Capitolo 1 : Bambina della Luna

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Per il dipinto, crediti a Claudia Musio, la mia preziosa unnie che fa capolavori

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Per il dipinto, crediti a Claudia Musio, la mia preziosa unnie che fa capolavori. 💕



«Tsukiko...Tsukiko...»

«Oh ma insomma, mi fate andare a scuola in pace? Smettetela di seguirmi!» sbuffai, girandomi verso le due persone che stavano continuamente chiamando il mio nome, facendomi irritare.

Una signora si girò per guardarmi con faccia sconvolta, iniziando ad affrettare il passo come a voler scappare quanto prima. Sbuffai di nuovo e mi feci un lamentio: per l'ennesima volta mi avrebbero presa per una pazza.

Sono Tsukiko e abito a Osaka da quando ero piccola. I miei genitori mi hanno affidato il nome Tsukiko per via della mia pelle lattea, i miei occhi chiari e i miei capelli neri. Per il colore tanto chiaro dei miei occhi, alquanto insolito per una ragazzina giapponese, mi hanno sempre presa in giro ritenendomi una sottospecie di alieno. Ad aggravarsi, il fatto che mi vedessero spesso parlare da sola, dava l'idea che lo fossi davvero o che fossi una pazzoide. 

Il fatto è che nessuno sa, a parte i miei genitori, che io posso vedere e comunicare con i fantasmi sin dalla nascita ed è questo il motivo per cui, spesso capitava che parlassi da sola.

Avevo soltanto diciassette anni, quando l'esperienza che mi cambiò la vita ebbe iniziò.


«Tsukiko, mi avevi promesso che avresti trovato il modo per farmi andare via da questo posto» brontolò Akane per prima, che proprio come il suo nome che significa rosso brillante, aveva dei bellissimi capelli lunghi color arancio tenue. 

«Ne parliamo quando torno da scuola ok? Lo sai che non posso parlare qui...» bisbigliai, indicando lo spazio circostante con gli occhi, facendo intuire che non potevo parlare soprattutto in pubblico. 

«Tsukiko! Anche a me avevi detto la stessa cosa! Sei cattiva e bugiarda!» commentò Ayako al posto di Akane e io a quella affermazione, sbuffai. Ayako aveva delle gote rosse che evidenziavano i suoi occhi a mandorla scuri e i suoi capelli color castano. 

«Ragazze, ne parliamo dopo. Promesso» 

Tanto che cambiava? Erano mesi che provavo a pensare ad un modo per poterle liberare dalla loro situazione, ma nemmeno io sapevo come fare. Ayako e Akane erano così rimaste al mio fianco per lunghi anni, aspettando che forse a crescere avrei trovato una risposta insieme a loro. Nel frattempo, diventammo tutte e tre grandi amiche. 

Entrai nell'istituto e mentre mi stavo mettendo le scarpette della scuola, qualcuno mi spinse facendomi cadere a terra col sedere, dopo aver perso l'equilibrio. 

«Fai attenzione mostro! Sapete ragazzi che mia madre l'ha vista parlare da sola ancora oggi? E' tutta pazza» disse Akio alle mie spalle al suo gruppetto che lo aveva circondato. Tutti alla sua frase si misero a ridere come se fosse la cosa più divertente del giorno. Quando poi se ne andarono, ricomparvero Akane e Ayako.

Ghost;18 | BTS [In revisione...]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora