Lucia stava vivendo un momento simile. Non era un bello scherzo, proprio no.
Intanto, nella piccola confusione seguita alla chiamata di Maria Stella, aveva perso di vista Milly: si era girata per dirle che non si aspettava di sentire musica barocca alla festa e che sembrava proprio una buona idea... e quella era scomparsa. Solo Roberto era rimasto per un attimo; le era sembrato volesse dirle qualcosa, ma il ragazzo era stato portato via dalla sorella.
Ma la cosa peggiore era stato vedere Milly ricomparire, con un bel sorrisone e due flauti in mano.
«A cosa servono quelli?» domandò, continuando a sperare che le cose stessero diversamente da come ormai sospettava. «Cosa te ne fai di due?»
«Uno lo suono col naso» rispose la sciagurata. «Dai, non far finta di non capire. Tocca a noi!»
«Vorrei sapere come fai ad avere il mio flauto!»
«Me lo ha dato tuo padre, ieri sera.»
«Cosa? Papà sapeva tutto? Era un trucco per arrivare a questo!» esclamò Lucia, fingendosi indignata. «Sono stata vittima di un imbroglio, una congiura ai miei danni!»
Ma intanto seguiva docilmente l'amica verso il clavicembalo, davanti al quale Maria Stella ancora attendeva impalata. Alida, recuperata la propria viola, le raggiunse pochi attimi dopo. A un suo cenno, Milly si voltò verso l'uditorio.
Gli invitati sedevano ordinatamente sui divanetti e le poltrone, pronti ad ascoltare. Quale che fosse la loro reale disposizione d'animo verso quel tipo di intrattenimento, il brusio da essi prodotto era minimo. Chi si lamentava della maleducazione insita degli adolescenti evidentemente non possedeva il carisma di Alida Sangiolo. Nessuno avrebbe mai osato farsi sorprendere da lei a disobbedire.
«Eseguiremo Bach, una trascrizione per flauti dolci della Triosonata BWV 1039.»
Lucia scuoteva la testa e sospirava.
«Non temete, non dura poi tanto. Poi smettiamo, promesso» scherzò ancora Milly, strappando qualche risatina dal pubblico. Infine si sedette accanto all'amica, che le lanciò un'occhiataccia.
«Dovete essere pazze» le sussurrò Lucia, rassegnata ma non arresa. «Questa triosonata è difficilissima!»
«Ma abbiamo studiato, no?» cinguettava Alida.
Infatti, le quattro ragazze suonarono dignitosamente. A parte qualche problema per i flauti all'inizio del primo movimento, a causa di quelle note lunghissime che non lasciavano prendere fiato neppure per un attimo (bisognava contare fino a trentatré, sosteneva Milly, ovviamente esagerando... ma non molto), e poi nel momento in cui Lucia, con perfidia calcolata, sussurrò all'amica "Fausto è arrivato!" nel bel mezzo di un passaggio virtuosistico, tutto il resto filò più o meno liscio, tanto che fu chiesto persino il bis. Allora Alida insistette perché Lucia si esibisse da sola, mentre quella si schermiva accampando scuse del tipo che il flauto solo era noioso e che lei non aveva nulla di pronto e nemmeno gli spartiti.
« Non occorre che sia qualcosa di recente...» insisteva Alida, incapace di rassegnarsi. «Andiamo, non mi dire che ti sei scordata anche i pezzi che hai fatto all'esame! Io ce l'ho le musiche, di là: dammi un titolo!»
«Ehm, vediamo... ecco, all'esame avevo suonato la Pavana Lachrimae nella versione di Van Eyck.»
«No, no, no» fecero in coro Alida e Milly. «Questo non è il cimitero di Utrecht. Siamo a una festa!»
«Ma, sentite, non ho altro!»
Stavolta Lucia aveva ragione. Alida, indomita, prese a tampinare Maria Stella, che alla fine acconsentì a intrattenere ancora un poco gli ospiti suonando anche qualche pezzo moderno, leggendo spartiti che "casualmente" si trovavano sul leggio del clavicembalo sotto alla triosonata.
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Adagio ma non tanto [completa]
General FictionLucia Coletti, diciotto anni, è una studentessa modello, una talentuosa musicista dilettante, una responsabile donna di casa che accudisce suo padre e lo aiuta anche in negozio. Così, con un'estenuante ricerca di perfezione, la ragazza ha rimesso or...