge facendomi sbattere violentemente la schiena contro il muro.
Cerco di parlare ma lui non me lo permette appoggiandomi un fazzoletto imbevuto di un qualche liquido sulla bocca e sul naso.
"Mi dispiace Dangerous, m-mi dispiace..." Il suo corpo viene scosso dai singhiozzi mentre spinge sempre più forte il fazzoletto sulla mia bocca.
"Mi dispiace." Sussurra ancora una volta. Appoggia la testa sulla mia spalla bagnandomi la divisa con le sue lacrime.
Cerco di dimenarmi con tutte le mie forze per togliermelo di dosso ma Jungkook non accenna nessun movimento, mi tiene bloccata contro il muro premendo la stoffa del fazzoletto talmente forte da farmi quasi mancare il respiro.
All'improvviso la mia vista si offusca ed io mi sento mancare le forze, inizio a sentire il bisogno di riposarmi, un sonno improvviso si impossessa di me facendomi chiudere gli occhi.
Mi lascio cadere a peso morto su Jungkook che, appena capisce di avermi fatto perdere le forze, mi carica in spalla e inizia a portarmi via, riesco a malapena a capire che abbiamo lasciato quella stanza, che perdo i sensi.

Mi risveglio con un gran mal di testa, non mi ricordo più che cosa è successo.
"Avevi detto che se te l'avessi portata ci avresti lasciato andare!" Sento le voci di due persone ma non riesco a riconoscerle del tutto, la testa mi gira e non ho la forza di aprire gli occhi ne di muovermi.
"E che cosa mi fa pensare che tu non te ne andrai a dire tutto alle guardie, mh?"
"Non lo farò, te lo giuro. Ora lasciaci andare." Una risata malefica incombe nella stanza facendomi rabbrividire.
"No, c'è stato un piccolo cambio di piano..."
Sento le urla avvicinarsi sempre di più, una porta si apre con un cigolio fastidioso e viene richiusa con forza scatenando un grosso rumore.
Qualcuno si avvicina al mio viso e passa il dorso della mano sulla mia guancia, mi prende il viso con il pollice e l'indice e lo alza fino all'altezza del suo.
Il suo alito si scontra sulla mia faccia facendomi venire la nausea.
Fa scorrere le sue mani ruvide su tutto il mio corpo toccando dove non dovrebbe, torna a concentrarsi sul mio viso e mi tira uno schiaffo talmente forte da farmi aprire gli occhi dal dolore.
Gemo e cerco di toccarmi la guancia mia mi accorgo di essere legata al muro. Mi dimeno e cerco di liberarmi da quelle catene ma mi arriva un altro schiaffo sulla guancia opposta, questa volta ha fatto anche più male.
"Ti sei svegliata finalmente, è da un giorno che dormi." Alzo lo sguardo e incontro quello di Ricky che mi osserva con un ghigno.
Mi guardo intorno non riconoscendo il luogo in cui mi trovo. Le pareti sono gialle ammuffite e sono contornate da scaffali pieni di libri e documenti, il pavimento è sporco a tratti di sangue mentre dal soffitto pende una lampadina che illumina solo l'angolo in cui mi trovo.
"Lasciami andare!" Grido muovendomi a scatti, le catene mi fanno male si polsi.
Ricky ride e mi tira un altro schiaffo.
"Taci puttana." Mi prende il viso tra le mani e mi stringe le guance per farmi stare zitta e ferma.
"Jungkook, portami il tirapugni."
Da un'angolo in penombra spunta fuori Jungkook che consegna un oggetto di ferro a Ricky.
Ora ricordo! È stato Jungkook a rapirmi, non mi sarei mai dovuta fidare.
Faccio per gridargli contro ma mi blocco non appena noto il suo volto cosparso di grossi lividi viola. Deve averlo costretto Ricky a furia di botte, è per questo che piangeva mentre mi rapiva.
"Mi dispiace Dangerous, ha preso mia sorella." Dice Jungkook confermando la mia teoria.
Ricky gli strappa l'oggetto dalle mani e se lo infila tra le dita.
"Oh, basta con questi sentimentalismi." Dice prima di tirarmi un pugno nello stomaco.
Mi si spezza il respiro e cerco di accasciarmi per diminuire il dolore ma non riesco essendo incatenata al muro.
"Male?" Chiede Ricky divertito dalla situazione.
Scuoto la testa in segno di negazione guadagnando un altro pugno nel medesimo posto.
Lascio cadere la testa a penzoloni in avanti  e grugnisco dal dolore.
"Adesso?" Domanda di nuovo.
Non rispondo e tengo la testa bassa, ho bisogno di aiuto.
Ricky ride ad alta voce facendomi sussultare dallo spavento.
"Benvenuta all'inferno,Dangerous Woman."

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E rieccomi! Vi avevo promesso che avrei fatto un doppio aggiornamento e infatti sono qui con un nuovo capitolo :) vorrei rendervi partecipi del fatto che mancano solo 10 capitoli (all'incirca, dipende se ne voglio aggiungere qualcuno o no) alla fine della storia, perciò volevo ringraziarvi per tutto il supporto che mi avete dato sin dall'inizio.
Grazie mille a tutti.
Ho una domanda per voi, avete letto "borderline"? Cosa ne pensate? (Se non l'avete letta la trovate sul mio profilo)
Al prossimo capitolo ☁️
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