Capitolo LIV
"E non capivo dove fosse casa mia, né dove riposasse l'anima mia".
-J.Kai-
🔹HANSEL🔹
Le luci colorate, non mi erano mai parse così interessanti. E nello stesso modo le ragnatele agli angoli delle pareti.
Di certo, più affascinanti del sangue nella mia bocca e del male sul mio corpo.
In fin di vita sul ciglio di un bordello.
In mezzo al tanfo di chi si era venduto all'alcool, alla droga, e a ogni tipo di atto sadomasochista. La perversione allo stato puro. Degenerazione nei colli più alti.
Strisciavo la terra come un rettile; spingendo il resto del corpo martirizzato con le braccia. E così sporcando il pavimento con il sangue che perdevo dal torace, o dall'addome, oppure dalla schiena.
Tanti erano i colpi ricevuti. Innumerevoli le cicatrici sulla carne, e misera la speranza nei miei occhi.
La mia unica possibilità rimasta consisteva nel chiedere aiuto. Strisciare fuori di qui, verso l'aperto. E pregare in un qualunque aiuto conveniente nel cuore della notte.
Uriel mi aveva teso un'imboscata, e qualcuno di losco e furtivo, mi aveva premuto un panno con qualche sostanza chimica, contro le mie narici.E poi tutto era diventato nero...
Un buio pesto che era durato sino al mio risveglio, nella stanza di un casinò. Una camera piena di prostitute e di individui mafiosi.
Sembravano tutti attendere il mio arrivo, e ciò voleva dire solo una cosa.
Uriel sapeva che sarei stato qui. Il genio contorto, aveva organizzato il mio arrivo settimane fa. Tant'è che, gran parte del bordello conosceva il mio nome.Ogni parte del mio corpo doleva. Ogni centimetro della mia pelle bruciava.
Ed ero fortemente convinto di stare morendo.Una volta nella stanza avevano tutti giocato a turno.
Maschi e femmine. Donne e Uomini.
E io ero diventato lo zimbello del gruppo.
Lo svago del momento.
Corpi sulla mia carne, labbra sconosciute sulla pelle. Odori di ogni genere. Vestiti strappati. Pugni violenti. Mani possenti.
E poi come barbari, mi avevano pestato a sangue, colpito ovunque.Non che non conoscessi la violenza, perché in fondo avevo vissuto in essa; tuttavia, mi chiedevo quanta mostruosità potesse contenere un solo uomo.
E se Dio mi stesse punendo per qualcosa che avevo fatto in passato.
Per un lungo periodo avevo creduto di avere un cuore elastico. Snodabile.
Così flessibile che se anche mi avessero strappato da ogni parte, non mi sarei comunque spezzato.
Eppure, ecco se possibile la flessibilità che perdeva la sua scioltezza.
Ecco il cuore malleabile che si incrinava.-E' vivo?-
Percepii la punta di un piede sul fianco.
-Credo, ma non per molto. Sta perdendo troppo sangue...-
Mi voltarono sulla schiena.
A malapena riuscivo a distinguere le tre figure, che ombreggiavano sulla mia figura.
Riuniti attorno al mio corpo disteso.
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✴ THE SICK GIRL ✴[Prima Parte]
Romance3°posto in Nuovi Talenti 2019 4°posto in Rose Award Contest 2019 ~COMPLETA~ [ATTENZIONE: TEMATICHE DELICATE; CONTENUTI FORTI] Ariana Clark è una ragazza folle. Rinchiusa in un manicomio alquanto sinistro; sinistro come quelle ultime case in fondo al...