Capitolo XXXIII
"L'uomo gode della felicità che prova, la donna di quella che procura. Il piacere dell'uno è di soddisfare dei desideri, quello dell'altra è soprattutto di farli nascere."Les Liaisons Dangereuses, 1782 -
La porta che precedeva la stanza di Ariana, sembrava ora un varco opprimente.
Un accesso ripieno di ansia e nervosismo.
Simili a quei giorni lontani, alla prima volta che avevo varcato la stanza numero nove.
Il primo giorno che l'avevo incontrata.
Anche lì, ricordo dell'ansia nello stomaco e l'incertezza nella voce. Non sapevo mai cosa aspettarmi quando entravo. Men che meno come comportarmi.
Ariana, sin dall'inizio, aveva sempre avuto il mio orgoglio in pugno.
Il pugnale dalla parte del manico. Sapeva come smuovere la mia autostima e cancellare il mio ego.
Con lei, dovevo sempre stare in allerta.
Essere sempre pronto... perché sarebbe bastato poco per annientarmi. Così poco per radermi al suolo.
Quella donna conosceva le vie al mio cuore. Le strade che conducevano ai miei cancelli.
Le scorciatoie che avrebbero potuto perforarmi il cuore e le interiora.
Per alcuni secondi, lei sembrava invincibile e del tutto incorruttibile.
E io invece, essere fatto di una sostanza malleabile e facile da penetrare.
Spinsi giù la maniglia della porta, oltrepassando la linea d'ingresso.
Investito dall'odore di medicinali e di gelsomino.
Ariana stava lì semi seduta sul letto, le gambe stese sotto le lenzuola e la schiena contro lo schienale del letto.
Persa a contemplare qualcosa d'irraggiungibile, e seppur cosciente della mia presenza, pareva lontana da essa.
- Follies?-
Con un gesto lento della mano, colpì lo spazio vuoto vicino a lei.
-siediti...-
La sua voce calma e assente. Dormiente e fredda. Sommersa insieme alle radici sottoterra.
Ubbidii sedendomi alla sua sinistra, non molto lontano dalle sue gambe distese.
-Come stai?-
Allungai una mano sulla sua cercando di stringerla nella mia. Convinto di avere la sua comprensione dalla mia parte. Fin troppo sicuro che non fosse più in collera con la mia performance del giorno prima.
Eppure, rapida ma assertiva, si oppose, sottraendosi al mio tocco.
Per poi scuotere la testa con disapprovazione.
-Sai una cosa Castiel...?-
Soffermò lo sguardo su di me: gli occhi spenti e intrisi di angoscia.
Una cosa non naturale da vedere, per il fatto che lei era da sempre stata una roccia tediosa e per nulla dolce da trasportare.
Ariana non abbassava mai la guardia fino a quel punto, anzi, odiava mostrarsi al mondo.
Detestava rivelarsi alle persone.
- Gli insulti e le parole cattive... Sai perché non mi toccano? Vuoi sapere perché possono scoccare una sferzata di frecce e mai colpirmi?-
Annuii, socchiudendo gli occhi per il senso di colpa.
-Perché finiscono qui-
Ariana punto l'indice sulla tempia, riferendosi alla testa.
- Finiscono dentro la mia testa e non scendono dentro il cuore-
Sussultai leggermente, stregato dalle parole che uscivano dalle sue labbra.
- Ma tu...- si fermò per qualche secondo, come se stesse cercando di trovare le parole giuste.
- Tu mi hai colpito qui-
Portò la sua mano sul petto, dove stava il cuore.
- Hai scoccato una freccia sul cuore che pensavo di non avere... -
Lo sguardo fermo su di me. Sepolto sotto il macigno dell'onnipresente aura misteriosa.
Ariana non conosceva il potere che aveva su di me, e penso che erano i miei mostri a dormire quando entrava nella stanza.
-Follies...? -
Esitai un po' troppo allungo prima di continuare, innescando il suo interesse per la prolungata attesa nel tempo.
E tutto perché... non sapevo come dirlo, come aprire il discorso.
Non sapevo davvero da dove cominciare.
-Comincia da dove vuoi-
Se prima avevo esitato, ora era un sussulto a riempire le mie labbra.
I miei occhi sgranati. La mente scioccata da come ella fosse capace di leggermi così facilmente.
-Non mi hai appena letto nella mente vero...?-
Ariana abbozzò un sorrisino, alzando gli angoli della bocca.
- No chéri, come potrei farlo? Ho solo intuito che volessi delle risposte-
Erano momenti come quelli a lasciarmi sbalordito.
Qualcosa in lei riusciva a ipnotizzarti completamente, come una calamita, trascinarti totalmente. Una strana gravità in grado di attirarti verso il cuore della terra.
E giuro, che la sensazione era simile all'uomo attratto dal peccato. Un uomo retto che tentennava tra il male il bene.
E come quell'uomo integro, avresti voluto liberarti da quel peccato e da quel forte desiderio di altro.
Eppure, sembrava quasi impossibile.
- Tu sei a conoscenza dei sentimenti di Hansel per te?-
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✴ THE SICK GIRL ✴[Prima Parte]
Romance3°posto in Nuovi Talenti 2019 4°posto in Rose Award Contest 2019 ~COMPLETA~ [ATTENZIONE: TEMATICHE DELICATE; CONTENUTI FORTI] Ariana Clark è una ragazza folle. Rinchiusa in un manicomio alquanto sinistro; sinistro come quelle ultime case in fondo al...