32

2 0 0
                                    

Milly scuoteva la testa.

«Non è stata un'idea furba» sbuffava. «Non ce la farò mai.»

«Da quando sei così disfattista?» si scandalizzò Lucia. «E perché, poi? Stai andando benissimo!»

«Ragioniamo, Lucia: non fa per me. Sì, il primo movimento sta venendo bene, ma già penso a quello dopo... Fa schifo! Non sono ancora in grado di suonare questa musica come va suonata! Per rovinarla coi miei pasticci, allora preferisco lasciar perdere. Sarà per la prossima volta.»

«Certo, la prossima volta che Alida si diploma! È stata tua l'idea, eh! "Oh, ci tengo tantissimo, quanto amo la 1034, è sempre stato il sogno della mia vita poterla suonare..."»

Milly sbuffò di nuovo, più forte.

«Ma tu avevi detto che ce la saremmo divisa, che tu avresti fatto i movimenti veloci e io quelli lenti!»

Lucia tacque, rabbuiata.

«Ho detto che ci avrei pensato» rispose, a voce bassa. «Ma sono troppo arrugginita.»

«Hai più probabilità di farcela di me, dopotutto gli esami di Alida saranno tra un paio di mesi e hai tempo di studiare. Sei sempre stata più brava, e...»

Lucia la tagliò bruscamente. Cosa le era preso? Qualcosa l'aveva infastidita, e un momento prima stava ridendo...

«Non è obbligatorio eseguire tutta la sonata! Ti vengono bene solo l'Adagio e l'Andante? Facciamo quelli! Poi magari ci mettiamo un duetto, roba semplice.»

«Non c'è modo di convincerti, almeno stavolta, a fare qualcosa da solista?» insistette Milly, conciliante. «Nemmeno avvertendoti con così largo anticipo?»

La sua amica aveva accettato di impartire all'amica qualche "lezione" per l'interpretazione di quella difficile sonata di Bach, ma si rifiutava di suonare lei stessa, trincerandosi dietro alla solita scusa di essere fuori allenamento. Niente, non serviva nemmeno lusingarla, mostrare ammirazione per le sue capacità musicali. Anzi, tra un po' si offendeva a sentirsi chiamare brava!

«Vedremo. Potrei tirar fuori un Marcello o un Veracini. »

«Io preferirei che tu facessi le parti che non riescono a me! Sarebbe divertente, potremmo alternarci, e...»

Quando Lucia aveva quella faccia non c'era da discutere. Milly tacque.

«Lasciamo stare i tuoi patemi sull'Allegro e concentriamoci invece sull'inizio della sonata» riprese Lucia, sfoderando un'aria severa da professoressa. «I continui salti tra note sovracute e note del registro medio o addirittura grave costituiscono senza dubbio la principale difficoltà di questo primo movimento.»

«Eccome!» gemette Milly.

«A questo proposito mi duole doverti informare che ce ne sono di più di quelli che la curatrice ha ritenuto di dover riportare in questa trascrizione. Alla battuta venti» e prese una matita, con cui cerchiò tre semicrome. «Questo si bemolle, questo sol e questo mi bemolle della ventuno dovrebbero essere un'ottava sopra. Nella registrazione del disco, che tanto ami, si sentono bene.»

Un'espressione di shock si dipinse sul viso di Milly.

«Il sol, d'accordo... il mi bemolle, ok... ma il si bemolle come diavolo lo faccio uscire?!»

«Così.»

Lucia glielo mostrò, con il proprio contralto.

«La posizione è quella del mi sovracuto, soffiando piano e tappando il fondo del flauto col ginocchio. Dai, prova. È una nota delicata, ma in un passaggio ento come questo hai tempo di prepararla. Prova ancora. Eccolo!»

Adagio ma non tanto [completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora