Capitolo 12 : Carnagione pallida

337 28 1
                                    

Dopo l'accaduto, tornai a casa e non dissi niente ai miei genitori per non farli preoccupare ulteriormente e per non farli sentire in colpa

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Dopo l'accaduto, tornai a casa e non dissi niente ai miei genitori per non farli preoccupare ulteriormente e per non farli sentire in colpa. Feci come sempre le mie faccende e mi misi a letto, addormentandomi a fatica.

Il giorno dopo, mi alzai svogliata. In quel giorno la routine mi sembrava pesasse ancor più delle altre volte. Voglio dire, non ci avevo mai fatto caso al fatto che le mie giornate fossero cosi tanto monotone e che, addirittura, pure la mia condizione fisica era sempre la stessa.

Alzarsi, andare a scuola, essere presa in giro, seguire le lezioni, venir presa di mira e rischiare di rimanerci per i loro giochetti e poi...

"Dovevi morire l'altro giorno, ora potremmo passare dei guai a causa tua"

Quella frase, rimbombava nella mia testa infinite volte, facendomi venire un mal di testa assurdo. Mi chiedevo se mi sarebbe successo ancora qualcosa anche in quel giorno, siccome ora avevo alle calcagna quelle sgualdrine annoiate.

Una volta uscita di casa, la mia camminata verso la scuola era più lenta del solito e per la prima volta, pensai di non volerci andare.

Sospirai ad entrare nell'edificio e aspettai che tutti se ne fossero andati per potermi mettere le scarpe in tranquillità senza che qualcuno di spiritosi mi facesse inciampare e cadere.

Entrai dentro l'inferno, o come la chiamano gli altri, la classe, e mi accomodai al mio banco, seguendo le lezioni come una normale studentessa.

L' unico momento della giornata che aspettavo, era di pranzare insieme a Jungkook o di poter rivedere gli altri.

"Ti vedo così giù oggi Tsukiko"


Ero scappata su terrazzo per mangiare e come al solito, Jungkook era lì ad aspettarmi. La prima cosa che mi disse vedendomi fu proprio quella frase.

"Mi sono solo accorta di quanto la mia vita sia uguale, monotona e di quanto io rischi la vita ogni giorno. Solite cose", replicai un po' acida.

"Allora smuovi la tua giornata facendo qualcosa che ti piace o riprendendo qualche tuo hobby che hai tralasciato. Che passioni hai Tsukiko?", mi chiede guardandomi con il suo sguardo da coniglietto, facendomi un po' rasserenare.

Iniziai a pensare a quello che Kookie mi chiese. Quali erano le mie passioni? La prima cosa che mi venne in mente, fu una parola. Chiara, netta e decisa.

"La musica. Ora che ci penso è da tanto che non vado al club di musica... Mi hai dato una bella idea, grazie Kookie".

Mi sorrise e sorrisi anche io, per la prima volta in quella giornata. La campanella suonò e la mia giornata proseguì con il pensiero che dopo scuola, sarei potuta andare al club ed essere libera di essere chi più mi pareva, perché la musica era la mia maschera.

Così le lezioni terminarono in fretta con quel pensiero e mi affrettai a dirigermi verso il club di musica. Dentro ad esso, non c'era nessuno dei miei compagni di classe e, quelli iscritti, non mi prendevano in giro perché avevo in comune la loro stessa passione, ovvero la musica.

Mi salutarono dicendomi che era un po' che non mi facevo vedere e mi chiesero come stessi, siccome avevano sentito in giro voci sulle mie condizioni fisiche.

Li riassicurai e successivamente, quando venne il professore, iniziammo a fare lezione. Il mio strumento musicale, era la mia voce.

Quando finirono le lezioni, mi sentii decisamente meglio. Quasi svuotata.

"Ciao Tsukiko, vieni più spesso!", mi disse uno dei miei compagni che insieme agli altri, uscì dall'aula.

"Tsukiko, non esci?", mi chiese il professore, vedendomi rimanere in classe.

"No professore, vorrei... vorrei provare a fare una cosa. Posso chiudere io l'aula se desidera"

"Si, certo. Ti lascio le chiavi sulla cattedra. Non fare tardi come l'ultima volta"

Appoggiò le chiavi sulla cattedra e poi uscì dall'aula, facendomi rimanere da sola.

C' era uno strumento che avevo sempre desiderato provare a suonare e con il quale, segretamente, mi esercitavo per poterlo usare meglio: il piano.

Avevo sempre desiderato poter comporre una canzone utilizzando il piano, ma avevo un po' di vergogna a chiedere dritte al mio professore.

Mi sedetti sulla sediolina che fronteggiava il piano e iniziai ad accarezzare i tasti. Era da molto che non lo suonavo e temevo quasi che lo strumento fosse arrabbiato con me per averlo trascurato.

Suonai una melodia, pigiando tasti a casaccio.

"Non sapevo ti piacesse suonare il piano... o meglio, che avessi l'interesse nel volerlo fare", disse una voce che mi fece fare un lieve saltino sulla sedia per lo spavento.

"Yoongi, Cristo", dissi una volta visto accanto a me.

"Vorresti imparare a suonare il piano?", dice non curandosi delle mie parole e osservando lo spartito appoggiato sul leggio del pianoforte.

"Si o almeno... Vorrei provarci", dico osservando timidamente i tasti.

"Ti insegnerò io, ok?"

"Davvero?", gli chiedo guardandolo felice.

"Sono un fantasma, non ho molte cose da fare", dice sgarbato, facendomi fare una smorfia.

Io e Yoongi passiamo il pomeriggio così, a parlare delle nostre passioni musicali e a imparare dalle dritte che lui mi dava. Da quanto capì, Yoongi nella vita precedente era molto bravo a suonare il piano. "Ne ero quasi innamorato", mi disse cercando di spiegare la sua passione.

Per lui la musica, il suonare il piano, era come l'amore. Un amore che era iniziato da quando era piccolo e che lo aveva accompagnato fino alla sua morte.

"Tsukiko, torna a casa. Si sta facendo buio", mi disse facendomi notare anche a me l'ora che si era fatta.

Così mi alzai e presi il mio materiale scolastico, chiudendo la classe e la posai nell' aula insegnanti, sulla cattedra del professore. Successivamente, uscì dall'edificio e mi avviai verso casa, accompagnata da Yoongi che silenziosamente, mi affiancava.

Una volta arrivata a casa, mi salutò dandomi la buonanotte.

Salì in camera senza fare rumore e, dopo una bella doccia, mi infilai a letto per una volta rilassata.

Quella notte sognai un ragazzo con la carnagione pallida e i capelli mori suonare il piano a occhi chiusi.

Ghost;18 | BTS [In revisione...]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora