CAPITOLO 64

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OIKAWA'S POV
-Vi ho già detto che non cambio idea- ripeté nuovamente Oikawa
Era esasperato: i suoi continuavano ad insistere, anche in malo modo, per fargli cambiare decisione.
Dal canto suo, l'alzatore riteneva che il corpo era il suo e non doveva renderne conto a nessuno ma, presto, qualcuno gli avrebbe aperto gli occhi.
Era rimasto solo nella stanza poiché il padre aveva accompagnato la signora Oikawa a prendere una boccata d'aria, così appoggiò la testa sul cuscino e chiuse gli occhi godendosi quella pace.
Sua madre si era sentita male a causa sua, o meglio, della sua decisione. Ovviamente lui si sentiva in colpa ma non voleva fare l'operazione: aveva paura.
Se qualcosa fosse andato storto, non avrebbe più potuto camminare
Valeva la pena?
Non per Oikawa.
Certo, la pallavolo era la cosa più importante per lui ma il suo più grande sogno era quello di stare accanto al suo Iwa-chan come suo alzatore in nazionale.
Quindi, visto che neanche con l'operazione sarebbe potuto entrarvi, non voleva mettere a rischio la semplice possibilità di camminare.
Il medico gli aveva detto che, anche senza entrare in sala operatoria, avrebbe ripreso a camminare, male, ma almeno avrebbe potuto ricominciare.
Ovviamente gli aveva consigliato di andare da un fisioterapista, opzione che Toru aveva scartato.
Non voleva farsi toccare da qualcuno.
Non poteva fidarsi delle persone che non conosceva, soprattutto per quanto successo poche settimane prima.
Con Iwa-chan era diverso: non aveva paura di lui, anzi gli metteva tranquillità ma era consapevole che non sarebbe stato spontaneo come suo solito.
Chissà se Iwaizumi lo avrebbe perdonato?
Sospirò, rendendosi conto che prima o poi avrebbe dovuto raccontare le violenze subite.
Spero che mi diano del tempo...
All'improvviso la porta si spalancò rivelando la figura gracile di Takeru che, appena vide lo zio, gli saltò addosso piangendo.
-Z-z-z-io- singhiozzò la piccola peste facendo sorridere la persona che, ora, lo teneva fra le braccia.
-Era preoccupato, voleva venire appena ti hanno trovato ma ho preferito portarlo oggi- disse sua sorella, osservando la figura stesa sul lettino che stentava a riconoscere.
-Hai fatto bene così, diciamo che ieri non ero in forma-
-Zio ma...ma cosa è successo? Sei così magro...Non ti trovavamo da nessuna parte. Ho avuto paura, non mi hanno spiegato nulla- Il piccolo ricominciò a piangere mentre lo zio lo accarezzava dolcemente
-Non sono sparito per mia volontà...te lo spiegherà più tardi tua madre...Che mi racconti di bello?-
E così il nipote incominciò a parlare di moltissime cose mentre Oikawa guardava un po' innervosito la sorella.
Come non aveva potuto dirgli la verità?
Come aveva potuto tenerlo all'oscuro?
Dopo una mezz'oretta, Takeru uscì con la scusa di andare a prendere un caffè per lo zio, che rimase solo con sua sorella.
-Perchè?-
-Perchè non gli ho detto come stavano le cose? Sei serio?! È un bambino! Non gli potevo dire che suo zio fosse stato rapito da un maniaco a scopi-
-Non lo dire-
-A scopi sessuali-
-Fanculo! TI AVEVO CHIESTO DI NON DIRLO!- urlò
-Toru ti prego...io... scusami. Sono preoccupata per te. È vero quello che mi ha detto nostra madre?-
Oikawa si morse il labbro per poi annuire.
Non voleva sorbirsi anche la spiega della sorella anche perché lei conosceva i suoi punti deboli e temeva che gli avrebbe usati per farlo desistere, cosa che accadde.
-Iwaizumi lo sa?-
-Per favore, basta. Non lo mettere in mezzo-
-Lui non lo accetterà lo sai, sì? Avevate un sogno, no? Allora perché stai facendo di tutto per non raggiungerlo?!-
-Ha detto che non cambierebbe nulla: non potrei andare ai nazionali- rispose sconsolato
-Mamma e papà non me lo avevano detto...-
-Ovvio, volevano che mi convincessi...-
-Sicuramente io vorrei che ti ci sottoponessi, non voglio rivederti nello stato pietoso del primo infortunio... comunque la scelta è tua ma non la condivido, fratellino-
Il rumore di un semplice oggetto che cade per terra, fece voltare i due rivelando un Takeru piangente e il caffè, precedentemente contenuto nel bicchiere, rovesciato a terra e sporcare il pavimento.
-Perchè zio? Perché?! Non vuoi rimanere con noi?! Se non fai l'operazione-
Vide la sorella correre verso il figlio ed abbracciarlo mentre cercava, invano, di rassicurarlo.
Oikawa non disse nulla consapevole che ora la sua famiglia rischiava di andare in frantumi per colpa sua.
Si limitò ad osservare la bevanda macchiare il pavimento candido e ad ascoltare.
-Toru, noi andiamo. Non hai fatto nessuno sbaglio: la colpa è solo di quel tizio e giuro che lo ammazzerei con le mie mani. Per qualsiasi cosa, basta che mi chiami e arrivo qui. Takeru scusati con lo zio: lo stai facendo sentire in colpa e già non sta bene- esordì la sorella
-Zio.. scusa è che io non vedo l'ora di vederti ai nazionali con Iwaizumi... scusami-
Oikawa gli sorrise invidiando l'innocenza dei bambini.
Rimasto solo, chiuse gli occhi sperando di riuscire a prendere sonno ma, come accadeva altre volte, rivedeva la stanza buia e udiva la risata del maniaco e non riusciva più a dormire.
E se lo avesse trovato di nuovo?
Mi sono giocato i nazionali...
Non ci posso credere, tutta colpa di quello stupido ritiro...
Con quale faccia potrò presentarmi alla squadra per riferire la notizia?!
Meglio che lo tenga per me, sicuramente non lo dirò ad Iwa-chan.
E, appena finì di pensare ciò, Iwaizumi comparve sulla soglia della porta.
-È vero?-
Oikawa degludì, non voleva litigare con Hajime, non ora che si erano ritrovati.
-C-Cosa?-
-È vero che non ti vuoi sottoporre all'operazione?-
Entrambi potevano perfettamente percepire la tensione che si espandeva nella sala e che non avrebbe portato nulla di buono.
-La scelta è mia, Iwa-chan-
-Ti ho chiesto se è così- ripeté l'asso
-Iwa-chan, per favore...non voglio discutere, non ne ho le forze- lo supplicò l'altro mentre cercava di trattenere le lacrime.
Oikawa temeva infatti che, se gli avesse detto la verità, Iwaizumi se ne sarebbe andato per sempre.
E il solo pensiero di vederlo uscire dalla sua vita lo distruggeva.
In fondo, la pallavolo li aveva legati ma avrebbe potuto perfettamente dividerli.
Non voglio litigare, Iwa-chan
-Toru-
La voce profonda di Iwaizumi lo svegliò dai suoi pensieri: quanto gli era mancata quella voce.
Ogni giorno che si svegliava in quella stanza buia sperava di sentirla e pensava che, non appena lo avesse trovato, tutto sarebbe tornato come prima ma si sbagliava, e la situazione in cui si trovavano ne era la prova.
-Sì-
IWAIZUMI'S POV
-Sì-
Bastò quella risposta per fargli perdere le staffe e per mandare in frantumi quello che, in molti anni, avevano creato.
-PERCHÈ?!- urlò l'asso
-Perchè cosa?- bisbigliò Oikawa, sperando che la discussione sarebbe finita lì ma non accadde
-Perchè non vuoi fare l'operazione?- chiese, cercando di trattenere l'ira che lo divorava.
-Iwa-chan, non ci riesco. Ne ho abbastanza: non voglio rivivere quello che ho vissuto la prima volta.
Non sarei in grado di trattenermi.-
OIKAWA'S POV
Non gli posso dire che ho paura che qualcuno mi sfiori...se lo dicessi, lui non mi toccherebbe più e manterrebbe le distanze e non voglio.
Non posso dirgli che ho paura che l'operazione vada male.
E, per non rivelargli tutta la verità, disse quello che non pensava veramente.
E fu la goccia che fece traboccare il vaso.



Eii
Scusatemi se ieri non ho aggiornato >.<
Cosa dirà Oikawa ad Iwaizumi di così terribile?
Finirà veramente tutto?
Penso che nel prossimo capitolo vedrete un personaggio che odiate...
Spero vi piaccia e che non risulti noioso/ripetitivo☀
Magari vi può sembrare surreale il comportamento di Oikawa ma io credo che, in una situazione del genere, avere gente che ti tartassa di domande non è il massimo, anche se lo fanno per il tuo bene...

Resta-Iwaoi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora