Capitolo XXIII
"Il diavolo è sulla tua spalla.
Gli sconosciuti nella tua testa.
Come se non ti ricordassi
Come se potessi dimenticare"-Aquilo-
Chiusi gli occhi, rilasciando un lungo sospiro affaticato dalle labbra.
Ascoltando il chiacchierio concitato di mia sorella. La quale stava in piedi nel mio ufficio con le braccia incrociate verso la mia direzione.
Gli occhi turbati e percettivi, intenti a studiare la mia figura assente.
-Castiel! Mi stai ascoltando? -
Paris fece qualche passo in avanti.
Arrestandosi davanti alla mia scrivania gremita di file e documenti. Colma di ricerche in sospeso e buste non ancora aperte.
Non riuscivo a smettere di pensare alla minaccia di Ariana. Alle sue ultime parole di avvertimento. A come mi avesse lasciato esigente e frustrato.
Pertanto, il modo che aveva di parlare. Un parlare così misterioso e cupo.
Nascosto e soppresso.
Imbrattato da enigmi e segreti che marchiavano la sua anima e coloravano la sua mente. Trasformandola in una concavità oscura, ottenebrata da un firmamento senza stelle. E nello stesso tempo, rendendola ancora più affascinante e piacevole.
Ma come ora, temevo per mia sorella Paris e per mio fratello William.
-Mi vuoi spiegare perché all'improvviso mi stai chiedendo di non uscire di sera?-
Paris era alquanto interdetta.
I voluminosi capelli biondi raccolti dietro la schiena, in una lunga treccia sofisticata.
Alzai lo sguardo distrattamente, osservando i miei dintorni. Focalizzandomi su ogni cosa tranne che mia sorella.
- Castiel!-
Socchiusi gli occhi al suo tono improvvisamente alto.
- Sì! Che c'è?!- protestai, attraversato da un lieve senso di malessere e stanchezza.
- Ti stai pure arrabbiando? Fai sul serio?-
Paris si chinò su di me, oscurando la mia visuale della stanza. Riservandomi uno sguardo irritato e scontroso.
- Sto cercando di pensare e non mi stai facendo riflettere-
Mi giustificai portando una mano sulle tempie. Massaggiandole in lenti gesti circolari.
- A che cazzo devi pensare quando ti sto parlando??-
Paris sbatté le mani sulla scrivania facendomi sussultare.
- Hey Hey! Che peperoncino piccante che abbiamo qui!-
Mi voltai in tempo per scorgere la figura slanciata di Hansel appoggiata contro lo stipite dell'ingresso.
E chi l'aveva invitato??
Un sorriso sornione e piuttosto divertito era dipinto sulla sue labbra.
- E tu saresti?-
Paris intervenne inarcando un perfetto sopracciglio verso l'alto, portando entrambi le mani smaltate sui fianchi del suo vestitino estivo.
Hansel avanzò fermandosi davanti a lei, prima di inchinarsi e inaspettatamente baciarle la mano.
- Hansel Jagger, madmoseille. E lei deve essere...-
- Paris Carole Smith-
Alzai gli occhi al cielo, pronto a intervenire. Disposto a fermare qualsiasi perversa intenzione nei confronti di mia sorella.
-Un bellissimo nome per una donna bellissima come voi-
Come non detto!
- Hansel! Non pensarci nemmeno!-
Nei suoi occhi potevo chiaramente notare la luce maliziosa e malpensante.
Mi alzai dalla scrivania sporgendomi verso di loro, schiudendo gli occhi in due dardi infuocati.
Analizzando il suo sorriso sghembo e l'espressione confusa di Paris, la quale era palesemente rimasta affascinata da lui.
- Non scaldarti tesoruccio, sto solo facendo nuove conoscenze-si difese lui, allargando l'onnipresente ghigno sulla bocca.
Girai attorno alla scrivania venendomi a posizionare nel buco tra Hansel e Paris. Obbligandoli ad allargare lo spazio.
- Mi dispiace ma mia sorella non rientra nelle tue conoscenze!- risposi a denti stretti. Chiudendo le dita in due pugni serrati.
- Mi sto perdendo qualcosa?-
Paris spezzò il nostro breve scontro visivo. Rivelando un'espressione dilettata e curiosa.
-Nulla mia cara- rispose Hansel, portando le mani dietro la schiena. Inclinando leggermente il busto in avanti per scrutarmi meglio.
-Paris, per favore torna a casa. Ci vediamo dopo- sibillai tra i denti, mantenendo lo sguardo fermo sul coglione davanti a me.
-Ma...!-
Mia sorella fece per protestare.
-Paris! Per favore!-
Si arrese sbuffando apertamente, per poi lasciare la stanza con aria seccata.
I suoi tacchi alti nel frattempo, battevano contro il povero pavimento liscio. Rilasciando una serie di rumori sordi.
-Che donna splendida!-
Sgranai gli occhi spostando lo sguardo dalla porta. Riportando gli occhi di nuovo su di lui.
-Hansel non ti permettere!-
Lui scoppiò a ridere allargando la bocca. Scoprendo nuovamente i denti scintillanti.
Scocciato, alzai gli occhi al cielo, allontanandomi verso la scrivania.
Non avevo proprio tempo da perdere in sua compagnia. Non dopo l'orribile trattamento che mi aveva serbato al Kimpton Hotel.
Afferrai la mia cartelletta di plastica infilando i fogli svolazzanti al suo interno. Sistemando il resto della confusione sul mobile.
-Mi stai ignorando per caso?-
Hansel si accostò alle mie spalle, torreggiando come un grosso albero dietro di me.
-Sta zitto! E vattene!-
Le parole uscirono velenose e fredde. Senza il mio permesso.
A momenti un'urgenza involontaria
che aveva bisogno di manifestarsi.
-Uhm... qualcuno è davvero arrabbiato oggi...-
Per un attimo il suo tono parve sorpreso, ma presto lasciò spazio a un'altra risatina disinvolta.
Aggrottai la fronte voltandomi verso di lui. Scagliando le mie mani sul colletto della sua camicia nera.
-Piantala una volta per tutte! -
I suoi occhi turchesi mi analizzarono con più insistenza, scrutando il mio volto con pacata pazienza.
-Se non hai nulla di che scusarti allora stammi lontano!-
Lo lasciai andare avanzando verso l'uscio. Ovvero, quella era la mia intenzione prima che Hansel decidesse di braccarmi sulla parete di fianco al l'uscita.
Imprecai alla collisione del mio corpo contro il muro, sperando che nessuno degli altri colleghi sentisse il baccano dall'altra parte.
-Non provare a voltarmi le spalle Smith!-
La sua voce apparve dura e impregnata di cattiveria.
-Hansel mi stai... levati!-
Opposi resistenza cercando di scansarlo lontano dal mio corpo. A causa delle garze sotto la maglietta. Dal momento che sembrava che nessuno fosse intenzionato a lasciarle guarire.
Anzi, da quando me le ero procurate sia Dave, che Ariana e Hansel, non avevano fatto altro se non riaprirle di nuovo.
E come se la sua vicinanza non fosse abbastanza snervante, Hansel si premette completamente contro di me. Occupando il mio spazio e il mio ossigeno. Chinando la bocca sul mio orecchio.
-Ascoltami bene Smith! Non mi costa nulla incastrarti e nemmeno farti del male se devo-
I suoi respiri si scontrarono contro la pelle del mio collo, mandando brividi di repulsione su tutta la spina dorsale.
-L'unica ragione per cui non ti ho ancora messo fuori gioco è perché mi servi-
Ascoltai le sue fredde parole a malincuore, accrescendo il rancore nei suoi confronti.
-Io non ti devo aiutare a fare nulla Jagger. Ora levati dal cazzo- asserii sdegnosamente, cercando di evadere dal suo approssimato contatto.
-Vedo che proprio non ascolti... Ora comincio a capire perché interessi così tanto alla nostra Ariana-
Non ebbi nemmeno il tempo di spintonarlo o di fare qualcosa che la sua mano si fece strada sul mio addome e poi con le dita spinse fortemente sulla piaga.
Mi morsi le labbra a sangue, stridendo di dolore. Osservando senza fiato il suo sguardo feroce e provocante.
-Oh e un'altra cosa, devi venire a casa mia oggi-
Scossi il capo fortemente, spintonandolo di nuovo.
-Non era una richiesta caro smith-
Hansel strinse le sue dita affusolate sui miei bicipiti. Smorzando la mia via di fuga.
-Lasciami Idiota!-
Cominciai a dimenarmi, nel tentativo di scostare la sua massa pesante dal mio corpo.
-Certo, non dopo averti però sequestrato per qualche ora-
Strabuzzai gli occhi, lanciandogli un'altra ulteriore occhiataccia.
E poi, senza alcun preavviso,
Hansel mi diede una forte testata. Barcollai in avanti solo per venire spintonato di nuovo contro il muro.
Le sue mani si allungarono bruscamente sul mio collo. Premendo con impazienza un punto in particolare.
Una tecnica usata dai texas rangers per catturare o mettere fuori gioco un avversario
Cominciai a vedere tutto sfocato, fino a perdere totalmente i sensi.
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✴ THE SICK GIRL ✴[Prima Parte]
Romance3°posto in Nuovi Talenti 2019 4°posto in Rose Award Contest 2019 ~COMPLETA~ [ATTENZIONE: TEMATICHE DELICATE; CONTENUTI FORTI] Ariana Clark è una ragazza folle. Rinchiusa in un manicomio alquanto sinistro; sinistro come quelle ultime case in fondo al...