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Capitolo XLI

"Canto ancora anche se mi hanno tolto gli occhi".

- Giorginess-

Avevo preso in prestito uno dei tanti cellulari di Hansel ed ero partita con una generosa somma di denaro nelle tasche della giacca a vento

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Avevo preso in prestito uno dei tanti cellulari di Hansel ed ero partita con una generosa somma di denaro nelle tasche della giacca a vento.
La notte era fredda e buia.
E nello stesso modo stava anche il mio cuore.
Distaccato da ogni altro sentimento se non rancore.
Una profonda vendetta nel fondo dello stomaco.
Un dolore strano. Senza nome.
Follies era felice di vedere Uriel. Di tornare tra le braccia del suo creatore. Essere il male che era sempre stata. Sanguinare per l'ente con la quale aveva cominciato ogni cosa.
Anastasia sembrava invece essere neutra, ma Ariana sapeva quel che voleva.
Eppure di nuovo, chi ero io?
Anastasia, Follies o Ariana?
Ero la bambina che aspettava di vedere sua madre tornare a riprenderla? Quella che aveva scelto di rimanere con Hansel piuttosto che scappare?
Oppure Follies?
La folle guerriera sanguinaria.
La vedova nera che aveva speso anni a crearsi la sua ragnatela personale, la donna che era diventata roccia per resistere al freddo e al gelo... ?
Tuttavia, erano le vesti di Ariana che indossavo ultimamente.
Un insieme dell'essenza di Follies e della sostanza di Anastasia.
Ariana era il prodotto delle due donne prima di lei.

"Non è vero...".

Mi morsi il labbro allontanando le voci nella testa,
cercando per una volta di respingerle; di scacciarle dalla mia mente. Perché erano sempre lì, quelle dannate voci erano sempre dentro di me.
Nel mio sistema, nella mia persona, nei miei ricordi e nel mio passato. Non mi lasciavano respirare, e per quanto fossi grata a Follies, per stavolta non volevo darle ascolto.
Mi incamminai per una stretta scorciatoia, arrivando ai piedi di un appartamento lussuoso. La mia prima traccia si trovava a suo interno, ovvero una conoscenza di vecchia data.
Non riuscivo a smettere di pensare a cosa stessero facendo con Castiel, a quali torture avevano già dato inizio. Alle sue provocanti espressioni angustiate, al sangue che solo io avevo minacciato di far sgorgare. La paura che solo io potevo spingerlo a provare. Pertanto, avevo sempre condiviso tutte le mie vittime con Uriel, ma Castiel non era da sfiorare.
La sua innocenza non era da profanare.

La sua innocenza non era da profanare

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✴ THE SICK GIRL  ✴[Prima Parte]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora