6: Agguato

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La casa di Christian era estremamente grande e accogliente. Fu lui ad aprirci la porta sorridendoci. Non si trattava di un sorriso ironico o sadico, ma un sorriso vero.

«Tutto bene?» chiese dirigendosi verso la cucina

«Tutto bene» rispose Nicholas lanciandomi un'occhiata veloce.

Quando entrai in cucina mi sorpresi nel vedere due bambine gironzolare intorno a una figura femminile indaffarata ai fornelli. Le piccole si accorsero immediatamente della presenza di Nicholas, tanto corrergli in contro gridando "zio". Non avevo pensato al fatto che Christian potesse essere padre e la cosa me lo fece immaginare più...umano.
Ben presto mi ritrovai due paia di occhi color nocciola fissarmi con curiosità

«Chi è?» chiese quella un po' più grande, con dei lunghi capelli biondi, indicandomi.

Nicholas prese in braccio la più piccola, che si limitò a stringersi a lui e guardarmi timidamente.

«Lei è Blair, la mia compagna- mi presentò alle due- Blair, loro sono Cami- disse facendo un cenno verso la più grande, che poteva avere al massimo otto anni- e Bella» concluse dando un bacio sulla guancia paffuta della bambina che teneva in collo.

La spontaneità di quel gesto mi sciolse completamente.

«Ciao» sorrisi alle bambine, mentre la compagna di Christian si avvicinava sorridente.

Passò accanto alla figlia maggiore e mi abbracciò con naturalezza

«Finalmente conosco la forestiera di cui tutti parlano. Sono Arielle- si presentò con un sorriso smagliante- ti prego di non sentirti a disagio e di non farti mettere i piedi in testa da quel bruto».

Rimasi spiazzata dalla schiettezza con cui si era espressa, ma scoppiai a ridere divertita

«Ehi!» protesto Nicholas, imbronciandosi come un bambino

«Non c'è pericolo Riel, te lo posso assicurare» commentò Christian divertito.

Mi presi un secondo per studiare la donna. Doveva avere l'età di Christian ad occhio e croce, quasi quattrocento anni. I capelli, di un biondo molto scuro, quasi castano, erano raccolti in una semplice coda e gli occhi azzurri risaltavano particolarmente sul suo incarnato diafano. Era una bellissima donna. Emanava energia da ogni poro della pelle: era una presenza che si notava nella stanza. 

Ci accomodammo a tavola e dovetti ammettere che lo stufato di Arielle era davvero spettacolare. Non avevo mai mangiato uno stufato così buono, ma soprattutto, per un'ora mi dimenticai completamente che quello non era il mio branco di origine. Lì non c'era mio fratello. Non c'erano Tayla e Jordan. Non c'era nessuna delle persone con cui ero cresciuta, eppure, non riuscivo a sentirmi fuori posto.

«Possiamo andare nel bosco?» chiese ad un certo punto Cami, seduta accanto a me

«Cami, io e tuo padre dobbiamo lavorare- rispose Arielle- potete andare a casa di Violet a giocare»

«Possiamo portarle io e Blair» intervenne Nicholas prima ancora che un'espressione delusa si dipingesse sul volto delle bambine.

Esultarono prima ancora che i genitori acconsentissero.

Ci sedemmo tutti e quattro in cerchio sul tappeto erboso tra due aceri e le piccole non si fecero pregare nel cominciare con le loro domande

«Zio, papà ha detto che quando ha trovato mamma ha sentito il profumo più buono del mondo- cominciò Cami- anche lei ha il profumo più buono del mondo?» chiese indicandomi

«Si, anche lei lo ha, ma è diverso da quello di vostra madre» rispose tranquillamente Nicholas con un sorriso

«E l'hai sentito subito?» chiese immediatamente Bella

«Prima l'ho vista, poi ho sentito il suo odore» disse sorprendendomi.

Lo guardai trattenendo il fiato. Non ci avevo mai realmente pensato, ma l'odore era una cosa che scattava automaticamente dentro di noi come naturale bisogno di trovare la propria completezza, e ciò non comportava necessariamente uno scegliersi con un "mi piace" o un "non mi piace". Non funzionava come per gli umani. L'apprezzare l'altro in tutte le sue sfaccettature fisiche e morali era una cosa che avveniva nel tempo spesso e volentieri.

Era rilassato mentre rispondeva alle nipotine, ma mi lanciò un'occhiata decisa. Bonaria, ma decisa.

«E se non avesse avuto il tuo profumo preferito?» chiese ancora la più piccola, sgranando gli occhi, impaziente di sentire la risposta

«Beh, avrei sicuramente fatto di tutto per passare del tempo con lei in ogni caso» rispose lanciandomi un'altra occhiata, maliziosa questa volta.

Arrossii riportando l'attenzione sulle bambine

«Blair, ma ti piacerebbe essere nostra zia?» mi chiese ancora

«Direi di si» sorrisi

«E quindi poi avremo delle cugine?» chiese l'altra.

A questa domanda mi bloccai. Adesso potevo davvero sentirmi in imbarazzo, soprattutto perché non avevo mai pensato ad avere dei figli, non avendo trovato prima il mio compagno.

«Cami, non credi sia un po' presto?- chiese Nicholas dolcemente alla nipote- Ci dobbiamo ancora abituare a noi e poi Blair è molto giovane per avere dei bambini».

Grazie al cielo.

«Vabbè- scrollò le spalle la bimba- mi fai una treccia?» mi chiese dandomi le spalle

«Certo» risposi passandole una mano tra i capelli, mentre Bella raccoglieva delle margherite davanti a sé.

Dopo poco meno di dieci minuti, mentre le due mi raccontavano che cosa avevano imparato quel giorno alla "scuola" del branco, un ramo spezzato attirò la nostra attenzione.
Nicholas inspirò profondamente, scattando in piedi un istante dopo e mettendosi davanti a noi. Era evidente che l'odore percepito non appartebesse a nessun membro del branco, cosa che io potevo solo immaginare dato che non conoscevo gran parte di loro.
Un lupo grigio di dimensioni non indifferenti fece il suo ingresso nel nostro piccolo angolo di pace ringhiando. 
Bella e Cami si nascosero immediatamente dietro di me, assumendo in pochi secondi la loro forma di lupo. Erano dei batuffoli di pelo in confronto all'estraneo, ma Nicholas lo avrebbe tenuto impegnato e loro avrebbero corso molto più velocemente in quella forma piuttosto che nell'altra.

La testa del mio compagno si voltò leggermente verso di noi, mantenendo lo sguardo sull'intruso, e dalla sua bocca uscì la parola che aspettavo per portare via le due

«Vai!».

Assunsi la mia forma di lupo in un istante e mi detti alla fuga con le cucciole.

Stavo correndo il più velocemente possibile al loro fianco, quando due lupi ci affiancarono. Ringhiai minacciosa e mi fermai all'istante per impedire loro di seguirle. Mancavano pochi metri per raggiungere il cuore del branco e sarebbero state salve, non potevo permettere che le prendessero. Sferrai una zampata al più vicino dei due e mi gettai sull'altro: dovevo tenerli entrambi impegnati il più a lungo possibile. Rotolai con il lupo tra la vegetazione, ma riuscii a rialzarmi velocemente ed afferrare per la coda l'altro, che stava partendo all'inseguimento delle piccole.

Un ululato proveniente dalla vegetazione vicina mi distrasse e permise ad uno dei due intrusi di azzannarmi una zampa. Ruggii di dolore e lo graffiai con una zampata, facendolo mugolare di dolore mentre mollava la presa e il pelo sul muso si tingeva di rosso. Mi voltai in tempo per vedere il secondo lupo prepararsi a balzare sulle bambine e, ignorando il dolore lancinante che provavo alla zampa, balzai insieme a lui, intercettandolo al volo mentre le figlie di Christian uscivano dalla vegetazione.

L'impatto con il terreno fu più violento di quanto immaginassi ed entrambi rotolammo per diversi metri avvinghiati cercando di morderci.
Eravamo finiti sulla ghiaia bianca della radura nella quale erano edificate le case del branco e ciò poteva significare due cose: le piccole erano salve e il lupo contro cui stavo lottando sarebbe morto.

Gli artigli di una delle sue zampe mi affondarono nel fianco destro facendomi girare la testa dal dolore. Non vidi le stelle, ma intere galassie prima di sentire il peso del suo corpo scomparire dal mio, scaraventato via da un lupo nero molto più grosso di me: Christian.

Cercai di rialzarmi, ma la debolezza che mi avvolse era troppo forte per poterle resistere e chiusi gli occhi.

The Strategist [Beta's Saga]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora