Dopo quella serata, Taehyung mi riaccompagnò a casa e appena mi infilai a letto, caddi in un sonno profondo e piacevole, sognando ancora quello spettacolo che mi aveva regalato solo per strapparmi un sorriso.La mattina seguente mi risvegliai un po' più serena e dopo tanto tempo, credetti che tutto sarebbe andato bene e che ce l'avrei fatta a finire anche questa giornata. Così mi preparai e feci colazione, uscendo poi di casa. Speravo che nessuno mi avrebbe tolto la felicità che finalmente avevo ritrovato dopo tanto tempo, ma evidentemente mi sbagliavo... ancora.
Come da routine, entrai dentro scuola, mi cambiai le scarpe sostituendole con quelle scolastiche, ma il mio entusiasmo, venne frettolosamente spento dal gruppetto che mi aveva picchiata l'altro giorno, che, dopo che mi ero alzata per dirigermi verso la classe, mi buttarono di forza a terra, facendomi prendere una brutta botta al sedere, che massaggiai quando lentamente mi rialzai.
Pensai che la colpa era solo mia, siccome permettevo a loro di potersi comportare in quel modo e quindi, cercai di scrollarmi addosso i miei pensieri come ero solita fare e mi avviai meno euforicamente dentro la classe, pensando che non mi sarebbe stato possibile passare una giornata dall'inizio alla fine in tranquillità.
Entrai dentro la classe e vedi che tutti prendevano la loro sacca da ginnastica, iniziando ad avviarsi al di fuori dell'aula.
Mi guardai spaesata e mi ricordai successivamente che in quel giorno, la mia classe sarebbe uscita per fare l'ora di ginnastica in una piscina coperta.Così, in modo robotico, mi apprestai a prendere il mio materiale da ginnastica e a seguire la massa di persone che si avviava verso la piscina, collocata a pochi passi dalla scuola.
Ci avviammo negli spogliatoi, mi cambiai velocemente coprendomi il più possibile, siccome sentivo già le mie compagne ridacchiare mentre mi guardavano.
Timidamente, una volta messo il costume, mi avviai insieme alle altre fuori dallo spogliatoio, verso il professore che fronteggiava i trampolini della piscina e, dopo che anche i maschi uscirono dallo spogliatoio e ci fummo messi in fila, ci illustrò il programma da svolgere ed entrammo in acqua, eseguendo quello che veniva richiesto.
A fine lezione, tutte le mie compagne e compagni stavano uscendo, mentre io ero rimasta l'ultima per riprendere fiato, siccome ero ancora abbastanza provata dalle ferite dell'altra volta.
Vidi il professore dire qualcosa ai ragazzi e poi lo vidi uscire, lasciando me e le rimanenti ragazze sole. Presi quindi fiato e afferrai le sbarre della scala per uscire dalla vasca pensai di dovermi sbrigare per non dover rimanere sola con quelle persone, ma non appena feci il primo passo, vidi una figura mettersi di fronte a me e spingermi in acqua di nuovo. Non riuscì nemmeno a rialzarmi con la testa che, la figura, mi prese per i capelli e mi trattenne in acqua, facendomi agitare.
«Dovevi morire l'altro giorno, ora potremmo passare dei guai a causa tua» furono le sole parole che riuscì a sentire, prima di sentire un urlo da parte della persona e la stanchezza farsi pesante e trascinarmi a fondo della vasca, facendomi perdere i sensi.
«Tsu, Tsu...Risvegliati dai. Tsu...Oh menomale»
Riconobbi la voce di Akio e poi, quando riaprii gli occhi, lo vidi sopra di me con una faccia alquanto preoccupata.
«C-Cosa è successo?» chiesi rialzandomi lentamente dal pavimento sul quale ero sdraiata.
La prima cosa che sentii fu la testa, che prepotentemente mi mandava una fitta forte e impulsivamente, portai una mano sulla fronte.
«Stenditi. Delle cretine stavano per farti annegare, ma quella che ti stava tenendo in acqua, ha urlato, e quando siamo corsi tutti fuori dagli spogliatoi per vedere che fosse successo, si sono focalizzati su di lei perché lamentava dei dolori fortissimi al polso. Ti ho cercata perché eri l'unica che mancava, poi ti ho visto lì...Sul fondo della vasca e mi sono buttato per prenderti senza pensarci due volte. Sei rimasta senza conoscenza per un'ora» spiegò grattandosi la nuca e mettendo a fuoco, vidi i suoi panni bagnati.
Che stupido, si è cambiato dal suo costume per gettarsi in piscina con i panni puliti...
«N-Non preoccuparti. Sto bene ora» dissi e cercai di alzarmi, ma caddi tra le braccia di Akio.
Sentivo le gambe così leggere e la testa farmi così male, che l'unico pensiero che mi attraversò per la testa fu di finire la giornata scolastica e dormire. Rimasi per poco tra le braccia di Akio e lo guardai imbarazzata.
«Scusami. Grazie per avermi tirata fuori dall'acqua ed esserti preso cura di me. Ora sto meglio» dissi, allontanandomi da lui siccome iniziai a sentire di sentirmi un po' più in forze. Quindi mi ricomposi e mi avviai verso gli spogliatoi, seguita da Akio.
«Che fai mi segui? Ho detto che sto bene» dissi leggermente infastidita, girandomi verso di lui.
«Volevo solo assicurarmi che entrassi nello spogliatoio senza cadere» spiegò. I suoi occhi mi fissavano. Sapevo che fosse sincero, ma non volevo credergli. Non avrei più creduto a nessuno.
Sbuffai, pronunciando un sottile "so cavarmela" e mentre stavo mettendo la mano sulla maniglia della porta che dava allo spogliatoio, mi ritornò in mente la scena in cui stavo cercando di uscire dalla piscina, poi la testa sott'acqua, il respiro mancato e quella frase... "Dovevi morire l'altro giorno". Restai immobile, paralizzata su quella maniglia fredda.
«Akio...Perchè continui a salvarmi? Fai parte di quelle persone che mi bullizzavano. Perché sei sempre qui, ogni volta che mi succede qualcosa? Perché credi che debba fidarmi di te, che cosa ti distingue dagli altri? Perché semplicemente non mi fai male come gli altri e poi te ne vai, lasciandomi in pace?» chiesi senza avere il coraggio di vedere la sua espressione.
«Perché...Ho capito di aver fatto uno sbaglio. Non voglio essere come tutti gli altri. So che non posso fare nulla per meritarmi la tua fiducia perché so che non puoi fidarti da un giorno all'altro di una persona che ritieni tuo nemico, ma sappi che sono dalla tua parte. Prima ero solo...Uno stupido. Mi sono accorto che stavano tutti esagerando e il fatto che anche i professori fingano di non vedere mi rende davvero...Preoccupato per la tua situazione» rispose con tono gentile e sincero.
«Capisco... Beh... Grazie» mi limitai a dire, per poi entrare nello spogliatoio, fortunatamente vuoto, siccome tutti i miei compagni si erano già avviati a scuola. Ero rimasta così sorpresa dalle parole di Akio, che mi sedetti un attimo per metabolizzare quello che avevo sentito.
Avevo un alleato?
STAI LEGGENDO
Ghost;18 | BTS [In revisione...]
FanfictionTW/ 𝙇𝙖 𝙨𝙩𝙤𝙧𝙞𝙖 𝙩𝙧𝙖𝙩𝙩𝙖 𝙙𝙞 𝙖𝙧𝙜𝙤𝙢𝙚𝙣𝙩𝙞 𝙙𝙚𝙡𝙞𝙘𝙖𝙩𝙞 𝙘𝙝𝙚 𝙥𝙤𝙨𝙨𝙤𝙣𝙤 𝙘𝙤𝙢𝙥𝙧𝙤𝙢𝙚𝙩𝙩𝙚𝙧𝙚 𝙡𝙖 𝙨𝙚𝙣𝙨𝙞𝙗𝙞𝙡𝙞𝙩𝙖̀ 𝙙𝙚𝙡 𝙡𝙚𝙩𝙩𝙤𝙧𝙚. 𝐓𝐫𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚: «Lei...Ci può vedere?» chiese uno...