«Fastidio? Tu? Sicuramente non quanto me» disse Milly, apparentemente distratta. Fino ad allora era rimasta ad ascoltare appoggiata al muro, le mani in tasca.
«Forse se la prendono con te perché sei mia amica!» esclamò. «Quella specie di mafia che c'è lì dentro...»
«È possibile, ma non credo sia il principale motivo.»
Lucia finì la propria frase indirizzando ad Alida -e solo a lei- uno sguardo significativo. Anche se l'amica non sapeva di quel penoso incontro e delle minacce, aveva abbastanza elementi e l'immaginazione per comprendere la situazione.
«Non è un segreto per nessuno che La Bella mi odia. Speravo che ormai avesse accantonato l'idea di vendicarsi, ma evidentemente non è così.»
Milly comprese subito di essere stata esclusa da qualche importante presupposto del discorso che si stava affrontando. Quando aveva iniziato la sua carriera scolastica al S. Nicoletta, si era trovata in classe con Lucia e avevano facilmente stretto amicizia, ma Lucia, pur avendo la sua stessa età, stava ripetendo la prima, dopo essersi ritirata, l'anno precedente, a causa del suo grave lutto. Milly dimenticava spesso che Lucia aveva quindi una conoscenza del S. Nicoletta un pochino più antica della sua; l'amica ogni tanto glielo faceva pesare, per scherzo.
Non aveva mai avuto idea, però, che in quell'anno sfortunato Lucia, oltre a perdere la madre, avesse anche avuto guai con P. La Bella. La cosa dava alla situazione un aspetto assai diverso, e inquietante. Se quella intrigante aveva motivi specifici di rancore personale verso la povera Lucia, non c'era assolutamente nessuna possibilità di indurla a ritirarsi o a scendere a patti. Non avrebbe mollato la presa, a nessun prezzo.
Milly sentì d'improvviso una grande stanchezza, e un deprimente senso di inutilità assalirla a tradimento. Si costrinse a sorridere quando vide che Lucia la guardava.
«Il problema è La Bella, eh? Certo, prevedibile» disse, con finta noncuranza. «Ascolta, loro vorrebbero discutere di te nel prossimo Consiglio d'Istituto, che è fra una settimana, ma io mi batterò invece perché il tutto venga rimandato agli inizi di maggio, e perché venga organizzata una riunione apposita.»
«Rimanere sospesa per quindici giorni anziché per otto dovrebbe aiutarmi?» domandò Lucia, confusa.
«Il Consiglio d'Istituto è convocato per il ventisei, cioè il giorno stesso in cui riapre la scuola! Vogliamo questo?»
Attese un momento per dare tempo alle amiche di rispondere, ma fu delusa. Alida e Lucia la fissavano attonite.
«Certo che no!» sbuffò allora Milly. «Prima di tutto, non desideriamo affatto che la questione di Lucia sia solo un punto in un ordine del giorno che non finisce più, e poi abbiamo bisogno di tempo! Tempo per organizzarci, per far sentire la nostra voce, per capire cosa ne pensano i professori.»
«Ma quando potrai far spostare la riunione?» obiettò Alida. «Ormai...
«Ormai un accidente. Il ventisei mattina! Il Consiglio d'Istituto non viene annullato, chiederò solo che la faccenda venga tolta dall'ordine del giorno.»
«Puoi fare questo?» domandò Lucia, che sentiva rinascere in sé un briciolo di speranza. Non aveva mai pensato che le rappresentanti d'Istituto avessero tanto potere.
«Se riesco a convincere almeno una delle mie colleghe, sì. Saremmo due contro due.»
«La Daturi» sospirò Alida.
Milly allargò le braccia.
«Per forza. Ma dovrebbe capire il problema. Lei ci tiene molto a che le cose vengano fatte con tutti i crismi e se c'è anche il minimo dubbio di una procedura affrettata, che non garantisca che i diritti di una studentessa siano rispettati appieno... dovrebbe essere dalla nostra parte.»
Il tono di Milly non era esattamente ottimistico. Ma era il meglio che poteva fare al momento.
«C'è ancora qualcosa che non mi quadra. Lucia ha commesso la sua "leggerezza" fuori della scuola, anzi molto lontano...»
«Sai bene com'è pignola la preside, per lei il comportamento delle alunne deve essere impeccabile sempre e comunque. Il nostro regolamento è rimasto quello di una scuola gestita dalle suore!» mugugnava Alida. «E tu dovresti ricordarlo. Quante note in condotta hai preso perché hai imprecato o usato un linguaggio poco consono?»
«Non mi riferivo a questo. Mi chiedevo come diavolo La Bella sia venuta a conoscenza della faccenda. Quante spie ha?»
Alida pensò un momento.
«Ora sappiamo che ha sempre meditato la vendetta. È verosimile che tenesse d'occhio Lucia per coglierla in fallo.»
«Ma fuori della scuola, e in orario di lezione, come faceva? Le sue compagne non si permetterebbero certo di perdere giornate solo per seguire Lucia senza alcun sospetto concreto. E lei non ha parlato in giro del suo piano, nessuno poteva immaginare cosa sarebbe successo proprio quella mattina, non lo sapevamo neanche noi! No, c'è qualcosa che non va.»
Il silenzio si fece pesante.
«È qualcuno da fuori» concluse Milly, lugubre. «È agghiacciante pensarlo, ma quella sta estendendo i suoi tentacoli anche all'esterno del S. Nicoletta.»
Di nuovo, Alida rivolse a Lucia uno sguardo stracarico di significato.
«Pensi la stessa cosa che penso io?» le chiese.
«Temo di sì... ma non può essere!»
«E perché no?»
Milly volse lo sguardo da Lucia ad Alida, da Alida a Lucia, senza capire.
«E io non devo saperlo?» domandò.
«Michela» rispose sbrigativamente Alida, quasi seccata dall'interruzione. «Stiamo parlando di Michela.»
«Ah, grazie, ho capito tutto, adesso.»
Ma le altre due proseguivano il discorso per conto loro.
«Non è possibile!» insisteva Lucia. «Sicuro, Michela ha conosciuto La Bella, è vero, ma... Ricordi com'è andata? È da lì che è iniziato tutto, è per questo che abbiamo litigato. Ho dovuto difendere mia... lei, insomma... dalle calunnie della nostra attuale rappresentante.»
«Quindi poteva immaginare benissimo che quella serpe non vedeva l'ora di ripagarti!»
«Ma perché?!» sbottò Lucia, e il suo fu quasi un grido. «Era tornata per parlarmi... per...»
«Ma tu le hai sbattuto il telefono in faccia, non l'hai lasciata parlare quando l'hai incontrata.»
«Vorresti dirmi che ho sbagliato io?!»
Milly si staccò dal muro e fece per uscire.
«Be', io qui sono di troppo.»
«Ma no, aspetta! Alida, non farla andare via!»
Alida corse dietro a Milly e riuscì a riacciuffarla e a trascinarla di nuovo nel negozio.
«Scusaci tanto, Milly» le disse Lucia. «Ma preferirei non parlare di questa vecchia storia, che del resto non è importante. Te la racconterò un'altra volta.»
«Va bene, io non pretendo di sapere tutto. Non farò più domande, promesso.»
STAI LEGGENDO
Adagio ma non tanto [completa]
General FictionLucia Coletti, diciotto anni, è una studentessa modello, una talentuosa musicista dilettante, una responsabile donna di casa che accudisce suo padre e lo aiuta anche in negozio. Così, con un'estenuante ricerca di perfezione, la ragazza ha rimesso or...