CAPITOLO 26

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IWAIZUMI'S POV
Come cazzo si è permesso?!
Non glielo permetterò, se lo tocca lo ammazzo.
Spostò il suo sguardo su Toru che, stretto a lui, tremava e piangeva sussurrando, tra i singhiozzi, due semplici parole "Non voglio".
-Ragazzi...ci spiegate cosa sta succedendo?- chiesero Makki e Matsukawa
Oikawa scosse velocemente la testa da destra a sinistra in segno di risposta negativa. Continuava ad essere scosso dagli spasmi mentre stringeva con forza tra le sue mani la maglia dell'asso. Questi ormai aveva deciso cosa fare e, con uno strattone, allontanò l'amato da sé e corse fuori insultando lo stalker.
-I.. Iwa-ch...h..an n...n...o-
-Tranquillo dai, sa cosa fa- cercò di rassicurarlo Makki ma nella sua voce si avvertiva insicurezza
All'improvviso un urlò ruppe il silenzio che si era creato
Oikawa sbiancò: era la voce di Iwaizumi.
MATSUKAWA'S POV
COSA STA SUCCEDENDO QUI?!?!
Appena udito il grido dell'amico, si era precipitato fuori e ciò che aveva visto lo aveva lasciato deglutire più volte.
MERDA!
-Iwa-chan, Iwa-chan!-
Matsukawa poteva sentire perfettamente le parole di Oikawa che si trovava ancora dentro la casa ma che, sicuramente, stava per uscire.
Non può vederlo...non può
-MAKKI NON FARLO USCIRE! NON FARLO USCIRE!!-
MAKKI'S POV
Vide Oikawa sbiancare ed accelerare il passo. Doveva bloccarlo ma come? In fondo lui era decisamente più basso e meno robusto del suo capitano.
Iniziò a rincorrerlo e, appena gli fu vicino, lo buttò a terra con un po' di difficoltà
Ci sono riuscito. Sono troppo forte! Oh perché non si rialza?!
OIKAWA'S POV
Ho udito i passi di Makki raggiungermi poi mi sono sentito afferrare per la maglia e mi sono visto cadere a terra. Perché?!?! Perché non posso vedere il mio Iwa-chan?! Perché non sento più la sua voce?!
È tutta colpa mia...se io non avessi mostrato di aver paura forse lui non si sarebbe allontanato da me..
Devo andare da lui.
-AH!- urlò tenendosi il ginocchio leso
Era consapevole che non fosse giusto far pensare all'amico che gli avesse fatto male al ginocchio, quel ginocchio che gli avrebbe potuto impedire di giocare a pallavolo
-Oddio Oikawa-
Lo vedeva: era spaventato.
Mi dispiace Makki...ma per il mio Iwa-chan questo è altro
Il ragazzo dai capelli rosa si mise accanto a lui seduto e preoccupato, chiedendogli mille volte scusa.
Per tutta risposta Oikawa sorrise e mise una mano sulla spalla dell'amico usandola da leva per alzarsi
Ci riuscì e, sotto lo sguardo sorpreso dell'altro giocatore, corse fuori.
Doveva andare dal suo Iwa-chan
MAKKI'S POV
Mi ha fatto prendere un colpo! E io che pensavo di avergli fatto veramente male!
Potrei ancora fermarlo ma...non credo sia giusto non poter vedere il suo amato...
Spero solo che Iwaizumi stia bene...
Andiamo a controllare va'...
OIKAWA'S POV
-IWA-CHAN, IWA-CHAN, IWA-CHAN!!!-
Finalmente stava per varcare l'uscio della porta mentre sentiva dietro di sé i passi di Makki. Poco gli  importava: non avrebbe mai fatto in tempo a raggiungerlo.
-Iwa-chan sono qu-
Le parole gli morirono in gola alla vista di Iwaizumi con la fronte e le braccia insanguinate.
IWAIZUMI'S POV
Lo vide uscire dalla porta chiamandolo.
Quella voce, che lui tanto amava, si era fermata non appena lo aveva visto in quello stato. Sostituita da numerose lacrime e singhiozzi.
Merda...cazzo!
Perché non gli do mai ascolto?!
Non volevo più vederlo in questo stato e invece eccolo qui con il corpo scosso dai singhiozzi e gli occhi terrorizzati.
È da egoisti pensare che sia dannatamente bello?
Forse sì...
-OH CAZZO, IWAIZUMI!-
La voce di Makki lo riscosse dai suoi pensieri e lo vide, vide Toru cadere sulle ginocchia a terra.
Sussultò: il suo respiro non sembrava affatto regolare.
OIKAWA'S POV
-IWA-CHAN, IWA-CHAN, IWA-CHAN, IWA-CHAN, IWA-CHAN, IWA-CHAN-
Respirava in modo affannato mentre i suoi occhi pieni di lacrime erano intenti ad osservare il suo amato.
Vedeva Hajime parlargli ma non riusciva a percepirne la voce...i suoi occhi gli mostravano la scena: poteva vedere la bocca dell'asso muoversi per articolare parole ma sembrava che queste non giungessero alle sue orecchie.
Il cuore gli martellava nel petto che, per i numerosi e vani tentativi di prendere aria, si alzava ed abbassava velocemente.
Si portò una mano alla gola: voleva aria ma era come se le narici ed i suoi polmoni non riuscissero ad inspirarla.
-OIKAWA! OIKAWA!-
Chi mi sta chiamando?
Ah Makki...
Devo andare da Hajime ma penso che se mi muovo il mio corpo non mi regga...
Ho bisogno di aria
Aria
Aria
Aria
Aria
Aria
Aria
Aria
Il suo organismo rispose aumentando il ritmo del cuore che sembrava stesse sul punto di uscirgli dal petto
Aprì la bocca per chiamare il suo amato ma da essa non uscì alcun suono.
IWAIZUMI'S POV
Toru stava boccheggiando
Poco dopo vide le sue labbra muoversi e mimare il suo nome ma non udì la sua voce.
Dolorante e preoccupato, si alzò da terra e si diresse verso Oikawa e lo strinse a sé; debolmente l'altro ricambiò la stretta
-SHITTYKAWA! COSA HAI-
-Haj-
-TORU, per favore parlami!- lo supplicò mentre dal suo volto cadevano delle lacrime che si mischiavano a quelle del ragazzo che stringeva fra le braccia
-TORU stai tremando! CHIAMA L'AMBULANZA!-
Matsukawa prese il telefono e compose il numero poco dopo riattaccò
-Stanno arrivando-
-Resisti, amore. Per favore. Cerca di calmarti sennò l'attacco di panico peggiora,ok?- continuò accarezzandogli i capelli e lasciandoli dei baci sulla fronte
-Iwa-chan-
-O-o-ikawa-
-A-a-aria-
Iwaizumi deglutì mentre altre lacrime minacciavano di uscire dai suoi occhi
-Arrivano. Stanno arrivando, aspetta ancora un po'. Io resto qui con te-
-Anche noi, capitano. Quindi se vuoi liberarti di noi, ti devi riprendere; ti faremo compagnia finché non ti sarai ripreso-
Oikawa sorrise mentre stringeva debolmente la mano di Hajime
OIKAWA'S POV
Chiuse gli occhi.
Sentiva un brusio, anzi ascoltando in modo più attento capì che erano voci vicine ma le parole gli arrivano ovattate.
Udì un calore, percepì un profumo che avrebbe riconosciuto a chilometri di distanza: era del suo Iwa-chan.
Si sentì sollevare e poggiare su un piano.
Non sentiva più Iwaizumi.
Non percepiva più il suo calore. Ora poteva udire voci molto concitate, sembravano agitate ma non riusciva a capire cosa dicessero.
Finalmente il suo cuore si era calmato.
Anzi sembrava andare a rallentatore e, cullato da questo battito quasi inesistente, si lasciò andare.

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