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Susanna trovò finalmente un posto libero in uno scompartimento; vi pose la sua giacca per occuparlo, mentre Lucia le porgeva la borsa dal finestrino.

«Sei sicura di avere tutto quello che ti serve?» le stava chiedendo, sollecita come una sorella maggiore.

«Sicuro: ho nascosto tutto nella cartella ieri sera. Ho predisposto il piano nei minimi particolari, non voglio lasciare nulla al caso!»

La ragazzina sembrava molto eccitata al pensiero di vivere per qualche giorno in libertà.

Lucia non riusciva a essere altrettanto contenta. Era assillata dai dubbi e dai rimorsi. È vero che Susanna non manifestava alcuna intenzione di far nulla di male durante la sua fuga... ma la conosceva così poco! E poi la tredicenne non era abituata a gestirsi da sola, le scorpacciate di libertà potevano essere pericolose! Sì che Lucia aveva parlato al telefono con la famosa cugina, che le aveva fatto buona impressione e le aveva dato mille assicurazioni che avrebbe vegliato sulla piccola, però era lo stesso una cosa pazzesca, priva di senso. Perché si era fatta coinvolgere? Aveva mentito ai genitori di Susanna, che, comunque quella storia fosse finita, avrebbero avuto sempre una brutta opinione di lei. Avrebbe dovuto mentire anche in casa propria, aveva marinato la scuola.

Se solo Susanna avesse aspettato ancora un pochino per attuare il suo folle proposito, magari dopo le vacanze di Pasqua. Ma no, una volta presa una decisione quella testarda voleva realizzarla subito! Giovedì ne avevano parlato alla festa ed eccole lì, il lunedì successivo. Con un po' più di tempo a disposizione, Lucia era certa che sarebbe riuscita a farla desistere, magari provando a parlare lei ai Santorelli... o perlomeno avrebbe potuto studiarsi un piano migliore. Quello aveva una falla grossa come una casa: Lucia stessa.

L'idea era quella di far credere ai genitori di Susanna che la ragazzina si era data alla fuga dopo che Lucia l'aveva accompagnata fino alla scuola. In fondo non le si poteva chiedere di portarla dentro per mano e controllare che andasse in classe, no? Susanna era convinta che i suoi ci avrebbero creduto, ma ci voleva giusto l'ingenuità di una ragazzina di quell'età per esserne così sicura.

«Cosa racconterai a tuo padre?» stava ora chiedendo Susanna.

Un altro punto dolente.

«Oh, non ti preoccupare di lui. Gli dirò la verità, tra un po' di tempo.»

«Tanto i miei genitori scopriranno presto dove sono. Anche se nessuno parla, lo capiranno. Ma è meglio così: non voglio che si spaventino!»

Il treno chiuse le porte e cominciò lentissimamente a muoversi. Lucia salutò la ragazzina per l'ultima volta, raccomandandole di fare attenzione.

«Cerca di essere responsabile, anche se c'è tua cugina!»

«Non vado via per fare delle pazzie! Comunque tornerò presto... appena mi prometteranno di non costringermi più a danzare!»

Lucia fece un ennesimo cenno di saluto al treno che si allontanava.

Adagio ma non tanto [completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora