E cosí non andai alla gita.
Gli ultimi giorni di scuola li passai insieme ad Akio, perché mi offrí di aiutarlo per alcune scartoffie scolastiche.
Mi raccontó di essere entrato nel consiglio studentesco solo perché qualcuno aveva lasciato il posto.Oltre a questo, avevo giá iniziato a lavorare e a preparare le cose da portare a Tokyo, siccome mi avevano accettata all'università. I miei inizialmente, questo argomento non lo videro di buon grado, ma successivamente mi dissero che la loro opinione era basata dalla paura di non potermi integrare con qualcosa di nuovo per via delle mie esperienze passate. Volevano solamente proteggermi, ma dopo le mie due esibizioni, capirono che ero in grado di intraprendere questo cammino e che ero sufficientemente forte per affrontare qualsiasi problema, siccome ormai ne avevo passate di ogni e ogni.
E passai molto tempo anche insieme agli altri, fino a quando, di punto in bianco sparirono.
La loro sparizione terminò con la fine del mio percorso scolastico, che terminai fieramente ringraziando anche Akio per l'ultima volta, siccome poi la mia vita si sarebbe spostata nella grande metropoli. E così tra il lavoro e un inscatolamento dietro l'altro, i giorni passarono anche troppo in fretta e inizialmente nemmeno mi accorsi della sparizione dei sette.
Le brevi vacanze estive terminarono e questo significò solo Tokyo, Tokyo e Tokyo. Lo spostamento mi fu reso possibile grazie all'intervento dei miei, che mi aiutarono anche a trovare un appartamento vicino all'università, di cui i dormitori, costavano fin troppo.
Fin da subito lo trovai grazioso per ospitare una persona sola e aveva tutto quello che mi sarebbe servito per vivere la mia semplice vita. Non vedevo l'ora di scappare da Osaka, ma devo ammettere che nei primi giorni ne sentì terribilmente la mancanza.
Mi mancavano quei volti che vedevo ogni giorno, i miei genitori e anche percorrere la stessa e solita stradina per arrivare fino a scuola. Mi mancava passare davanti al parco giochi in cui andavo per incontrare Hoseok e Jimin per le prove di ballo, ma lo ricordavo anche come il luogo in cui vidi tutti i membri della famosa band per la prima volta.
Iniziai a pensare poi, al perchè non fossero più riapparsi qui a Tokyo. Mi mancava terribilmente la loro compagnia e ne sentii la mancanza giorno dopo giorno.
Il primo giorno all'università fu pieno di entusiasmo: decisi che da quel momento la mia vita l'avrei affrontata con il sorriso e non più passivamente. Se avessi avuto problemi, li avrei risolti, ma poi capii che le persone i quell'edificio comparabile a un centro commerciale erano troppe per accorgersi della mia particolare presenza e così, trascorsi tranquilla la mia nuova quotidianità, fino a quando mi capitò un fatto che cambiò il mio destino e quello che ne è ora del mio presente.
Dopo aver preso la metro, mi prestai a tornare a casa su quella strada che ormai avevo memorizzato, quando mentre infilavo la chiave dentro la serratura della porta dell'appartamento ignara qualcuno attirò la mia attenzione.
"Tsukiko? Sei tu?" disse la voce a me fin troppo famigliare.
Mi girai per guardare se la voce corrispondeva al volto che avevo in mente e mi scappò un sorriso spontaneo.
"Akio! Da quanto tempo"
E ci salutammo con un abbraccio.
"Abiti qui?" mi chiese guardando la chiave.
"Si, frequento l'università di Tokyo ma i dormitori erano troppo costosi quindi ho optato per venire qui. E' carino come posto - dissi guardandomi in torno - tu invece? Che combini da queste parti?"
"Frequento una università nei dintorni. Prima abitavo in uno dei dormitori di là ma non mi trovavo affatto bene... Troppo casino" rispose grattandosi la testa.
Notai fin da subito quanto fosse cresciuto. Era diventato un bel ragazzo, con spalle più larghe, una mascella più definita per l'età ormai adulta e i capelli di un colore diverso da quello naturale, ovvero grigio. Lo trovai attraente.
"Beh, hai fatto bene. Qui si respira una certa tranquillità che fa quasi paura" ridacchiai.
"L' unica pecca è la sistemazione dei pacchi..." sbuffò.
"Se vuoi posso aiutarti, non ho nulla da fare. Oggi sei fortunato che non lavoro"
Lo feci ridere e accettò di buon grado il mio aiuto.
In realtà lo aiutai perchè restare a casa da sola era diventata una abitudine che mi faceva rattristare e ricordare i momenti passati, in cui ero abituata a farlo e come detto prima, non avevo intenzione di ritornare sui miei passi, ma lo feci anche perchè voleva passare del tempo con lui. Era da tanto che non avevo modo di fare una chiacchierata con un amico di vecchia data.
Così mi fece entrare dentro l'appartamento, straordinariamente ordinato nel suo disordine e passammo il pomeriggio a parlare di quello che avevamo fatto dopo la fine dell'estate e Akio mi dava notizie su quello che avevano deciso di fare gli altri studenti della nostra vecchia scuola.
Una volta sistemata la gran parte del malloppo, ci sedemmo a terra esausti.
Mi guardai intorno con le mani dietro di me ad appoggiare il peso.
"Vedo che non hai un frigorifero però" dissi notando il particolare
"Eh no... Mi arriva domani"
"Quindi per il cibo?"
"Esco fuori"
"Non se ne parla. Inizia a far freddo ormai. Fermati da me, ho giusto fatto spesa stamattina" dissi sorridente.
Akio accettò e quella sera rimase a cena da me. Una mangiato, mi aiutò nello sparecchiare e pulire i piatti e poi uscì dall'appartamento, fermandosi sull'uscio come a volermi dire qualcosa.
"Sei diventata più forte Tsukiko. Mi piace questa nuova te, ancora di più di quella precedente"
E poi sgattaiolò dentro casa sua, lasciandomi di stucco con la porta ancora aperta e il viso arrossato.
☆ Angolo autrice ☆
Ehilà,
Sapevo io che dico una cosa e poi ne faccio un' altra 🙄 quindi faccio prima a dirvi che aggiornerò appena mi è possibile. 😣Buona serata e buona notte 🌸
Ps. Domani è primavera finalmente
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Ghost;18 | BTS [In revisione...]
FanfictionTW/ 𝙇𝙖 𝙨𝙩𝙤𝙧𝙞𝙖 𝙩𝙧𝙖𝙩𝙩𝙖 𝙙𝙞 𝙖𝙧𝙜𝙤𝙢𝙚𝙣𝙩𝙞 𝙙𝙚𝙡𝙞𝙘𝙖𝙩𝙞 𝙘𝙝𝙚 𝙥𝙤𝙨𝙨𝙤𝙣𝙤 𝙘𝙤𝙢𝙥𝙧𝙤𝙢𝙚𝙩𝙩𝙚𝙧𝙚 𝙡𝙖 𝙨𝙚𝙣𝙨𝙞𝙗𝙞𝙡𝙞𝙩𝙖̀ 𝙙𝙚𝙡 𝙡𝙚𝙩𝙩𝙤𝙧𝙚. 𝐓𝐫𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚: «Lei...Ci può vedere?» chiese uno...