Niente è come sembra

Capitolo 4

«James?! Seria? Cioè non che sia brutto ma è tuo amico dall'asilo» Inizia a dire lei arricciando il naso.

«Ma infatti, mica vado con lui perché mi interessa. Siamo amici da troppo tempo perché fra di noi nasca altro» La cosa mi fa molto ridere perché non mi immaginerei mai con James.

«Appunto, per quello mi fa strano. Solitamente si va alle feste con gente che potrebbe interessarti» Replica lei.

«A volte però pur di non andarci da soli, si va tra amici» Dico io convinta.

«Io però avrei voluto vederti con un possibile ragazzo» Dice seria. <<Tipo quel Zac>> Aggiunge poi.

«Non si può avere tutto nella vita e comunque sarò in ottima compagnia» Concludo mentre prendo in mano il libro di chimica e mi dirigo in classe.

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Finite le lezioni, decido di uscire e andare a comprare qualcosa di carino per la festa.

Come diceva sempre la mia adorata madre: L'immagine è tutto.

Entro in vari negozi e dopo numerosi tentativi trovo un vestito nero non troppo attillato a cui abbinerò i tacchi neri che ho nell'armadio.
Dopo aver pagato esco dal negozio e torno al college.

Ironia della sorte vedo Zac in lontananza, con una ragazza bionda mano nella mano. Insomma, le alternative sono due:  la sua ragazza cambia colore di capelli ogni tre minuti oppure è lui che ha qualche problema nel cambiarla continuamente.

Ho praticamente passato tutto il giorno fuori dal college quindi quando torno non mi resta che fare almeno qualche compito per domani.

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Mi sveglio con un ritardo allucinante e  immagino già il prof che se la prenderà con me anche questa volta. Non ho tempo di fare colazione ma ormai come ogni mattina mentre mi dirigo alla mia classe lanciò un'occhiata al Cafè, dove però non vedo Zac.
Strano.

Dopo aver ascoltato la ramanzina per il mio ennesimo ritardo proseguo nelle lezione frequentando la classe di storia, filosofia e inglese.  Dovevo sentire la lezione di francese ma l'ho persa perchè c'era troppa fila in bagno e non potevo entrare di nuovo in ritardo.

Finite le lezioni decido di mandare un messaggio a James per trovarci sotto alla solita quercia  per studiare insieme matematica. 

E alla fine è così, lui ci mette tutta la sua più buona volontà ma io sono proprio una frana.

«Allora inizi a capire qualcosa?» Mi chiede dopo un'oretta che facciamo esercizi. 

«Sicuramente ora mi è più chiaro. Grazie, come farei senza di te?» Dico e lo abbraccio forte.

«E io come farei senza la mia  amica che non capisce nulla di matematica?» Mi prende in giro.

«La tua vita sarebbe incompleta» ridacchio.

«Ovvio» Dice lui stringendomi ancora di più. 

«Che programmi hai per stasera?»chiedo ad un certo punto.

«Devo vedermi con degli amici. Perché?» sorride.

«Così»

«E tu?» Mi chiede di rimando.

«Devo vedermi con Il mio tutor per studiare chimica grazie a te e alla tua parlantina» Dico puntandogli il dito contro.

Entrambi ridiamo e per poco non ci rotoliamo nel prato leggermente in pendenza.

«Stranamente ha punito solo me» Dico fingendomi arrabbiata.

«Chissà perché» Ride ancora.

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È ormai mezz'ora che aspetto Zac in palestra e di lui nemmeno l'ombra. Per fortuna che sono io quella in ritardo.

Dopo circa un'ora che lo aspetto, sono talmente arrabbiata che inizio a domandare a tutti dove fosse la sua stanza. 

Non può fare come gli pare, ha preso un impegno che deve mantenere. Penso mentre percorro i corridoi dei dormitori maschili e mi becco qualche occhiataccia. 

Appena vedo la sua porta, busso.

Solo per educazione, non perché  meriti di essere rispettato.

La porta è socchiusa e si spalanca.