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Il posto dove Milly amava rifugiarsi a riflettere era un angolo appartato del giardino, circondato dalle siepi più alte, un minuscolo spiazzo rotondo con una panchina e una fontanella per bere. Milly aveva preso l'abitudine di nascondersi lì in quelle ultime settimane così faticose. Le compagne invece si affollavano nel baretto della scuola o nelle zone più soleggiate, disdegnando quell'ombra. Così Milly aveva creduto di potersene stare in pace a rimuginare e organizzare i suoi pensieri intorno ai suoi due problemi più scottanti. Primo, quella pazza di La Bella. Secondo, la rimandatura. Aveva appena imboccato il vialetto deserto, osservando la ghiaia e i sassolini colorati di cui era fatta la pavimentazione dei camminamenti tra il verde, e aveva appena avvistato una pietruzza bellissima quando il suo problema numero uno le si era parato davanti.

***

«Qualcuno ha messo in giro questa voce assurda secondo cui è stata la Celli a organizzare tutto. Ipotesi senza senso: la mia compagna si è semplicemente difesa, e anche voi lo capite benissimo da soli. Analizziamo la situazione: Marinella in questo periodo aveva cento grattacapi, come tutte le sue compagne di classe possono confermare. Che senso avrebbe avuto poi da parte sua correre rischi per ordire insidie contro una persona che comunque di lì a poco si sarebbe tolta di mezzo da sola? Che bisogno ne aveva?

"È chiaro, replicherà qualcuno: al pari di La Bella, anche Milly era piena di odio e risentimento, e voleva sfogarsi, vendicarsi! Ma vendicarsi di cosa? Ultimamente la mia compagna non aveva collezionato che successi, era riuscita a strappare di mano all'avversaria la sua vendetta su di me, a toglierle la possibilità di perseguitare e infastidire altre persone, aveva ricevuto elogi da allieve e insegnanti. Anche ammettendo che queste battaglie fossero state stressanti per lei, ne aveva ricevuto tutta la soddisfazione possibile.

"E se pure immaginassimo diversamente, se Marinella avesse serbato tanto rancore, cosa che, ripeto, non era, allora perché aspettare proprio oggi per aggredire La Bella e proprio questo luogo, e giocarsi così la propria carriera di studentessa? Quante occasioni migliori avrebbe avuto! Abbiamo visto che da parte di Milly non poteva esistere alcuna motivazione di politica scolastica, dato che era lei che stava vincendo; se la sua era una vendetta personale, un fatto suo, un suo esclusivo desiderio di menare le mani, non aveva bisogno di pubblico e sarebbe stato sciocco scegliere il giardino della scuola. Milly avrebbe potuto tranquillamente andare a casa di La Bella e prenderla a schiaffi quando l'avesse vista uscire, per esempio. Ma le sarebbe anche bastato attenderla qui, al portone, quando l'altra le passava accanto col naso per aria, fingendo di non vederla. Chi di voi avrebbe potuto sindacare su ciò che fosse successo lontano dall'Istituto, senza testimoni? Per non parlare degli agguati che avrebbe potuto tenderle quando La Bella, durante le assemblee d'Istituto, faceva la spola tra la nostra sala e la presidenza e attraversava la scuola deserta, necessariamente sola. Milly si sarebbe nascosta dietro a un angolo e le sarebbe saltata addosso all'improvviso, senza che nessuno vedesse niente, e avrebbe potuto andarsene indisturbata: la sua parola contro quella dell'altra, nessuna prova.

"Una cosa veramente del tutto idiota, l'unica da non fare, era quella di organizzare la cosa qui e in questo modo, mentre l'avversaria era con le sue amiche, nel cortile pieno di gente!»

Cecilia si agitava di nuovo, ma trattenne l'impulso di gridare e alzò la mano, guatando intensamente la preside. Questa finì per concederle la parola.

«Certamente un piano stupido» concesse la Tiraboschi. «Quindi secondo te era il nostro?»

Lucia socchiuse gli occhi e strinse le labbra. La sua voce calma suonò fredda e innaturale.

«La Bella credeva di non rischiare niente, come sempre, come le sue impunite scorribande in questa scuola nel corso degli anni l'avevano indotta a pensare. Doveva avere l'ultima parola, cancellare la macchia della sconfitta subita per colpa mia! Chissà, forse non intendeva aggredire fisicamente Milly, forse voleva soltanto minacciarla, umiliarla. Non lo so. Quello di cui sono certa è che se le cose fossero andate secondo i suoi piani, non ci sarebbero stati testimoni contro di lei. Nessuno avrebbe visto o sentito niente, c'è bisogno di dirlo?»

Milly rabbrividì nel ricordare.

Adagio ma non tanto [completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora