28

3 0 0
                                    

Milly stava per premere il bottone del citofono.

«Aspetta!» le disse Alida, perentoria. Indicò il negozio, ancora chiuso. «È qui.»

Lucia era dentro, infatti: la si vedeva, attraverso la serranda, intenta a pulire la vetrina del bancone. Alida introdusse una mano tra le larghe maglie della saracinesca e bussò piano contro il vetro della porta. Lucia si voltò, fece loro cenno di aspettare, che avrebbe fatto il giro.

Nell'androne del condominio c'era una porticina che dava direttamente nel retro della bottega, era quella che utilizzavano Lucia e suo padre per entrare e uscire normalmente negli orari in cui il negozio non era aperto al pubblico.

Lucia uscì da lì e aprì il portone alle amiche. Le salutò con un sorriso fragile.

Alida indirizzò a Milly uno sguardo severo, scuotendo la testa. Ma erano venute a far visita a un'ammalata? si chiese lei. Sospirò. Non era convinta che troppa delicatezza facesse davvero bene alle persone.

«Va tutto bene, Lucia?» domandò, una volta che furono dentro al negozio. «Alida è preoccupata per te.»

Ma ecco che quella faceva gesti seccati, come a dirle che aveva sbagliato incipit. Milly tacque.

«Lucia, ascolta...» ricominciò allora Alida, ma fu interrotta.

«Che fine ha fatto Maria Stella? Non l'ho più sentita e non riesco ad avvicinarla, a scuola. Hai il suo numero?»

«Lasciala perdere!» fu la risposta, tanto brutale da far sobbalzare Lucia.

Alida si corresse subito.

«Ha dei problemi in casa, penso.»

«Ah, mi dispiace.»

«Non cambiare discorso, Lucia. Lo sai perché siamo qui.»

Milly sospirò forte. Veramente lei non lo sapeva. Alida sosteneva che Lucia stesse ancora soffrendo per qualcosa, che, nonostante la brutta storia della sospensione non avesse in apparenza lasciato conseguenze, la loro amica in realtà non si fosse ripresa molto bene dal colpo. Mah! A lei sembrava solo stanca, come un po' tutti in quella stagione.

«Volete un gelato? Li hanno portati proprio stamattina» riprese Lucia, ignorando l'accusa. «Quando riprendiamo a suonare un po'? Certo che è un peccato non avere più il clavicembalo, ormai ci contavo.»

«Basta!»

Ecco, si disse Milly con tristezza, Alida era di nuovo in quei giorni. E lei avrebbe fatto meglio ad andare a pattinare, magari in quella nuova pista nella zona nord della città, anche se si dovevano prendere due autobus per arrivarci...

«È successo qualcos'altro? Michela si è rifatta viva? Ti prego, Lucia, dimmi cosa non va!»

Lucia scosse lentamente la testa.

«Non dire che non è niente! Siamo tue amiche, siamo qui per aiutarti, o almeno per ascoltarti se hai voglia di sfogarti, di dire qualunque cosa. Ma non posso sopportare di vederti con quel faccino lì!»

«Voi... vi ringrazio, ma non potete capire. Michela è un problema mio. Ho sbagliato, ho sbagliato tutto. Devo riuscire a comprendere le sue ragioni.»

Milly vide Alida strabuzzare gli occhi e prendere fiato come per urlare, e si irrigidì. Ma quella si dominò, anche se parlò a scatti, la voce stridula per la rabbia.

«Ho capito bene? Ti preoccupi per lei? Ti stai domandando se può aver avuto delle buone ragioni per farti quello che ha fatto?»

«Buona no, ma qualche ragione deve pur averla avuta! Io sicuramente non avrei dovuto farle quella scenata davanti a papà. Forse era venuta a parlare con lui, e non con me. Non avevo diritto di cacciarla come fosse stata una venditrice ambulante!»

Alida non stava ascoltando, era partita per la tangente.

«Michela si è comportata in modo disgustoso, ecco... allora come adesso. Ha amareggiato gli ultimi mesi di vita di tua madre, e ora è tornata per far soffrire di nuovo te e tuo padre, e tu vorresti permetterglielo!»

Lucia rimase in silenzio per qualche istante, battendo più volte le palpebre. Fissò i suoi occhi chiari in faccia ad Alida con tanta intensità che Milly si sentì in imbarazzo per lei.

«Mia madre...» sospirò, indicando con un cenno della testa il ritratto appeso alla parete. «Pensi di poter parlare di lei, Alida, di quello che può essere stato per me perderla?»

«Sì!»

Alida aveva una gran voglia di piangere ma non rinunciava a discutere.

«Siamo amiche da dodici anni; io ho passato tutto quello che hai passato tu. Credi che non sappia quello che stai provando?»

«Non è la stessa cosa.»

Biscotti al cioccolato! Milly si era inavvertitamente appoggiata a uno scaffale pieno di confezioni di biscotti al cioccolato! Che interessanti...

«Ah, no? Pensi che il mio dolore sia stato minore del tuo? Tu non sei rimasta sola! Non ti sei illusa di aver trovato finalmente una figura materna per poi perderla di nuovo! Quella donna è stata insostituibile per tutt'e due. E io, personalmente, odio a morte chiunque abbia potuto anche solo pensare di farle del male!»

«Questa è una tua scelta, Alida.»

Faceva impressione vedere ora Lucia così calma e composta, apparentemente indifferente all'agitazione dell'amica.

«Ho condiviso molti anni anche con lei, e non posso cancellarli con un colpo di spugna. Michela sarà sempre mia sorella. Mi dispiace che tu ne sia gelosa.»

Milly vide distintamente il colore lasciare le guance di Alida.

«Bene.»

Alida parve drizzarsi in tutta la sua statura mentre si riallacciava la giacca che poco prima stava per togliersi e tornava verso la porticina sul retro.

«Se le cose stanno così, Lucia... Se tu, sinceramente, puoi ancora voler bene a una persona che si è comportata tanto slealmente con te, con tuo padre e con quella santa donna, se puoi ancora chiamarla sorella, se vuoi addossarti tutte le sue colpe... fa' pure. Se vuoi rovinarti la vita dietro a Michela non posso impedirtelo. Ma non mi chiedere di capirti, né tantomeno di aiutarti!»

Le tremavano le mani mentre azionava il chiavistello e girava la maniglia. Ma uscì a testa alta e senza sbattere la porta.

Milly, che aveva assistito quasi con paura a quei discorsi sconclusionati ed era più confusa che mai, si avvicinò con circospezione a Lucia e le pose una mano sulla spalla, per rassicurarla. Non voleva impicciarsi di affari che non la riguardavano.

«So che io non c'entro in questa storia, e forse tu non vuoi affatto parlarne. Ma... non ho capito proprio niente di quello che è successo qui. Davvero questa Michela è tua sorella? Non ne hai mai parlato.»

«Scusa tanto, Milly» sussurrò Lucia. «Non volevo rivangare un passato spiacevole, ma ora è giusto che tu sappia tutto. Siediti: è una storia lunga.»

Attese che Milly si accomodasse sull'unica sedia e poi iniziò.

Adagio ma non tanto [completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora