Capitolo 42

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Pov's Haylie

Intontita, dolorante, stanca, debole...avrei mille altri aggettivi per definirmi in questo momento, la testa pulsa e pesa, la gola brucia e la caviglia mi fa malissimo a causa della catena, lo stomaco mi fa male, sia per la fame che per i calci ricevuti. Non ricordo molto di questi giorni, mi hanno sempre imbottita di sonniferi, anche se con dosi minori. Di quel giorno, quando dopo tanto tempo ho sentito finalmente la sua voce, quando dopo giorni di buio ho intravisto della luce, quando dopo attimi di felicità l'oscurità è piombata di nuovo su di me, non ricordo molto, solo dolore straziante al ventre e al viso, voci confuse intorno a me che parlavano, e tra queste mi era sembrata di sentire anche la sua, ma sicuramente era colpa del sonnifero, era impossibile che lui fosse qui, era impossibile che finalmente tutto questo incubo fosse finito. Da bambina quando guardavo dei film e c'erano dei rapimenti, mi ricordo che insultavo le ragazze/ragazzi rapiti perché non facevano niente e non tentavano la fuga, li rimproveravo perché preferivano marcire in un sotterraneo, in una soffitta o altro, anziché provare a scappare, ma ora li capisco, ora capisco perché stessero inermi. Erano semplicemente stanchi di tutto quello che stavano passando, volevano che tutto finisse subito e pensavano che lasciarsi andare fosse la soluzione migliore, il dolore si sarebbe arrestato, la mente sarebbe stata in pace, il corpo sarebbe guarito, ma in realtà lasciarsi andare non porta verso la pace, sarebbe un errore fare ciò, se mi lasciassi andare la darei vinta a loro e non posso, non voglio dargli questa soddisfazione.

Lentamente mi muovo quel che basta per tirarmi sù, appoggiandomi al muro, il freddo penetra nelle ossa e si plasma su di me come una seconda pelle, il dolore è atroce, lo stomaco si contorce nel compiere questo movimento, come se una sere di spilli mi stessero penetrando la carne, come se la lama incandescente di un coltello stesse affondando nel mio stomaco, porto una mano sul mio corpo come per sostenerlo, per  aiutarmi a sistemarmi meglio e faccio un respiro profondo, sento una lieve pressione e dolore, ma stringo i denti. Tossisco, la polvere che aleggia qui sotto è fastidiosa, si attacca alla mia gola e mi impedisce di respirare normalmente, il respiro è pesante e sono stata ancora fortunata a non aver avuto attacchi di panico in questi giorni....sempre che siano stati solo dei giorni, ormai ho perso la cognizione del tempo, non so il giorno, l'ora, se sia giorno o notte....qui ci sono solo tenebre a farmi compagnia, il vuoto, il buio. Si dice che la sera sia il momento in cui tutti i dubbi vengono a farci visita, che sia il momento in cui tutte le mancanze tornano, che sia il momento più adatto per riflettere, con il suo color nero la sera ti da la possibilità di estraniarti dal resto del mondo per concentrarti solo su di te, su ciò che pensi e su ciò che provi, ma io questo lo sto facendo da quel maledetto giorno in cui la mia vita si è momentaneamente sospesa. I mio passatempo è affogare nelle mancanze, nei ricordi, e questi fanno male, mi prosciugano quel poco di forza che ho 'Perché la mia mancanza più grande sei tu, tu che mi hai sempre protetto, che mi hai sempre difesa e sostenuta, che mi trattavi come una principessa. Sei il ricordo che più mi ferisce perché non posso più averti al mio fianco, è proprio perché sei un ricordo che io soffro, perché non sei qui con me quando in realtà vorrei stare solo fra le tue braccia e sentire la tua voce sussurrarmi che tutto va bene, ma non è possibile, ed io crollo annegando nel passato'.

La mia mente non fa altro che correre a lui, a quel vuoto che tre anni fa ha lasciato e che non è più stato riempito, quella notte una parte di me è morta con lui lasciando al suo posto solo dolore a cui mi sono aggrappata con tutte le forze, era l'unica cosa che mi rimanesse di lui e non potevo, anzi, non volevo che anche questo mi venisse strappato via. Mio fratello era la persona più importante per me, era il mio gemello e come tale una parte di me viveva in lui e viceversa, il legame che vige tra due gemelli è molto più forte di un semplice legame tra due fratelli, i gemelli si completano l'un l'altro, o almeno era così per Alex e me, avevamo i nostri alti e bassi ma niente che non potesse essere risolto, era la mia vita e a volte non capisco come io sia potuta arrivare fin qui senza di lui, mi mancano addirittura le sue prese in giro e le ore passate fuori dal bagno a dirgli di sbrigarsi, era peggio di noi donne quando si trattava di prepararsi per uscire. Una piccola risata fuoriesce dalla mia bocca nel mentre che una lacrima solitaria solca il mio viso 'Quanto vorrei un tuo abbraccio in questo momento fratellino'

Behind his eyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora