8: Beta

5.1K 204 2
                                    

Mi stiracchiai sbattendo più volte le palpebre.
Constatai velocemente che ero ancora in forma di lupo, ma che le ferite erano state medicate e per lo meno quella alla caviglia si era rimarginata. Qualcuno di cui non avevo percepito la presenza si schiarì la voce, attirando la mia attenzione.
Era un giovane uomo. Nonostante fosse seduto su una sedia vicino alla parete della stanza di Nicholas potevo intuire quanto fosse alto. Era ben piazzato, con gli occhi scuri e dei riccioli castani che quasi glieli coprivano. I suoi lineamenti erano molto simili a quelli di Christian, ma collegai i due solo quando parlò: anche la sua voce era profonda come quella dell'Alpha.

«Ben svegliata Blair».

Non risposi, mi limitai a sistemarmi sul letto in posizione difensiva, studiandolo.

«Mi chiamo Daniel- disse seguendo i miei movimenti senza perdersene uno- Nicholas mi ha chiesto di stare con te, nel caso tu avessi avuto bisogno di qualcosa in sua assenza» disse pacatamente.

Non mosse un muscolo quando ringhiai per il disappunto mostrando i canini. Voltai le testa verso la porta ed intuì le mie intenzioni

«Sta bene e arriverà tra qualche minuto, l'ho informato del tuo risveglio» mi rassicurò.

Si alzò e si avvicinò al letto, incurante dei miei canini sguainati. Fece per sedersi, ma mi sporsi aprendo le fauci.

Provaci.

«Va bene- sorrise- resto qui. Volevo ringraziarti per quello che hai fatto. Non era scontato...» disse serio.

Era sincero. Potevo sentirlo.
Smisi di ringhiare sia per lui che per il rumore della porta di casa che si apriva. Entrambi voltammo la testa verso l'entrata della camera. Nicholas era sporco di sangue dalla testa ai piedi: i jeans avevano numerose ed ampie chiazze, mentre la maglia pullulava di schizzi, ma quello che mi impressionò di più furono le mani. Le mani, fino a metà degli avambracci, erano completamente rosse di sangue.
Il suo sguardo era infiammato.
Tremai ed entrambi se ne accorsero

«Nicholas- lo ammonì Daniel prima che il Gamma si avvicinasse- non è il caso» disse parandosi davanti a me

«Daniel che stai facendo?» chiese con una smorzata di rabbia nella voce

«Ti impedisco di spaventarla più di quanto già non sia!» rispose fermo il lupo più giovane.

Mi sentii in dovere di intervenire e mi trasformai, assumendo la mia forma umana, cercando di stare attenta a non riaprire le ferite da poco rimarginate. Entrambi portarono la loro attenzione su di me.
Tornai in forma umana nuda, come era normale che fosse, ma cercai di non pensarci troppo, limitandomi ad accasciarmi e rannicchiarmi nel letto dolorante.
Daniel distolse lo sguardo non appena Nicholas emise un ringhio di disappunto per la mia decisione

«Dannazione Blair» imprecò sentendomi gemere di dolore.

La sua voce non era più arrabbiata, ma preoccupata seppur con un lieve tono di rimprovero. Superò Daniel, perdendo il totale interesse nei suoi confronti, per infilarmi sotto le coperte con una premura che non gli avrei mai attribuito, soprattutto per le condizioni in cui si trovava.

«Sto bene. Sono solo indolenzita dalla trasformazione» dissi stanca.

«Io a questo punto levo il disturbo- intervenne Daniel- è stato un piacere conoscerti Blair- disse accennando un sorriso- Nichi» salutò il lupo con un cenno del capo, a cui il mio compagno rispose, e se ne andò, lasciandoci soli.

«Mi faccio una doccia. Tu riposati» mi disse Nicholas spostandomi una ciocca di capelli dal viso.

Annuii e lo seguii con lo sguardo preoccupata. Non sapevo che cosa mi sarei dovuta aspettare.

Quando rientrò in camera indossava una tuta pulita. Si stese sul letto accanto a me, rimanendo sopra le coperte, osservandomi

«Hai paura- disse- di me?» chiese dopo qualche istante di silenzio

«Non lo so- ammisi- di chi era quel sangue?»

«Del lupo che hai quasi ucciso» rispose con un mezzo sorriso

«Cami e Bella?» chiesi ancora

«Stanno bene» annuì

«Tu?»

«Arrabbiato- ammise- sarei dovuto rimanere con voi»

«So difendermi Nicholas» gli feci notare con un'occhiata.

Rimase in silenzio a fissarmi impassibile per un tempo che mi sembrava infinito, per poi sorridere lievemente

«Devi migliorare ed arrivare ad essere forte nella lotta come lo sei con la testa».

Lo guardai confusa

«Quando Wendy ti ha sfidata e Christian è intervenuto, tu sei riuscita ad opporti alla sua supremazia quanto bastava per non ritrasformarti o venir schiacciata a terra- spiegò- l'ho notato. Lo hanno notato tutti, Christian compreso. È una dimostrazione di forza non indifferente. Significa che sei difficile da piegare e che se vuoi puoi opporti perfino al potere di un Alpha»

«Ne sembri particolarmente fiero»

«Lo sono» confermò senza giri di parole guardandomi dritto negli occhi e posandomi una mano su una guancia.

Chiusi gli occhi beandomi di quel contatto, sentendomi avvicinare a lui.
Mi baciò dolcemente. Non me lo aspettavo, ma non mi ritrassi. Le sue labbra erano morbide e il solo contatto con le mie mi provocò una miriade di scariche di piacere lungo tutto il corpo, che ben presto si trasformarono in un vortice che mi attanagliò il bassoventre nel momento in cui mi prese il labbro inferiore tra i denti tirandolo senza farmi male. Feci scorrere inconsapevolmente le mani sulle sue braccia, fino ai capelli, che sentii morbidi e ancora umidi dalla doccia fatta poco prima. Mi strinse a sé, ma non riuscii a trattenere un lamento di dolore per la fitta che mi provocò la ferita al fianco. Si scostò immediatamente regolarizzando in una frazione di secondo il battito cardiaco di entrambi e spostò le lenzuola per vedere la ferita

«Cazzo» imprecò.

Cercò di non vagare troppo con lo sguardo sul mio corpo e di concentrarsi sull'artigliata, che stava macchiando il medicamento di sangue

«Sto bene. Non è niente...» provai a dire, ma mi lanciò un'occhiata che non ammetteva repliche e spostò la garza per visionare la ferita.

Effettivamente non aveva un bell'aspetto, ma sicuramente prima era anche peggio. Vidi i suoi occhi infiammarsi

«Ora arriva Zalika- disse alzandosi- ti aiuto a metterti qualcosa» disse prendendo delle mutande dal mio cassetto e dei pantaloncini e una maglia dal suo lato dell'armadio

«Ce la faccio...» protestai

«Stai per conoscere l'unica persona a cui do ascolto dopo Christian- mi disse sospirando e mettendosi in ginocchio sul letto davanti a me- e mi ha detto "vestila", non "falla vestire"- spiegò mentre mi aiutava con i tre capi- non che mi dispiaccia, ma ti preferivo prima» concluse con malizia a fior di labbra dopo avermi messo anche la maglia.

The Strategist [Beta's Saga]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora