Il cielo grigio, di un colore metallico, rendeva la mattinata incerta, indefinita: ancora non si poteva dire se ci sarebbe stato bel tempo oppure no. Il negozio di alimentari non era chiuso: aveva la saracinesca sollevata a un'altezza appena sufficiente per far entrare una persona.
Alida e Lucia erano rimaste a lungo in silenzio, aspettando, senza sapere cosa dirsi, e Alida si era appena seduta al tavolino, esausta per la snervante attesa, quando i campanellini sulla porta attirarono la loro attenzione, e Milly comparve sulla soglia.
Che cosa terribile, pensò Lucia. Fino a quel momento non si era resa veramente conto che sarebbe accaduta. Guardò Milly, imbarazzata.
«Entra, entra pure!» la esortò, con voce malferma.
***
Lucia sembrava più giovane, anzi, più piccola, con gli occhi sgranati in quel faccino pallido. Il personaggio di un cartone animato.
«Mia madre sta portando i bagagli in stazione. Abbiamo un po' di tempo» disse Milly, piano, andandole incontro. Le sembrava di dover per forza sussurrare, a quell'ora del mattino. «Per salutarci.»
Tacque, spostando lo sguardo da Lucia ad Alida. Quella sedeva con le gambe accavallate, il braccio destro abbandonato in grembo, sorreggendosi il capo col sinistro, il viso tenuto ostinatamente rivolto a terra, come a studiare tutta attenta il disegno delle mattonelle.
Milly riprese, con più coraggio, e un sorriso rassicurante sulle labbra, tentando di ritrovare il suo brio abituale, almeno all'esterno, per non rattristare di più le amiche.
«Desidero ringraziarvi, per tutto» dichiarò. «Non potrei nemmeno iniziare a elencare tutto ciò che avete fatto di bello per me. Mi piace pensare di essere stata anch'io una buona amica per voi due, nonostante il mio carattere a volte un po' difficile. Be', vedete, mi ero ripromessa di costringervi a fare pace, e pare che almeno questo mi sia riuscito. Per favore, non litigate più, non state così tanto tempo senza parlarvi. È davvero una cosa stupida.»
Lucia la interruppe, ansiosa.
«Perché te ne vuoi andare? Adesso, subito, così di corsa? E perché non puoi restare a iscriverti in quell'altro Liceo Scientifico...»
«Quello che a te faceva schifo» la punzecchiò Milly.
Sperava di far ridere l'amica, ma niente. Lucia insisteva.
«Ma piuttosto che lasciare la città! E, almeno, potresti passare ancora l'estate qui con noi!»
«Ma solo ora mio padre può liberarsi dal lavoro e stare con me, aiutarmi ad ambientarmi nella nuova città e tutto il resto. Durante l'estate sarà invece nel pieno delle attività, non potrebbe prendere ferie né badare a me fino al prossimo autunno, e invece, se voglio ricominciare con successo in un'altra scuola, bisogna che per settembre io sia già pronta e ben sistemata, senza altro di cui preoccuparmi.»
«E... lasci anche Fausto?»
«Ma no, cosa c'entra lui? Ci saremmo dovuti abituare lo stesso a stare lontani, tra poco lui andrà all'Università. Anzi, a seconda di quale sceglie, rischiamo di trovarci più vicini che se io fossi rimasta qui!»
Milly tentò di sorridere, ma non le riuscì di far reagire Lucia.
Sospirò.
«Mio padre mi chiede da anni di andare a passare un po' di tempo da lui, ha persino comprato apposta una casa con una camera in più per me. Quando gli ho annunciato il mio arrivo era fuori di sé dalla gioia!»
«Anche tua madre?»
Milly si strinse nelle spalle.
«Anche lei vorrebbe traslocare. Sta progettando di tornare più vicino ai suoi parenti. Ero solo io l'ostacolo, io che non volevo nemmeno sentir parlare di muovermi da qui!»
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Adagio ma non tanto [completa]
Algemene fictieLucia Coletti, diciotto anni, è una studentessa modello, una talentuosa musicista dilettante, una responsabile donna di casa che accudisce suo padre e lo aiuta anche in negozio. Così, con un'estenuante ricerca di perfezione, la ragazza ha rimesso or...