Erano ormai passati diversi giorni dall'accaduto, quando durante una notte nonostante mi fossi messa a letto, per l'ennesima volta non riuscivo a prendere sonno o per il dolore che, anche se si era attenuato era ancora presente, sia perché quando lo facevo, mi risvegliavo perché sognavo la vicenda che mi era successa: quei visi pieni di odio oltre che di trucco, il dolore alle varie parti del corpo, la perdita dei sensi e pensai anche a lui, a Taehyung.
Avrei voluto rivederlo in un contesto in cui ero più... Cosciente? Mi mancava, avrei voluto parlargli e chiedergli scusa per averlo accusato di non avermi protetta.
In fondo, non ero mica la principessina di turno o la ragazza che deve essere salvata dai suoi principi come nelle fiabe. Avrei dovuto iniziare ad arrangiarmi da sola, senza basarmi sull'aiuto degli altri.
Così arrancando, mi alzai dal letto. Mi misi una tuta e lentamente, uscì dalla mia camera, feci le scale ritrovandomi nel buio del salotto, illuminato solo dalla luce della luna e poi, uscii di casa, chiudendomi la porta alle spalle e con solo le chiavi dell'abitazione, mi diressi verso l'unico posto in cui volevo andare: il parco in cui avevo incontrato per la prima volta i sette.
Sperai di poter rivedere uno di loro, anche se mi premeva vedere Taehyung, non sapendo perché proprio lui. Il chiarore della luna rendeva tutto così magico, inoltre nessuno era nei paraggi e quindi potevo starmene tranquilla.
Mi incamminai lentamente verso la giostra in cui avevo incontrato i sette, procedetti poi verso l'altalena, sulla quale avevo avuto modo di conoscere Jimin e avanzai fino a trovare una fontana e poi una strada di ciottoli fiancheggiata da alberi, che presi fino ad arrivare a un piccolo ponte di legno, sul quale mi soffermai catturata dal riflesso della luna che il piccolo ruscello sotto il ponticello creava.
Mi ricordava un po' la lucentezza particolare che aveva assunto quando Akane e Ayano erano andate via.
Mi appoggiai sulla staccionata di legno del ponte e rimasi ad osservare lo scorrere di quell'acqua piacevolmente chiara e poi nascosi il viso tra le braccia, ancora appoggiate.
Sentii un dolce fruscio, che mi spostò i capelli, un vento che sapeva di sorrisi quadrati, di voce profonda, di dolcezza, di spensieratezza, di libertà, un sorriso che sapeva di un solo nome: Taehyung.
Alzai lo sguardo di scatto, posandolo sul riflesso del fiume e scorsi per un attimo il suo riflesso.
"Non...Non è possibile che io ti riesca a vede-» mormorai tra me e me e infatti, subito dopo il riflesso sparì, lasciando la luna a riempire tutto lo spazio.
Sospirai un po' sconfortata e mentre stavo per rimettermi nella posizione di prima, sentì una presenza accanto a me.
«Non è il riflesso che devi guardare, ma qua» mi invitò a fare Taehyung.
Gli rivolsi lo sguardo e gli regalai un sorriso, uno che non facevo da tanto tempo o che forse non avevo mai fatto. Un sorriso che diceva "sei qui, finalmente". Inconsapevolmente, mi scesero delle lacrime dal viso incontrollate.
«T-Taehyung... Scusami, oh dannazione, che mi prende...» cercai di scansare via le lacrime con la manica della maglia, ma me ne scesero di più.
«Tsukiko, è ok. Non c'è nessuno, piangi e sfogati quanto vuoi. Ci siamo solo io e te e io sono qui ad ascoltarti, come prima non ho fatto...» mi disse rivolgendosi con una delicatezza mai conosciuta prima.
«No, scusami tu. Non-Non è stata colpa tua. Non potevi prevedere cosa mi sarebbe successo e non avresti potuto fare in modo che non accadesse...Hai ragione, tutti voi avete ragione. Tsukiko dovrebbe alzarsi e affrontare i suoi problemi...Ma Tsukiko non ce la fa. Tsukiko è sola ed è debole per affrontare dei problemi più grandi di lei. Tae, sono così stanca di questo posto, di queste persone...» mi sfogai piangendo a dirotto come non avevo fatto da tempo.
«H-ho trattato male anche Akio, che mi ha comunque salvata...Non riesco più a vedere il bene di nessuno, perché io non mi fido di nessuno. D-dovrei cambiare?» chiesi guardandolo con la vista offuscata dalle lacrime, «d-dovrei forse dar retta ai miei genitori e cambiare città, tingermi i capelli, mettermi le lenti? Forse solo allora qualcuno si avvicinerà a questo...mostro» dissi rivolgendomi a me stessa con disprezzo e disgusto.
Cercai di asciugarmi le lacrime con il manica della maglia, mentre sentivo lo sguardo di Taehyung fisso sulla mia figura.
«Tsu, voglio farti vedere una cosa» si limitò a dire, alzandosi in volo, sparendo davanti ai miei occhi.
«T-Taehyung? D-dove sei andato?» chiesi spaventata mentre i miei occhi umidi si guardavano intorno cercando di scorgere la sua figura nei paraggi.
Posai lo sguardo sull'acqua e questa, iniziò a vibrare, facendo sì che l'immagine della luna e la mia venissero sfuocate.
Successivamente, un dolce profumo inebriò il mio olfatto. Era un odore che ricordava i fiori di ciliegio e mi sorpresi, quando comparvero in una accelerata fioritura da un albero secco e con ancora qualche foglia gialla dall'autunno che stava per concludersi, uno stormo di petali di Sakura che a causa di una folata di vento, si staccarono velocemente quanto la loro improvvisa crescita e iniziarono ad andare in semicerchio, formando un danza.
Mi sporsi leggermente dal ponte per vedere lo stormo di petali che andava ad accarezzare il fiume e, improvvisamente, presero la rincorsa e si diressero tutti sul mio viso, facendomi chiudere gli occhi d'impulso e lasciando che qualche petalo si incastrasse tra i miei capelli, regalando un dolce contrasto tra il rosa e il color pece. Emisi una allegra risata, seguendo con lo sguardo i fiori che scomparvero alle mie spalle, andando a posarsi sul fiume.
«No Tsukiko, non c'è proprio nulla di sbagliato in te. Sei una rarità, come questi petali di ciliegio in inverno che ho creato solo per te. Eppure non ti sei spaventata, ma hai sorriso a questa bellissima rarità e per un attimo non hai nemmeno pensato che siamo in inverno e che quindi, dovrebbe solo nevicare. Le persone sono così Tsukiko. Sono abituate alla normalità, a vedere la stessa cosa ogni giorno, le stesse stagioni, le stesse persone. Non per questo devi cambiare però. Mai. Le rarità non vanno cambiate, vanno mantenute per quello che sono e anzi, stupido è chi non si rende conto di averne una davanti a sé ogni giorno» disse Taehyung, che quando riaprì gli occhi lo ritrovai al mio fianco. Sulla mia espressione, si creò uno sorriso, che gli rivolsi.
Mi sentii come una bambina alla quale era appena stato fatto un trucco di magia.
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Ghost;18 | BTS [In revisione...]
Fiksi PenggemarTW/ 𝙇𝙖 𝙨𝙩𝙤𝙧𝙞𝙖 𝙩𝙧𝙖𝙩𝙩𝙖 𝙙𝙞 𝙖𝙧𝙜𝙤𝙢𝙚𝙣𝙩𝙞 𝙙𝙚𝙡𝙞𝙘𝙖𝙩𝙞 𝙘𝙝𝙚 𝙥𝙤𝙨𝙨𝙤𝙣𝙤 𝙘𝙤𝙢𝙥𝙧𝙤𝙢𝙚𝙩𝙩𝙚𝙧𝙚 𝙡𝙖 𝙨𝙚𝙣𝙨𝙞𝙗𝙞𝙡𝙞𝙩𝙖̀ 𝙙𝙚𝙡 𝙡𝙚𝙩𝙩𝙤𝙧𝙚. 𝐓𝐫𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚: «Lei...Ci può vedere?» chiese uno...