Capitolo 39

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Pov's Haylie

Un mese, è già passato un mese da quel dannato momento che è impresso nella mia mente quasi fosse un tatuaggio....i giorni sono volati come se niente fosse, mi sembra ieri che tutto sia successo, invece è già passato un mese....trenta giorni, settecento venti ore...il tempo passa ma il dolore invece no, rimane sempre lì, ancorato al mio corpo, al mio cuore, alla mia mente che non fa altro che rivivere quel momento giorno dopo giorno, le parole riecheggiano, si ripetono nella mia testa quasi come un promemoria, come un mantra. La voglia di vivere sembra sfumata da quel giorno, sembra mi abbia abbandonata.

Ci si può sentire vuoti? Come se una parte di noi stessi ci fosse stata strappata via in modo brutale? Si può essere talmente confusi da non sapere nemmeno che cosa stia accadendo? Che cosa stiamo facendo? Non avere la minima idea di che cosa fare, pensare....sentirsi in balia dell'oblio, dell'ignoto, perché è esattamente così che mi sento. L'unica cosa che in questi casi vorremmo fare é sparire dalla faccia della terra, smettere di provare dolore, smettere di essere confusi....vorremmo soltanto che tutto si arrestasse, ma se così fosse, questa non sarebbe la vita reale, quindi ci tocca sopportare e passare tutto questo, ci tocca soffrire e annegare nel nostro dolore, nelle nostre lacrime....ci tocca stare una merda.

Quel giorno lo ricorderò per sempre, il dolore che mi dilaniava dall'interno affondava nella mia carne come un ferro ardente. Non ricordo molto di quella sera, di quando sono arrivata a stento nella mia stanza, ricordo solo di essermi trovata sul pavimento dell'entrata con il gelo a penetrarmi le ossa, con due mani che mi scrollavano e con il nero che per qualche istante mi ha donato sollievo, ma per poco. Quando mi sono risvegliata ero nel mio letto, i volti di Maggie e Riley mi fissavano preoccupati ponendomi domande a cui non ho dato risposta, troppo scossa e stanca per parlare, le ho ignorate e mi sono distesa a letto, avvolta dall'abbraccio delle coperte. I giorni a seguire sono stati uno schifo, le ragazze cercavano di aiutarmi, ma le ignoravo, non volevo vedere e sentire nessuno, volevo affogare nel mio stesso dolore, ero in continuo bilico tra il devo reagire e il mi sento morire. Sono stati giorni in cui anziché aprirmi con le mie amiche mi sono chiusa a riccio, ho tenuto per me il dolore, ho tenuto per me le urla, le lacrime....ho tenuto tutto per me.

Pezzo dopo pezzo stavo crollando e mi andava bene, volevo questo, volevo cadere, ero stanca e non avevo voglia di lottare, mi sentivo totalmente in balia delle onde, ero talmente tanto stanca, priva di forza, che facevo come la sabbia, mi lasciavo trasportare e mi lasciavo travolgere, perché infondo era l'unica cosa che sapevo fare. Volevo affrontate tutto questo da sola, ce l'ho fatta una volta e ce l'avrei fatta anche questa. Inutile negare che in questi giorni gli incubi sono tornati, mi svegliavo nel cuore della notte madida di sudore, con la gola in fiamme e il respiro affannoso, sono stati momenti orribili in cui non ho chiuso occhio, a volte non andavano nemmeno a dormire per paura che mi venissero gli incubi, non ne ho parlato con nessuno però, nemmeno mio fratello, ho tenuto lontani tutti, non sono nemmeno tornata a casa, ho usato la scusa dello studio. Mark ha provato più volte a parlarmi, ad aiutarmi, ma non ho voluto. Ho tenuto lontana anche Jade, i nostri rapporti si sono un po' freddati in questo periodo, io mi sono chiusa a riccio e l'ho chiusa fuori, forse non avrei dovuto farlo, ma in quel momento non volevo nessuno al mio fianco e ho reagito d'impulso.

Oggi è mercoledì e mi sto preparando per la lezione di letteratura inglese, oggi dopo molti giorni in cui vedevo solo nero, mi sento leggermente meglio, non benissimo, ma decisamente meglio, la sua è ancora una ferita aperta, ma non posso continuare a piangermi addosso, devo continuare a vivere la mia vita. Dopo aver bevuto un bicchiere di succo, vado in bagno a lavarmi e subito dopo a cambiarmi, un paio di leggins, un maglione e degli stivaletti, prendo la borsa con tutto il necessario, anche il cambio per cheerleader, e subito dopo esco dalla camera per dirigermi verso l'aula. In questo ultimo mese ho un po' trascurato le cheerleader, non avevo la forza di vederlo, era troppo da sopportare, non ho nemmeno partecipato all'ultima partita di football, ho detto alle ragazze che stavo poco bene e così ne sono rimasta fuori, ma ho saputo che abbiamo vinto e ne sono felice.

Behind his eyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora