Monsters

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Capitolo IX

"Fuoco dopo fuoco
Giù al filo
Chi può sopportare [?]
Chi è il miglior bugiardo?
- Fools (Refs)-

"Fuoco dopo fuocoGiù al filoChi può sopportare [?]Chi è il miglior bugiardo?- Fools (Refs)-

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I ricordi annebbiavano la mia mente, oscillando tra passato e presente.
Offuscando la mia vista dal vedere nitido.
" Cosa hai fatto alla casa della famiglia Stuart? "
Le sue parole impresse nella mia coscienza. Un fardello difficile da rimuovere.
Cosa avevo fatto alla mia famiglia? Perché non mi ricordavo nulla? E perché ero finita in questo inferno?
Socchiusi gli occhi alla luce del sole proiettata sul mio viso, mentre sdraiata sul letto tentavo di ricordare.

" Portatela via"

Aggrottai la fronte, mordendomi il labbro inferiore.

" Sua madre non la vuole e non la voglio nemmeno io"

Infilai una mano tra i miei capelli, arricciandoli di nuovo al dito, ormai un abitudine che non riuscivo a fermare.
Avevo rifiutato di vedere Castiel oggi, avevo espressivamente chiesto a Carly di riferirgli di non passare; perché non l'avrei ricevuto e non avrei risposto a nessuna domanda.
E lui aveva acconsentito, o meglio, così aveva detto Carly.
Mi ero odiata per questo ma, non potevo fidarmi delle mie azioni.

Mi ero odiata per questo ma, non potevo fidarmi delle mie azioni

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°Castiel°

Ero stato chiamato a casa dal manicomio, allibito quando la dottoressa mi aveva detto di non venire, dicendo che Ariana stava male e non avrebbe potuto sottostare a un interrogatorio.
Ero andato su tutte le furie, non sapendo se fosse la verità o il suo bizzarro modo di evitarmi.
Ora però chi si stava allontanando?
Chi dei due stava sbagliando?
A tale notizia ero rimasto immobile per qualche secondo, a pensare;
e poi avevo subito chiamato Dave, chiedendogli di accompagnarmi fuori città, a Redmond di preciso, dove abitava la cosiddetta zia di Ariana.
Sidney Nolan, sorella di Rebecca Stuart.
Viveva in un appartamento agli estremi della città nella contea King.
Un lussuoso appartamento riservato a famiglie benestanti che non conoscevano la povertà, né soffrivano di problemi economici.
Suonai il campanello con una certa ansia e impazienza nel cuore.
Rispose una donna sulla mezza età, con un tono piuttosto brusco.
- Salve, sono il detective Castiel, sono qui insieme al mio collega- asserii, con marcata autorità non volendo perdere ulteriore tempo.
- Terzo piano-
Il cancello automatico si aprì con un cigolio sordo, permettendoci di entrare nella proprietà privata.
Salimmo le scale trovandoci presto alla porta della signora Nolan.
- Entrate-
Ci venne ad aprire una donna abbastanza robusta e alta, dai corti capelli castani e uno sguardo serio.
Per non parlare dei freddi occhi chiari.
Due sottili labbra serrate con irritazione, quasi come se fosse infastidita della nostra visita.
Una volta dentro notammo anche una bambina sui dieci anni, intenta a fissarci con una curiosità ammirevole e accecante.
- Mamma sono amici di papà? E perché c'è un poliziotto?-
Mrs Nolan scosse il capo sollecitando alla figlia di andare a giocare in camera sua.
- Castiel ti aspetto in macchina, raggiungimi quando finisci-
Dave fece un cenno di saluto uscendo dalla porta dalla quale eravamo appena entrati.
- Prego si accomodi-
Mi condusse in salotto facendomi accomodare nella grande sala spaziosa.
- Vuole un caffè?- chiese ancora in piedi.
- Ne sarei lieto- risposi con un sorriso fioco.
Lei annuì avviandosi per la cucina.
In sua assenza ebbi un breve tempo per analizzare gli oggetti costosi e ricamati che adornavano la stanza.
L' ampia finestra vetrata che dava sulla città e i divanetti di lusso di un forte colore scarlatto.
Si poteva notare dalle foto sui muri e gli oggetti antiquati che il padre doveva essere un esploratore.
- Ciao...-
Mi voltai velocemente solo per ritrovarmi sua figlia, a una certa distanza, occupata a osservarmi con leggera euforia.
Due grandi occhi grigi e lunghi capelli biondi, raccolti in una treccia elegante.
- Ciao a te-
Le riservai un sorriso, acquistando subito la sua confidenza.
- Mi chiamo Eleonor e tu ? - mi chiese, avvicinandosi al divano su cui ero seduto.
- Piacere Eleonor, sono Castiel-
Allungai una mano stringendo la sua giovane mano nella mia.
- Eleonor! Ti ho detto di aspettare in stanza-
Sua madre entrò in sala con due tazze di caffè.
- Uffa! Anch'io voglio conoscere il nuovo amico di papà-
La bambina sbuffò apertamente recandosi di nuovo verso la sua stanza.
La signora Nolan alzò gli occhi al cielo scusandosi e porgendomi la tazza di caffè.
- Non ci faccia caso a lei, è un tipo estroverso- disse lei, sedendosi di fronte a me.
- Non fa niente, è stata carina, davvero una bella bambina-
Il complimento uscii dalle mie labbra ancor prima che potessi fermarlo.
- Grazie, a dire il vero gli manca suo padre che è in viaggio, e quindi pensa che tutti gli uomini che entrano sono suoi amici- spiegò lei, portando le mani attorno alla sua tazza.
Sorrisi appena, un pò imbarazzato dalla tensione nell'aria.
- Quindi, cosa vuole sapere?-
Portò i suoi occhi su di me, scacciando in pochi secondi l'espressione malinconica in favore di un viso serio e inespressivo.
- Sono qui per Ariana Clark, ovvero Anastasia Stuart, Vorrei sapere tutto quello che sa su di lei-
Ebbe un breve sussulto, portandosi le mani callose sulle ginocchia.
- E' ancora viva? -
I suoi occhi sorpresi.
- Che vuole dire?-
Sgranai gli occhi a mia volta, sporgendomi lievemente in avanti.
- Era stata spacciata per morta, mi avevano detto che era morta da un pò di tempo in un incendio! - esclamò lei ancora incredula.
- No, non sapevo di questo ma no, è viva, ricoverata in un manicomio-
Dischiusi gli occhi analizzando l'informazione nella mia mente.
Morta? Chi l'aveva spacciata per morta?
-Non mi sorprende che sia in un manicomio...in fondo è un pericolo per tutti-
Alle sue parole alzai lo sguardo di scatto.
Perché tutti dicevano che era pericolosa? Cosa aveva fatto Ariana...?
- Cosa intende per pericolosa? Perché l'avete messa in adozione all'età di otto anni?-
Ero maledettamente confuso quanto provato.
Quante cose non sapevo ancora?
La donna sospirò sorseggiando il suo caffè.
- E' cominciato tutto quando aveva sei anni, Detective, ti giuro, diceva cose che una bambina normale non avrebbe mai detto, ragionava diversamente...-
Le sue mani tremavano leggermente.
- Cosa di preciso? -
Addolcii il tono per incoraggiarla a continuare.
- Una volta chiese a mia sorella se poteva torturare un animale, ero presente, era venuta in cucina con le mani sporche di sangue, dopo aver disenzionato un povero coniglio-
Mrs Nolan scosse il capo turbata.
- Mentre un'altra volta ancora chiese se poteva torturare suo fratello Michael, dopo che lui gli aveva fatto un dispetto-
Rimasi scioccato, quasi spaventato dall'Ariana di cui mi stava raccontando.
- A scuola, non giocava con gli altri bambini, anzi gli spaventava o gli minacciava. Non scriveva e non voleva partecipare alle lezioni. Le sue maestre si erano spesso lamentate di come osservasse i compagni con una luce malata negli occhi-
Abbassai lo sguardo sul mio caffè.
- É inquietante quella bambina, un demonio!-
Faceva male sentirle parlare così di Ariana.
- Sai qualcosa dell'incendio?-
Chiusi gli occhi sconvolto dalle rivelazioni.
Castiel non puoi avere perso il senno per un essere del genere...
- Non molto, tutt'ora non sappiamo chi abbia appiccato il fuoco, non sappiamo se l'ha fatto veramente lei, ma alcuni testimoni hanno detto di averla vista gironzolare da quelle parti-
Sospirai profondamente.
- Ma se viveva con Diana Clark, come faceva a essere lì?-
Troppe domande senza una risposta concreta.
- Non vuol dire nulla, Diana Clark non abitava tanto lontano dalla casa di mia sorella.
Il suo tono disgustato.
- E tua sorella? Loro come stanno?-
Portò una mano sul viso, massaggiandosi le tempie.
- Grazie a Dio le fiamme non li hanno sfigurati molto, i tre bambini si sono salvati in tempo, soltanto mia sorella e suo marito hanno avuto qualche ustione- confessò, sollevata che la sua famiglia fosse ancora viva e vegeta.
- Questo è tutto, poi di lei non ho più saputo nulla, per questo abbiamo tutti presunto che fosse morta-
Feci un cenno col capo.
- Grazie per la collaborazione Mrs Nolan-
Mi lasciai andare contro lo schienale del divano, mentalmente devastato.
Sconfitto dall'idea che la persona di cui mi stavo invaghendo poteva ben essere pericolosa.

"Castiel, fai male ad abbassare la guardia, fai male ha pensare che di me non devi aver paura".

Tante volte aveva cercato di dirmelo.

"Mi stavi chiedendo cosa intendo con smontare, ebbene, mi piace fare male alle persone, ovvero, godo nel smontare tutta la loro armatura in senso metaforico".

Il puzzle stava cominciando a formarsi.

" Sì, pensavo di essere stata chiara quando ti ho detto di non avere buone intenzioni con te".

Oh Dio...Non poteva essere davvero cosi malvagia.
Ariana non poteva completamente essere maligna.
- Non riesce a credere che lei sia così, non è vero Detective? Sembra innocente a volte, ma è spietata dentro-
Mrs Nolan mi studiò, leggendo il mio sguardo afflitto.
- Mi dispiace, ma non ne vale la pena...Non sprecate il vostro prezioso tempo a cercare di capirla Detective. Lei è folle-
Ero uscito dall'appartamento della signora Nolan con una delusione profonda, tanto da fare preoccupare persino Dave.
- Stai bene Castiel? -
Alzai gli occhi nei suoi.
- Per favore portami al manicomio, devo urgentemente parlare con la dottoressa Carly-
Dave annui, accendendo il motore e riservandomi un'ultima occhiata preoccupata.
Ariana era davvero così?
Dunque non aveva mai avuto buone intenzioni.
Il viaggio in macchina fu silenzioso fino all'arrivo a destinazione.
Salutai Dave assicurandogli che avrei preso un taxi al ritorno, rassicurandolo che sarei stato meglio.
Varcai la soglia del manicomio con un' aria diversa.
Delusa.
Frastornata.
Un'espressione che non sfuggì nemmeno alla Dottoressa Carly.
- Dov'è Follies? -
Non le permisi di farmi nessuna domanda.
- Nell'ospedale dietro il manicomio, mi segua-
Seguii la dottoressa minuta fuori nel cortile dell'edificio, attraversando il giardino ed entrando in un'altra piccola struttura.
Quindi non mentiva Carly quando aveva detto che Ariana stava male.
Salimmo le scale insieme, recandoci nel reparto B1.
Al nostro arrivo Ariana era sdraiata sulla brandina con aria sofferente.
La fronte imperlata di sudore, il respiro incalzato e gli occhi chiusi.
Per un attimo mi preoccupai seriamente, lasciando alle spalle tutto quello che avevo sentito.
- Cos'ha?- chiesi allarmato, avvicinandomi alla sua figura fragile distesa sul letto.
- Nulla di così grave, soltanto un pò di febbre, si vede che ha preso freddo-
Carly si avvicinò a sua volta alla brandina.
- Vado a prenderle altri cuscini, chiamami se si sveglia- annui, riportando i miei occhi su di lei.
I suoi lunghi capelli erano stati raccolti in due trecce che le ricadevano dolcemente sull'addome, facendola sembrare una bambola di porcellana.
Poteva una cosa così innocente essere letale?
- Castiel...-
Trasalii al suono del mio nome.
Ariana sbatté le lunghe ciglia più volte cercandomi con lo sguardo ma senza successo.
Era troppo stanca per muoversi; eppure non abbastanza da non poter sollevare una mano nella mia direzione.
Cercava la mia.
Esitai per qualche secondo, volendo che ritirasse la mano ma non lo fece.
Anzi, tastando i miei vestiti salì fino al braccio per poi scendere e intrecciare la sua mano nella mia.
Successivamente la portò sulla sua guancia destra.

- Castiel, sono cattiva... Sono un mostro-
La sua voce tenue e stanca.

- Mi sono ricordata alcune cose, ho fatto delle cose... Castiel voglio smettere di farle ma non ci riesco-

Mi straziava il cuore vederla in quelle condizioni.
Vedere come volesse annientare i mostri nella sua testa.

- Castiel io... Tu devi scappare, devi starmi lontano perché non voglio farti male, ma l'altra me sì....-
Non tolsi gli occhi dalle sue labbra, non spostai lo sguardo neppure quando smise di parlare.

- Ariana chi sei tu?-

Strinse la mia mano sulla sua guancia ancora di più, portando le mie dita vicino alla sua bocca.

- Non lo so Castiel, ma sono diversa quando ci sei tu, l'altra me tende a spegnersi quando ci sei tu, se tu non mi distrai lei torna ancora, e ancora fa male-

Stavo assistendo a una parte nascosta di Ariana, forse... La vera Anastasia Stuart quando i suoi demoni non la stavano controllando.

- Follies cosa fai alle persone?-

La mia voce quasi spenta a un sussurro.

- Le torturo Castiel, le scelgo e poi le torturo...-

Allontanai la mano d'istinto dalla sua guancia.

- Non fare così...-
Ariana cercò di nuovo la mia mano, cercando di sopprimere il nodo in gola che era ben udibile nella sua voce.

Mi lasciai afferrare la mano di nuovo.

- Lei diventa più forte quando vengo meno...E' più forte se sono da sola-

✴ THE SICK GIRL  ✴[Prima Parte]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora