Darkest Days

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Capitolo XIII

"Mi dispiace dirlo, ma, coloro che sono più degni di amore non sono mai resi felici da esso." 

-Madame de Rosemonde( Dangerous liaisons,1988)

La pioggia strideva contro l'unica finestra vivente in quella macabra stanza bianca

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La pioggia strideva contro l'unica finestra vivente in quella macabra stanza bianca.
In sintonia con i miei pensieri incessanti, dal peso eccessivamente sfarzoso.

"Uhm, e così l'arte nera si invaghisce dell''arte bianca?" 

Appoggiai la testa contro la parete, giocherellando con le abbandonate manette sul pavimento polveroso. La dottoressa Carly era rimasta sorpresa nel vedermi legata alla gamba del letto, e ancor più scioccata quando Hansel aveva ammanettato Castiel come un malintenzionato. Mi venne quasi da ridere al pensiero che ella fosse rapita dallo stesso individuo che aveva rapito me. Chiusi gli occhi, spingendo l'oceano di pensieri da un'altra parte. Assaporando i vecchi ricordi, schiudendo appena la vista a tale piacere. Trovandomi presto a trascinare la mente in altri luoghi sublimi che non riguardavano la mia prigionia. Sorrisi quel poco, sufficientemente da portare a galla il demonio di cui tutti mi soprannominavano.

🔸🔸

-Quante volte devo percuoterti? - 
Anastasia accostò la spalla contro il muro, sorreggendosi in parte; dopo aver preso abbastanza colpi di bacchetta dalla suora del loro istituto. 
-Più volte-
ribatté lei, con sfacciataggine, non curandosi di venir picchiata per la seconda volta. 
-I miei occhi non riescono ancora a concepire la tua sporca natura! Una ragazzina della tua età con un cuore già condannato e peccaminoso- Anastasia non batté ciglio, né osò piegarsi agli ordini della suora, venendo punita per la terza volta di seguito.

🔸🔸 

Rinvenni dai miei ricordi, incamminandomi lentamente verso la porta, premendomi completamente contro di essa. Bramando con assidua e ardente passione la mia libertà. Assetata di distruzione, volendo vendicarmi di nuovo e ancora. E soprattutto, anelando per la mia lontana arte bianca. 

Ero ancora appoggiata contro la porta, quando cominciai a sentire diverse voci sussurrate e rumori di passi. 
- Follies!-
Carly entrò tutta tremante, quasi in preda a un forte attacco di panico.
-Follies! Oh grazie al cielo! Muoviti cara! Seguimi-
Mi afferrò per il braccio trascinandomi fuori dalla stanza e subito verso le scale di emergenza; seguita da altre due infermiere.
Mi condusse fuori nel cortile e dentro l'altra struttura, per poi spingermi giù su una sedia.
- Ragazze contattate subito Castiel Smith! Siate rapide e non seminate sospetto!-
Era notte fonda fuori e la pioggia al suo culmine.
- Ti dobbiamo mettere in salvo cara-
I suoi occhi in preda all'ansia e a un sordo nervosismo. La dottoressa Carly si sedette insieme a me, aspettando l'arrivo di Gabriella e Juliette con evidente trepidazione.
Non era molto difficile da dedurre che qualcuno mi voleva morta. Avevo già previsto questo giorno anni prima.
- Siete riuscite a raggiungerlo?-
Carly balzò in piedi alla vista delle due infermiere.
- Si, sta arrivando!- annunciarono sotto voce. Le osservai borbottare alle mie spalle, confabulare e proporre proposte innovative. 

✴ THE SICK GIRL  ✴[Prima Parte]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora