Capitolo 31 : Fotografie

224 24 0
                                    

Da quella vecchia casa non ci volle molto per arrivare di fronte all'abitazione dei signori Kim. 

Infondo la cittadina non era poi così grande e trovarli non fu complicato, siccome tutti si conoscevano tra di loro. La casa di fronte a me, era una normale casetta coreana, una di quelle simili giapponesi, carina e accogliente nella sua semplicità. 

Suonai cosi al campanello che indicava i loro nomi e aspettai che qualcuno si avvicinasse al cancello per rispondere.

"Chi è?", disse una voce maschile.

"Sono Tsukiko Harada, vorrei parlarle di suo figlio... Kim Taehyung"

"Noi non... Non rilasciamo dichiarazioni o interviste", mi rispose con voce addolorata.

"Non sono una giornalista nè tanto meno una fan... Vorrei solamente parlarle a Lei e a sua moglie. Ho già incontrato i genitori di Jungkook."

Dopo queste parole, sentii la serratura della porta aprirsi e di fronte a me, si prestò la figura di un giovane uomo, considerabile attraente per la sua età inoltrata.

"Non me ne faccia pentire signorina, ne abbiamo viste fin troppe"

"Immagino signor Kim", dissi e poi mi feci guidare all'interno della casa, notando però che non c'era la madre di Tae.

"Mi perdoni, ma mia moglie oggi non è a casa. E' spesso in ospedale per via della sua depressione acuta. Sembrava stesse meglio e invece ha ripreso a star male proprio in questi ultimi giorni... Mi continuava a dire di sentire la sua presenza, sà, quella di nostro figlio...", raccontò sedendosi sul divano faticosamente e portò una mano tra i capelli, in modo nervoso.

"Oh... Capisco, piuttosto bene a dire il vero".

Per l'ennesima volta, mi ritrovai a raccontare la mia storia e quella con i ragazzi. Raccontai del legame che avevo instaurato e di come poi, se ne fossero andati. 

"Ho già letto la lettera di Jungkook e beh, mi piacerebbe leggere anche quella di Taehyung"

L'uomo sospirò e si alzò dal divano.

"Vieni, ti porto in camera di Taehyung. Credo che tu, che hai avuto più contatti con i ragazzi rispetto a noi, abbia il diritto di sapere come sia andata a finire la cosa"

Mentre saliamo le scale di marmo, ci dirigiamo in una delle stanze della casa. Il signor Kim apre la porta, lasciandomi entrare in una piccola stanza. Lo stile sembra quello della mia stanza a Tokyo, con una grande finestra che illumina una scrivania in legno abbastanza ampia e noto un futon piegato in un angolo, simbolo che ormai in quella stanza, non ci dormiva più nessuno da molto. Accarezzo poi i libri all'interno della libreria, notando nomi di manga che già conoscevo, molti libri sull'arte e sulla moda, guide per alcuni paesi in Europa e un massiccio album.

"Posso guardarlo?", chiesi cordialmente.

"Si, era molto fiero di quell'album. Gli piaceva fotografare"

Prendo cosi in mano quel massiccio album e al suo interno, scopro numerose fotografie di lui e gli altri membri della band. Vedo foto di paesaggi bellissimi e infondo, scorgo una sua foto, non infilata accuratamente insieme alle altre foto all'interno del librone. La prendo in mano e la scruto dolcemente, notando il suo volto bellissimo. 

"Taehyung... Era davvero bello...", dissi con voce flebile, ricordando anche quell'ultimo giorno in cui riuscì a vederlo umanamente prima della sua scomparsa. 

"Gli hanno chiesto più volte di posare, ma lui non voleva mai perchè non si sentiva bello come gli altri gli facevano credere", disse suo padre, accennando un timido sorriso. 

Guardai triste quelle foto, vedendo quanto tutti fossero felice una volta e immaginai quei sorrisi stroncati da tutte quelle vicende che li avevano coinvolti. 

"Avrei voluto che mi dicessero prima la ragione della loro morte. Mi è capitato più volte di avere contatti con fantasmi, eppure tutti prima di andarsene, mi  hanno spiegato il motivo della loro morte, dicendomi anzi, che fosse proprio un requisito per andarsene..."

"I ragazzi sono sempre stati misteriosi. Credo sia dovuto all'abitudine della loro carriera, nella quale spesso hanno nascosto le loro debolezze per non essere mangiati vivi dell'industria del kpop"

"Di cosa potrebbero aver avuto paura, anche in quel momento da fantasmi, da persone, mi passi il termine, decedute? Ho dato loro modo di potersi fidare. Eppure non mi hanno mai dato accenno nemmeno alla casa in cui sono stati ritrovati"

"Forse perchè non volevano farlo. Non volevano ricordare. Jungkook nella sua lettera scrive che lui e Taehyung volevano silenzio e volevano solitudine. Credo che tutti e sette, abbiano semplicemente voluto trascorrere dell'ultimo tempo insieme serenamente, prima di aspettare qualcosa o qualcuno, che li potesse liberare dalla loro situazione. Grazie a te, Tsukiko, se ne sono andati insieme, senza lasciare nessuno da solo", mi disse e poi aprì un cassetto, estraendo da esso una busta e me la porse, guardandomi.

Prima di aprirla, la guardai, per poi guardare l'uomo, cercando uno sguardo di conforto che non arrivò, siccome sapeva bene il suo contenuto.

Ero pronta di leggere qualcosa riguardante la persona che amavo?

Ghost;18 | BTS [In revisione...]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora