Capitolo XL
"La paura e il coraggio di vivere è un peso che ognuno ha portato,
Ma la paura e il coraggio di dire: " io ho sempre tentato."- Anonymous
-Allora dimmi un pò… Che rapporti hai con Anastasia?-
Uriel mi aveva fatto sedere su una sedia in mezzo alla stanza. I polsi legati ai braccioli e le caviglie ai piedi della sedia di legno.
La velocità con cui eravamo passati da una conversazione tranquilla a una impaziente, mi dava a pensare che fosse un tipo instabile.
Lunatico e imprevedibile.
-Normale…- risposi distaccato, trascinando lo sguardo sul pavimento lucido.
Uriel accigliò lo sguardo, apparentemente stupito dalla mia risposta.
E poi con mia sorpresa proruppe in una risata sarcastica.
- Mi prendi in giro Castiel?-
Si levò dalla sua postazione ferma, avanzando verso la mia figura seduta.
Una mano serrata attorno alla mia mandibola, le unghie premute contro la mia pelle.
Gli anelli di ferro appressati contro il mento.
-Non giocare con il fuoco…-
Mi alzò il capo, dirigendo la mia attenzione su di lui.
Su quegli occhi agghiaccianti alla quale avrei preferito distogliere lo sguardo.
L' ansia come un pugno nello stomaco, la paura un groppo nella gola e il sudore simile a rivoli traballanti sulla spina dorsale.
- Te lo chiederò una seconda volta. Che tipo di rapporto condividi con Anastasia?-
Scossi il capo in modo impercettibile, gli occhi socchiusi, assottigliati nella sua soffocante presenza.
Non c'era da meravigliarsi, non più,
non dopo aver incontrato la fonte che aveva da sempre inquinato l'innocente persona di Ariana.
Solo ora riuscivo a percepire l'odio nella sua voce, nei gesti, nella postura.
L'indifferenza negli occhi apatici e spenti.
Vuoti e spettrali.
- Ti sto dicendo la verità, io e Ariana non stiamo insieme. Non siamo nemmeno una coppia. Non saprei veramente dire cosa siamo…-
Replicai sincero. Il tono cauto e calcolato.
Uriel si chinò leggermente verso di me.
Quasi come se volesse leggermi bene, come se non si fidasse della mia parola. Non pienamente soddisfatto.
- E' la verità…- ripetei, pregando il cielo che allontanasse tali occhi sadici dai miei.
Non riuscivo proprio a reggerlo. Come non riuscivo nemmeno a reggere Ariana.
Sembravano fratelli in questo. Una caratteristica in comune, ovvero, lo stesso metodo esercitato nel perforare l'animo di una persona.
Pungiglioni, aghi nel costato.
- Sì lo è, ma resta pur sempre una mezza verità-
Sciolse la stretta dalla mia mandibola, riportando le mani nelle tasche dello smoking.
Perché vestirsi così eleganti? Perché indossare tali indumenti per un gioco così sporco?
Ciò mi portò alla mente la visita di Ariana al Kimpton Hotel. Quando ella era entrata nella mia stanza indossando un abito da sera. Era venuta con tale eleganza solo per sporcarsi le mani del mio sangue."Da quando l'atto di uccidere era accompagnato dall'abito da sera?
E perché compiere un omicidio pareva una festa di gala?".E ora anche lui, stava davanti a me vestito come un milionario, pronto a sporcarsi della mia paura.
- Castiel cosa ci trova Anastasia in te? Dimmi, se non siete una coppia allora cosa siete?-
Marcò le ultime parole con disprezzo, l' espressione alterata da un profondo disgusto nei miei confronti.
- Non lo so… Credimi. Sono curioso quanto te…-
Inclinò il capo di lato, soffermando le orbe nere su di me. Un sorriso sinistro sulla bocca.
- Bene bene.-
Congiunse le mani in due battiti. Un applauso breve.
- Pete! Wayne! -
Due uomini mascherati apparvero subito davanti alla soglia della stanza.
- Sì capo?-
- Dove avete messo la mia scatola di aghi da cucito? Non quelli piccoli, voglio quelli lunghi-
Alle sue parole il mio cuore prese a battere all'impazzata. Un tamburo assordante e scoordinato.
- No…! -
Uriel spostò l'attenzione di nuovo su di me.
Un enorme ghigno a trentadue denti.
- No cosa? Non sai nemmeno cosa voglio fare-
Grazie al cazzo!
Scossi il capo implorante.
- Non capisco…! Quale torto ti ho fatto?!-
Deglutii a fatica, la voce quasi spezzata dal terrore.
Paura di provare dolore.
- Pensi davvero che io ti abbia rapito per farti qualche domanda?-
Uriel scoppiò in un'altra risata, stavolta più lunga e divertita.
- No…- risposi. Sapevo benissimo che non mi aveva rapito solo per farmi qualche domanda ma per arrivare ad Ariana. Tuttavia, non ero pronto.
Il mio corpo non era pronto a subire qualsiasi tipo di tortura, né era il mio cuore pronto a venir piegato.
- Allora non esserne sorpreso Castiel-🔹FOLLIES🔹
La sera era ormai scesa, mi trovavo a casa di Hansel. Seduta come una mummia sulla poltrona in soggiorno.
Retta come un albero radicato nella terra.
La mente altrove. L'ira nel respiro.
- Anastasia cosa pensi di fare?-
Si lasciò cadere sulla sedia vicino a me. Un bicchiere di vino nella mano destra.
L'aria stanca e stressata.
- voglio fuggire stanotte, e vorrei che tu mi coprissi le spalle-
Hansel sussultò, rischiando di rovesciare la bevanda sui suoi vestiti.
- Anastasia non dire cazzate! Siamo già nella merda per non aver informato gli altri di Uriel. Sto persino rischiando il lavoro- continuò lui con un tono seccato.
- E tu vorresti dirmi che devo restare ferma?-
Innarcai un perfetto sopracciglio.
Hansel mi guardò per qualche secondo e poi sospirò.
- Se riesci-
-Non riesco- lo interruppi, stringendo le dita in due pugni.
-provaci almeno…-
Non capisco perché sembrasse pregarmi di restare quando avrebbe fatto la stessa cosa se fossi scomparsa io.
-Tu non vuoi che trovi Castiel? -
Allungai un braccio, sottraendogli il bicchiere dalle mani per poi portarmelo alle labbra.
- Non ho detto questo… E' solo che ho paura che sia una trappola per te-
Era sincero, o meglio, la preoccupazione era evidente nei suoi occhi ma, come poteva chiedermi di rimanere ferma quando la mia arte bianca si andava consumando?
- Hansel, hai mai visto qualcuno che non teme la guerra?-
Lui scosse il capo, intrecciando le dita sulla gamba accavalata.
- Persino il re più malvagio, coloro che dicono di amarla in verità la temono.-
Sospirai a mia volta, sorseggiando il vino rosso.
- Perché finché sono loro a muovere guerra è piacevole, ma quando è lei a venire da loro… E' tutta un'altra storia-
Hansel sembrò assorbire le mie parole in silenzio. Lo sguardo perso per la stanza oscurata.
- Cosa stai cercando di dirmi? -
Gli porsi il bicchiere nelle mani, alzandomi dalla poltrona a dondolo.
- Hansel, anch'io ho paura. Dopo tanto tempo, ho paura di affrontare la mia prima guerra. E che razza di regina sarei se per paura me ne stassi rinchiusa a lasciare che il mio regno venga distrutto?-
Inclinò il capo osservandomi con aria turbata.
Sorrisi appena, dirigendo i miei passi verso di lui; arrestandomi davanti ai suoi occhi turchesi.
Curiosa di sapere che cosa stesse frullando nella sua mente.
- Stasia… Perché parli di una prima guerra? Quando hai combattuto guerre per tutta la tua vita?-
Una domanda giusta e ragionevole.
- Perché Uriel è difatti stato guerra per il mio cuore. In semplici parole, il "primo amore".-
Appressai una mano sulla sua guancia, in tempo per sentirlo sussultare sotto il mio tocco.
- Amavi Uriel? Nonostante non sapessi cosa fosse amare?-
Scossi il capo.
- In passato non sapevo spiegarmi quale sentimento fosse, se ammirazione o seduzione. Solo dopo, col tempo… Ho compreso che era stata una prima infatuazione.-
Portai anche l'altra mano sulla sua guancia sinistra.
- Hansel… Io sto andando contro me stessa, ecco perché la chiamo guerra. Uriel è me. Lui è Follies.
E dato che ho paura di me, ho paura di lui-- Allora non andare…-
Portò le sue mani sopra le mie, racchiudendole nelle sue. L'espressione frustrata e stremata.
Sembrava temere il peggio.
Scossi il capo nuovamente. Gli occhi ora seri e freddi.
Con un gesto deciso portai la sua fronte contro la mia, affondando i miei occhi nei suoi.
- Hansel intendi le mie parole!-
Potevo sentire la rabbia riaffiorare nel mio corpo. Nella mia voce. All'interno del mio essere.
- Io non starò ferma a guardare Uriel fare di Castiel un pozzo di vergogna. Nè rimarrò indifferente se dovesse farlo anche a te-
Gli stampai un bacio fugace sulla fronte.
Ormai vestita e pronta ad andarmene via.
- La paura e il coraggio hanno una sola differenza... Il primo ha il coraggio nascondersi, mentre il secondo di nascondersi ha paura-
Lasciai andare la presa sul suo viso, indietreggiando verso la porta.
- E non chiedermi di nascondermi Hansel, perché tu sai bene che non posso farlo. Quella non sono io-
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✴ THE SICK GIRL ✴[Prima Parte]
Romance3°posto in Nuovi Talenti 2019 4°posto in Rose Award Contest 2019 ~COMPLETA~ [ATTENZIONE: TEMATICHE DELICATE; CONTENUTI FORTI] Ariana Clark è una ragazza folle. Rinchiusa in un manicomio alquanto sinistro; sinistro come quelle ultime case in fondo al...