«Non posso capire come ci si sente ad essere un fantasma e ad aver come unico ricordo, quello della propria morte» commentai, rilassando ora i muscoli prima tesi e gli occhi, prima spalancati per la notizia. «Ma credo che se fossi in voi, non vedrei l'ora di liberarmi di quel dolore e potermene andare via, invece di vagare per anni in questo posto» spiegai alle mie due amiche, abbassando lo sguardo e giocando con le mie dita.
Ayano e Akane annuirono e così dopo essersi fatte forza a vicenda, presero fiato e a turno, iniziarono a raccontarmi della loro storia.
Akane fece segno ad Ayano di cominciare per prima.
«Tsukiko, non ti abbiamo mai parlato del nostro ultimo giorno perché sei sempre stata troppo piccola per poterlo sentire. Abbiamo insistito tanto questo anno sul volercene andare, non perché non desideriamo stare con te, ma perché sia io che Akane, essendo morte alla tua stessa età, non vogliamo che tu possa rovinare la tua adolescenza continuando con questa storia dei fantasmi» parlò Ayano, guardando Akane, che annuì lentamente. Fece una pausa e chiuse gli occhi, forse per rassembrare le parole in un discorso. Dalla sua difficoltà, capì che quello che aveva passato è stato tanto doloroso.
«Io, Ayano Okamoto, sono morta a diciassette anni, perché tornando da casa, sono stata investita da un uomo ubriaco. Ricordo che in quel giorno, avevo appena preso i biglietti per andare al concerto della mia band preferita. Quando sono morta, la mia massa vuota nella quale mi ritrovo ora è uscita dal mio corpo umano e vedendomi stesa, sanguinante, mi sono sentita così male che mi cedettero le gambe. Quell'uomo era ubriaco e fortunatamente, qualche giorno fa sono riuscita a farlo arrestare, spargendo dei fogli del mio caso a un poliziotto giovane in gamba che è riuscito a risolvere il caso. Mi sono resa conto solo qualche giorno più tardi, troppo presa dallo shock, che ero un fantasma» guardai Ayano e l'ascoltai in silenzio, sentendo un groppo alla gola formarsi. Akane così abbassò lo sguardo e iniziò il suo racconto.
«Io, Akane Nishimura, sono morta a diciassette anni suicida per colpa di un ragazzo. Il ragazzo in questione era il mio fidanzato e dopo aver avuto un rapporto insieme a lui, mi fece delle foto nuda di nascosto e le diffuse nella nostra scuola. Avevo amato tanto quel ragazzo e non vedevo l'ora di poter fare l'amore con lui, perché lo consideravo l'amore della mia vita. Mi distrusse fisicamente e mentalmente, poiché mi impedì di andare a scuola per le derisioni, l'imbarazzo, le occhiatine maliziose...Non resistetti più a tutto quello e mi buttai da un ponte, pensando che finalmente avrei avuto pace. Ma così non è stato, poiché mi sono trasformata in un...in un fantasma e questo mi permetteva di continuare a vedere quel mostro. Ho passato mesi e anni a meditare la mia vendetta e sono riuscita a farlo pentire di quello che ha fatto dopo avergli fatto ritrovare una nostra foto nel libro dell'università nella quale stava cercando di entrare. Dopo averlo confessato alla ragazza con cui stava che amava sinceramente, preso dal rimorso, la ragazza disgustata per la persona che aveva davanti a sé, gli intimidì di risolvere i suoi peccati andando alla polizia per confessare il suo crimine. Ora è in carcere non solo per istigazione al suicidio, ma anche per violazione della privacy e diffusione di materiale pornografico» spiegò, giocando con le sue dita.
Alla sua storia, non trattenni più le lacrime e scoppiai a piangere, tanto che anche Ayano e Akane fecero lo stesso e volarono verso di me per potermi abbracciare, grate che finalmente qualcuno compatisse la loro morte e che non si fosse dimenticata mai di loro. Mi sorpresi quando per la prima volta, sentii il contatto del loro corpo sulla mia pelle, avvertendo una sensazione calda mentre mi avvolgevano e nessun brivido si creò sulla mia schiena come spesso accadeva prima.
«Io...Io posso sentirvi...Sento il vostro calore...» mormorai, affondando il viso pieno di lacrime in quello di Akane, che mi sorrise e mi accarezzò la testa. Quando alzai lo sguardo e vidi la sua immagine umana più nitida, mi girai per guardare anche quella di Ayano, vedendo lo stesso effetto. Entrambe erano illuminate da una luce lunare che ormai faceva spazio nella notte e finalmente non sembrava oltrepassare i loro corpi.
I capelli rossi di Akane ora sembravano fiamme e il suo viso, più giovane. Le gote rosse di Ayano, sembravano prender il colore della vita, simile a quello di una rosa rossa.
Con un sorriso dolce, quest'ultima mi prese la mano.
«Se ci senti, vuol dire che sta accadendo inaspettatamente alle nostre previsioni. Stiamo andando via Tsukiko ed è stato solo grazie a te, che con la tua compagnia ci hai aiutate a trascorrere questi anni in serenità nonostante avessimo questi macigni alle spalle. Verranno altre persone da te, perché tu sei la bambina della luna e aiuterai altre persone a ritrovare la pace che nella vita passata non hanno avuto» mi spiegò Akane, accarezzandomi amorevolmente il viso. I suoi occhi rispecchiavano la mia figura.
«Vivi serenamente e continua ad essere quello che sei, perché vai bene così. Non pensare mai che questa tua specialità di vedere i fantasmi sia una cosa negativa» continuò Ayano, lasciandomi un bacio sulla fronte.
Akane e Ayano si alzarono, lasciandomi seduta ora sul pavimento in preda alle lacrime che scorrevano sulle mie guance come fiumi. Guardavo le loro figure risplendere alla luce chiara, più chiara delle altre notti, forse perché qualcuno le stava invitando ad andare un altro posto.
«Anzi... Pensala più come ad una dote che tutti dorrebbero avere» continuò Ayano e queste furono le sue ultime parole. Entrambe se ne andarono in un sorriso, svanendo come polvere davanti ai miei occhi, che si sgranarono, confuse dalla tanta rapidità degli eventi, avvenuti all'ultimo. Lasciarono una fonte di luce che illuminò la stanza e quando se ne andarono e fecero cadere la stanza nel buio totale, mi alzai spaventata, guardandomi intorno. Quando realizzai, gridai.
«Akane...Ayano!» singhiozzai più forte e quando mia madre spalancò la stanza, irrompendo in stanza preoccupata, mi abbracciò e io mi aggrappai disperata a quel contatto, cadendo di nuovo a terra insieme a lei, che cercava di tranquillizzarmi.
«S-sono...sono andate via...Per sempre»
Piansi sul petto di mia madre, mentre pensavo che l'indomani loro non ci sarebbero più state. Non sarebbero più sbucate. Ero completamente, unicamente, da sola.
Avevo passato dieci anni insieme a loro furono le prime a spiegarmi che vedevo fantasmi, mentre gli altri che vedevo per strada, si soffermavano a guardarmi stupiti da questa mia dote.
Avevo passato una vita intera con loro e ora, erano andate via, in un posto migliore.
Ma avevamo aspettato a lungo e avevo organizzato le loro vendette insieme a loro. Sapevo che primo o poi se ne sarebbero andate, ma non credevo che sarebbe stato in quel giorno, così, improvvisamente. Se lo avessi saputo, forse avremmo...Avremmo potuto fare più cose insieme, no?
Ma in fondo chi lo avrebbe mai detto che tutto quello era solo l'inizio di una lunga, estenuante e triste parte della storia della mia vita?
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Ghost;18 | BTS [In revisione...]
FanfictionTW/ 𝙇𝙖 𝙨𝙩𝙤𝙧𝙞𝙖 𝙩𝙧𝙖𝙩𝙩𝙖 𝙙𝙞 𝙖𝙧𝙜𝙤𝙢𝙚𝙣𝙩𝙞 𝙙𝙚𝙡𝙞𝙘𝙖𝙩𝙞 𝙘𝙝𝙚 𝙥𝙤𝙨𝙨𝙤𝙣𝙤 𝙘𝙤𝙢𝙥𝙧𝙤𝙢𝙚𝙩𝙩𝙚𝙧𝙚 𝙡𝙖 𝙨𝙚𝙣𝙨𝙞𝙗𝙞𝙡𝙞𝙩𝙖̀ 𝙙𝙚𝙡 𝙡𝙚𝙩𝙩𝙤𝙧𝙚. 𝐓𝐫𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚: «Lei...Ci può vedere?» chiese uno...