Capitolo 38

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Pov's Haylie

Quando ero bambina non vedevo l'ora di crescere, non vedevo l'ora di essere libera e di fare nuove esperienze. Sognavo di andare all'università perché dicono tutti che sia un'esperienza grandiosa, ragazzi, feste, insomma un sacco di libertà con molto divertimento, ma se devo essere sincera, invece, da quando sono venuta qui ho trovato solo una gran confusione ad accompagnare le mie giornate. Pensavo che venendo qui mi sarei sentita più libera, più felice...ma come posso essere felice se il mio fratello gemello non è con me? Come posso sentirmi libera se il gemello del mio ragazzo mi vuole fare del male e quindi sono agli arresti domiciliari? Come posso essere libera se il suo capo vuole vendicarsi del mio ragazzo attraverso me? Come posso essere libera se invece mi trattano tutti come se fossi un uccellino in gabbia? È passato un dannato mese da quel ballo e i ragazzi non fanno altro che starmi appresso, mi seguono ovunque, perfino davanti al bagno se necessario! A scuola la banda di Bryan e al lavoro la banda di Colton....con lui non ho nemmeno più parlato da quella sera, le domande che vorrei fargli non fanno altro che martellare nella mia testa, ma la paura mi blocca.

Con Bryan va addirittura peggio, da quella sera si è allontanato, ci vediamo di meno, fa il misterioso, il freddo....ho fin pensato che mi stesse tradendo o altro, ma so che non è il tipo, so che è cambiato e ho voluto scartare questa possibilità, ma comunque la paura rimane. Ci vediamo poco, solo a lezione e agli allenamenti, ma all'infuori di ciò niente, mi fa star male questa situazione, non vorrei che pensasse che standomi lontano tutto possa risolversi, ormai ci sono dentro, ormai faccio parte del suo mondo e questa cosa non può cambiarla, io ho accettato tutto di lui sin dall'inizio, e non intendo avere un ripensamento. Cosa succederà adesso? La mia mente non fa altro che girare in cerca di una risposta, di una soluzione, ma è come se una fitta nebbia avesse preso posto nella mia testa e non volesse più spostarsi, non so cosa fare, che pensare....non so più niente, vorrei solo essere fra le sue braccia che da piccola sempre mi confortavano, per qualche minuto, o secondo, vorrei essere lì. La testa rischia di scoppiare da un momento all'altro e l'unica cosa che vorrei fare è starmene tutto il giorno a letto, sotto le coperte che mi fanno da barriera, da scudo contro il resto del mondo. A volte abbiamo bisogno di un abbraccio per poter andare avanti, desideriamo le braccia di quella persona così ardentemente che il pensiero di non poterle averle ci strugge, cosa che capita a me, ormai le sue braccia non potranno più stringermi a sé, non potranno più confortarmi....non potranno più proteggermi.

Fisso il soffitto della mia camera come se questo potesse darmi delle risposte, delle certezze, ma è inutile, a quanto pare anche lui è confuso tanto quanto me. Sospiro e passo una mano fra i miei lunghi capelli, chiudo gli occhi e faccio un bel respiro, è meglio se per ora accantono queste sciocchezze e mi concentro sulla giornata di oggi. Mi alzo quindi di malavoglia dal mio adorato letto e mi dirigo in cucina dove faccio colazione, subito dopo vado in bagno a lavarmi e infine torno in camera per decidere cosa mettermi. Un jeans, un maglione bordeaux e degli semplici stivaletti color bianco sporco, mi trucco giusto un po' e subito dopo prendo la borsa con i vari libri. Appena esco dalla mia stanza trovo già Maggie pronta in cucina ad aspettarmi <<Sei pronta?>> mi chiede fissandomi, faccio un respiro profondo e annuisco flebilmente <<vedrai che andrà bene, magari ha solo avuto vari problemi, tranquilla>> mi rassicura, in questi giorni le ho raccontato le mie insicurezze, così come con Jade, ma se la prima mi ha rassicurata, la seconda invece non mi ha detto niente, anzi mi ha detto di non saper nulla sul perché Bryan si comporti così e ciò mi preoccupa ancora di più.

Usciamo dalla nostra stanza e ci dirigiamo verso l'aula di psicologia, dove in teoria dovrebbe aspettarci Jade, stamattina mi aveva avvisata che era andata alla casa comune per discutere di alcuni problemi, ma non mi ha detto di preciso cosa, quindi sono anche un po' preoccupata. Appena raggiungiamo l'aula, posso notare la mia amica lì fuori che ci aspetta mentre è intenta a scrivere qualcosa al telefono, la osservo e sembra preoccupata, se non incazzata <<Hei Sis...tutto bene?>> le chiedo abbracciandola subito dopo <<Certo>> risponde solamente mettendo via il telefono e continuando a fissarmi, okay magari non è giornata, meglio sorvolare <<Ehm....okay, entriamo allora>> e mi avvicino alla porta entrando, come al solito ci dirigiamo verso gli ultimi posti e aspettiamo l'arrivo del professore <<Hey dolcezza è libero questo posto?>> sento dire da una voce alle mie spalle, mi giro scocciata dall'ennesimo soprannome che sento dire per rimorchiare e incontro un paio di occhi color smeraldo. Devo ammettere che non è un brutto ragazzo, anzi tutto il contrario, capelli biondo cenere e messo bene fisicamente, o almeno da quello che la maglietta nera mi permette di capire, lo fisso ancora per qualche secondo fino a quando non mi decido a parlare << Si>> rispondo solamente voltandomi di nuovo verso le mie amiche. Fisso la porta dell'aula con la convinzione che da un momento all'altro possa arrivare, ma la mia amica mi smonta subito <<Oggi non verrà, nemmeno Dylan, hanno del lavoro da fare>> al che mi giro fissandola abbastanza curiosa <<Che genere di lavoro?>> e la vedo distogliere lo sguardo per posarlo sul libro di testo e aprirlo, inizia a sfogliarlo <<Niente di importante>> non capisco perché questo comportamento da parte sua nei miei confronti, fino a ieri sembrava andasse tutto bene, mentre ora invece è fredda anche lei nei miei confronti, qui sta succedendo qualcosa e se nessuno vuole dirmi niente, beh lo scoprirò da sola <<Ok>> rispondo solamente mettendomi comoda e aspettando l'arrivo del Signor Moore.

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