Capitolo XXVII
"Dietro ogni bella cosa, c'è un qualche tipo di dolore."
― Bob Dylan
(Le champs elysees, Paris-France)Il cellulare stava squillando da un po' ormai e io l'avevo lasciato suonare. Sapevo bene chi stava chiamando, ma non volevo rispondere. Almeno non per il momento. Perché era troppo facile... Maledettamente facile usarmi quando era opportuno e congedarmi quando non ero più utile. Ero stanco di Hansel. Stanco di Ariana. Esausto dal vizio che avevano di giocare con i miei sentimenti, con la mia persona. Cazzo! Ero umano anch'io.
Sono un essere umano anche io.
E non era per niente divertente essere sballottati a destra e sinistra.
Non ero una pedina...
Sospirai, girandomi sulla schiena, portando gli occhi sul soffitto della stanza, ammirando il nulla e il bianco immutabile,
soffermandomi con i pensieri su tutti i problemi che si erano creati dal momento che avevo accettato di seguire questo caso.Non so ben dire, per quanto
tempo rimasi in quella posizione di assoluto silenzio, ma fui in seguito destato dal rumore di pugni contro la porta.
-Castiel! Avanti apri questa merda!-
Socchiusi gli occhi voltandomi dall'altra parte.
La sua voce autoritaria si fece presto sentire dall'esterno della stanza, spezzando la così ben voluta quiete notturna.
-Castiel butto giù la porta!-
Ignorai anche il secondo richiamo, pur sapendo che Hansel era in grado di farlo se veramente lo desiderava.
Alzai le lenzuola fino alle spalle nude, cominciando a sentire improvvisamente freddo, sperando di non aver preso la febbre.
-Va bene come vuoi tu!-
I suoi passi si allontanarono nel corridoio dell'hotel, lasciandomi finalmente in pace. E così rimasi per altri interminabili minuti. Gli occhi chiusi e le labbra serrate. Un affaticamento interiore, che partiva dal macigno sul mio cuore, alle ragnatele dentro la mia mente.
-Adesso entro bimbo capriccioso-
Portai gli occhi di nuovo verso la porta, sbuffando apertamente.
Era possibile avere un momento di pace?!
-Hansel per favore vattene, non sono in vena di cazzate-
Noncurante delle mie parole, spalancò comunque la porta, appressandosi alla mia figura semi distesa, sorprendendomi quando le sue mani andarono a posarsi sulle mie spalle scoperte.
-Non sei in vena di che cosa...?-
Si interruppe da solo, passando senza preavviso una mano sulla mia fronte, schiudendo gli occhi quel poco per riflettere.
-Hai la febbre... !-
Bingo.
Allungai un braccio scacciando la sua mano lontano da me.
-... E sei anche davvero capriccioso- Sorrise.
-La vuoi piantare!- esclamai innervosito.
-Non mi hai ancora dato i semi per farlo...-
Restai in silenzio, rifiutandomi di rispondere.
Non avevo tempo per tali scemenze.
-Avanti Castiel non sei mica arrabbiato per prima...-
Che Cazzo! Osava pure chiedermelo?!
-Vedo davvero che l'impiccagione è cosa troppo infima per te! Hai bisogno di peggio!-
La sua risata divertita riempì la stanza, stimolando la mia irritazione ancora di più.
-Sei bollente, dovresti chiamare un medico-
Hansel cambiò argomento diventando improvvisamente serio.
-Lasciami stare, non ne ho bisogno. E né ho bisogno della tua preoccupazione-
Lui alzò gli occhi al cielo alzandosi dal letto.
-Vado a chiamarti un medico, torno subito-
-No!-
Si arrestò davanti alla porta, girandosi piano verso di me.
-Fidati che se ho bisogno sono capace di alzare il telefono e chiamare-
Mi fermai, massaggiandomi le tempie, cercando di allontanare il senso di oppressione e stress.
-... Hansel voglio solo essere lasciato in pace-
Non lo guardai, ma sapevo che si stava avvicinando. Hansel si sedette sul letto, portando i suoi occhi pensierosi su di me.
-Scusa per prima...-
Spalancai gli occhi sorpreso.
Non mi aveva per caso chiesto scusa? Vero?
Alzò di nuovo gli occhi al cielo, alla vista della mia espressione incredula.
-Non sono completamente un mostro Castiel-
Gli rifilai un'occhiataccia colma di rimprovero.
-Si che lo sei! Mi tratti di merda ogni volta!-
Hansel sobbalzò leggermente al tono della mia voce, portando la sua espressione spaesata su di me. E stranamente rimase in silenzio.
-Insomma, perché vi divertite a torturarmi mentalmente? Non basta Ariana? Perché anche tu?-
Andai avanti a parlare nonostante il suo silenzio.
-Avrò i miei motivi per farlo-disse ad un certo punto.
La sua risposta arrivò come un sussurro affievolito e represso. E bastò per farmi infuriare.
-Come scusa?-
Affilai lo sguardo, dominando il poco autocontrollo di cui disponevo.
La sua espressione spenta e seria, a momenti dura come la pietra.
-Sì hai sentito bene-
Ancor prima che potessi reagire Hansel saettò in piedi, torreggiando su di me. Gli occhi chiari sommersi da una luce sporca, arrabbiata, vendicativa.
-Hansel, che ti prende?-
Mi stava spaventando. Non l'avevo mai visto così rabbuiato dalla lite al kimpton Hotel. Pertanto, non avevo detto niente di male se non affermare il maltrattamento che esercitava su di me. Anzi, avevo il pieno diritto di esserne incazzato.
-Hansel, diamine parla!-
Non si mosse di un centimetro, restando in piedi davanti al mio letto.
-Tutto quello che è successo... Da una parte te lo meriti-
Una voce tagliente e carica d'odio.
Boccheggiai per qualche secondo, sgranando gli occhi scioccato.
E poi la rabbia mi oscurò di nuovo la vista.
-Esci Hansel! Levati dal cazzo!-
Come osava? Come poteva dire certe cose?
La tranquillità con il quale lui e Ariana ferivano senza pentimento era estenuante. Non avevano alcun rimorso per le pugnalate che rilasciavano dalla loro bocca.
E faceva male. Le parole facevano male.
Avevano così tanto potere e cosi tanta influenza.
-Perché dovrei?-
Hansel affilò gli occhi turchesi in due fessure, trascinando lo sguardo oscurato per la stanza.
-Tu non hai idea di cosa sia la sofferenza altrui, detective, tu credi di aver capito come funzionano le cose qui...-
Riportò gli occhi su di me.
-Ma in verità non sai nulla-
Sembrava addolorato...
Un'altra persona.
-Hai una vaga idea di cosa significa amare qualcuno che non ti ama, di farlo lo stesso anche pur sapendo la verità? Hai solamente la vaga idea di cosa sia stato per me vederti ottenere il suo cuore in solo pochi giorni?! Quando io esisto a causa sua? Quando io sono, soltanto perché lei è...?-
Spalancai leggermente le labbra, paralizzato sul letto. Atrofizzato dalla sua reazione costernata.
-Sai quante cose ho dovuto sopportare, quanto male ho dovuto guardare? Eppure, non mi sono mai piegato alla prima sferzata di vento...-
Allungò nuovamente una mano sulla mia spalla.-Eppure tu... Vedo la stanchezza nei tuoi occhi, vedo come lentamente ti stai arrendendo. Il caso di Ariana ti sta sfinendo non è vero? Vuoi gettare la spugna non è così?-
-Hansel...-
Riuscii soltanto a pronunciare il suo nome.-Sai una cosa Castiel? Se devo rinunciare a lei, se mi costringi a dissotterrare il mio cuore, a riprendermelo... Se mi obblighi a lasciarla andare, promettimi che ti prenderai cura di lei. Se non riesco a salvarla io, se non sono abbastanza... allora sii tu sufficiente-
I suoi occhi raccontavano molte cose in poche parole. Il suo volto affranto era bastante per farti capire che aveva visto molto sulla sua strada. E che ancora portava cicatrici aperte nella sua anima.
-Un tempo avrei voluto vederti morto, ti volevo fare male...-
Sciolse la bocca in un ghigno.
-Mi correggo, ti voglio ancora fare male-
Dischiusi gli occhi insospettito.
-Ma solo se getti la spugna...- continuò lui, dissipando il mio disappunto.
-Se c'è una cosa che odio delle persone è il modo in cui si arrendono. E solo pochi osano andare oltre la linea di arresto. Fammi il favore di non farti odiare-
Incrociò le braccia sul torace, guardando il firmamento stellato fuori dalla finestra.
-Non ti caspisco...-
Affondai la faccia nelle mani, esalando un respiro nell'aria.
-Se vuoi aiutarmi... Perché a volte ti comporti come se fossi contro di me?-
Un urgente bisogno di fumare mi assalii la mente, una forte esigenza di scaricare la tensione in un altro modo.
-Cosa pensi sia successo stasera?-
Mi porse la domanda gentilmente, una caratteristica non sua. Non di Hansel il quale era solito essere scaltro.
-Non lo so...-
Ero davvero confuso.
-Tu conosci soltanto una parte orribile di Ariana, ma non conosci la vera bestia che vive dentro di lei.
E io l'ho vista Castiel, e prego che tu non debba vederla. Se oggi ti ho allontanato, l'ho fatto per il tuo bene. Per proteggerti da ciò che tu ancora non conosci-Eppure... Cos'era di lei oscurata dalle ombre e dalle nuvole che ancora non conoscevo?
- Vado a chiamarti un medico-
STAI LEGGENDO
✴ THE SICK GIRL ✴[Prima Parte]
Romance3°posto in Nuovi Talenti 2019 4°posto in Rose Award Contest 2019 ~COMPLETA~ [ATTENZIONE: TEMATICHE DELICATE; CONTENUTI FORTI] Ariana Clark è una ragazza folle. Rinchiusa in un manicomio alquanto sinistro; sinistro come quelle ultime case in fondo al...