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Lucia si bloccò, in preda al panico.

P. La Bella stava osservando con interesse la foto incorniciata e appesa al muro. Ma l'aveva sentita arrivare, e si girò a trafiggerla con lo sguardo ardente dei suoi occhi scurissimi.

«Tua madre, immagino. Ti assomiglia davvero tanto» disse, tranquilla come si trovasse a far conversazione in un salotto.

Lucia deglutì. Rispose a voce bassa, perché ancora non si sentiva sicura.

«Sono io che assomiglio a lei» precisò.

Guardò attentamente la sua antica avversaria. Sempre elegante e molto curata, quella non portava più sul viso alcun segno dell'aggressione, ma il polso destro, su cui era malamente caduta, era ancora cinto da una fascia elastica. Stava lì, la studiava a sua volta e non diceva niente.

«Cosa vuoi?» si decise infine a chiedere Lucia.

Allora La Bella accennò un sorriso che non raggiunse i suoi occhi.

«Salutarti. Sono venuta a dirti che presto partirò, mi iscriverò a un'Università molto lontana da qui e chissà... forse non tornerò più indietro.»

«Buon viaggio, allora.»

La Bella sembrava aspettare qualcosa di più. Visto che non arrivava nulla, si lasciò andare a un rumoroso sospiro.

«Sei stata brava a difendere Milly.»

«Non abbastanza» ammise Lucia a mezza voce.

«Ma se anche fossi stata il miglior avvocato del mondo non sarebbe servito!» replicò l'altra, quasi ridendo. «Avevano già deciso, non dirmi che non te ne sei resa conto. Era l'unica cosa per ristabilire l'ordine, per mostrare che avevano loro il controllo. Noi due abbiamo combinato un bel quarantotto là dentro.»

Lucia non riusciva a non pensare a quell'altra occasione in cui si erano parlate, quando una La Bella fuori di sé l'aveva minacciata in un'aula vuota, incutendole una paura che lei non credeva avrebbe mai provato davanti a una coetanea. E adesso invece le parlava con aria serena, pur dopo quello che era successo? Come mai?

«Milly è stata proprio fortunata ad avere amiche così determinate» stava concludendo quella.

«Anche Cecilia mi è parsa determinata» commentò lei.

L'altra annuì distrattamente. Guardò ancora il ritratto, poi il resto della piccola bottega che, a un tipo sofisticato come lei, doveva senza dubbio sembrare assai squallida, per non dire volgare. Lucia si sentì per un attimo in imbarazzo per la veste da casa un po' sbrindellata e gli zoccoli di legno che stava indossando, ma solo per un attimo. Quella era casa sua, il suo regno.

«Non ti sei mai sorpresa a pensare a quanto tempo ed energie abbiamo sprecato?» le chiese La Bella, brusca.

Lucia battè più volte le palpebre.

«Stai dicendo che io e te siamo state nemiche per niente?» fece, incredula.

«Oh, no! Io e Milly siamo state nemiche per niente. Lei si era fatta tante illusioni sul S. Nicoletta, credeva di dover combattere contro di me, e che senza di me tutto sarebbe stato di nuovo meraviglioso e idilliaco in quella scuola! Ho cercato per tanto tempo di farle capire come stavano realmente le cose, le ho dato mille indizi, ma... sai com'è quando non si vuole vedere la verità. Temo che abbia dovuto scoprirla nel modo peggiore.»

Di cosa vaneggiava? A quali misteriosi intrighi si riferiva? Forse era proprio vero quello che Lucia aveva buttato lì discutendo con Milly, forse La Bella aveva realmente qualche rotella fuori posto. Si credeva in una storia di spionaggio? Milly se n'era andata tranquilla e soddisfatta, senza traumi di sorta.

Adagio ma non tanto [completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora